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venerdì, Lug 12

Libra, anche Amazon, Netflix e Google lanceranno criptovalute?


Per i gemelli Winklevoss nei prossimi due anni altri giganti della tecnologia si affacceranno al mercato delle valute digitali

Bitcoin (foto Omar Marques/Sopa Images/LightRocket via Getty Images)
Bitcoin (foto Omar Marques/Sopa Images/LightRocket via Getty Images)

L’annuncio dell’ingresso di Libra nel mondo delle criptovalute ha smosso parecchio le acque nel settore fintech, e secondo gli imprenditori americani Tyler e Cameron Winklevoss, che guardano con grande interesse alla sfida lanciata dal consorzio che gestisce la moneta elettronica di Facebook, nei prossimi due anni molte delle principali società tecnologiche come Amazon, Netflix e Google, (identificate con Facebook con l’acronimo Fang) potrebbero avviare dei progetti simili per lanciare le loro monete elettroniche.

Quella dei due gemelli, che hanno avuto in passato molti screzi con Facebook e con il suo fondatore Mark Zuckerberg per questioni relative alla proprietà intellettuale, non è però una previsione disinteressata. I due imprenditori sono infatti tra i principali attori del mondo delle criptovalute con il loro Gemini Dollar e la loro compagnia Gemini, un servizio di scambio che gestisce valute digitali come bitcoin, ether, litecoin e altri prodotti simili.

E dopo le prime opposizioni sollevate dalle istituzioni bancarie internazionali, è ora arrivato il momento degli avvertimenti. I Winklevoss potrebbero in futuro introdurre anche Libra nel loro portafoglio, purché Facebook rispetti alcune condizioni. Se da una parte, “Libra è molto positiva per le criptovalute” perché, grazie al peso del social network, “può demistificare il termine e fare in modo che le persone siano più fiduciose, si legge ancora nelle dichiarazioni di Tyler a Cnbc, dall’altra parte il suo consiglio è di collaborare e di parlare con le autorità di regolamentazione, agendo in piena trasparenza per evitare pratiche illegali.

In un tweet anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato i suoi dubbi sull’affidabilità delle valute digitali, aggiungendo che “se Facebook e altre compagnie vogliono diventare una banca devono ottenere un nuovo documento di autorizzazione bancaria ed essere soggetti a tutte le regole bancarie, come le altre banche, sia nazionali che internazionali”.

Ad ogni modo, la prossima settimana i ministri delle finanze e i banchieri centrali dei Paesi del G7 riuniti in Francia affronteranno tra le varie questioni anche quella relativa proprio a Libra e ai rischi connessi a un mercato non regolarizzato.

Intanto, al Forum dell’economia digitale di Facebook e Confindustria, il direttore generale e direttore operativo del consorzio Libra, Bernard Perez, ha dichiarato che la criptovaluta non vuole in nessun modo mettersi in competizione con le banche, ma vuole invece offrire dei servizi integrativi e complementari, come ad esempio l’abbattimento dei costi delle commissioni sui trasferimenti di denaro in paesi esteri.

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