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giovedì, Giu 20

Libra: cosa (e come) ci guadagna Facebook dalla sua criptovaluta?


Commissioni, influenza, incentivi ma anche tanto altro. 10 buoni motivi per cui Facebook si è fatta la sua criptovaluta

foto: Facebook

E ora che Facebook ha presentato Libra al mondo, la domanda sorge spontanea: ma cosa ci guadagna il gruppo di Menlo Park, che comprende anche Instagram e Whatsapp, dall’introduzione sul mercato dell’ennesima criptovaluta? Tra gli esperti circolano teorie diverse, tutte comunque suffragate dal fatto che sicuramente Facebook non ci rimetterà. Ma ha tanti buoni motivi per “battere moneta”.

1. Far soldi sui social. La prima ipotesi è che Facebook guadagnerà con la libra, perché gli permetterà la semplificazione dei pagamenti.

Una criptovaluta facilmente trasferibile e con bassi costi di transazione potrà facilitare gli acquisti sui social, senza passare per carte di credito e intermediari. Per Facebook, scrive il sito finanziario Bloomberg: “Il progetto ‘Libra’ di Facebook sarà la continuazione dei suoi sforzi passati per espandere la sua attività di pagamenti e mantenere i clienti all’interno del giardino recintato delle sue app social media creando i propri soldi”. Oggi Facebook, sempre secondo Bloomberg, dai pagamenti online guadagna appena il 2% dei suoi introiti. Una criptovaluta che semplifica i pagamenti potrebbe far lievitare (e di molto) questa cifra.

2. Controllare la prima stablecoin del mondo. Che quello delle criptovalute sia un sistema in piena attività lo dimostrano non tanto le quotazioni del bitcoin (in netta risalita), ma anche – per esempio – il fatto che grandi club calcistici come il PSG si siano dotati di un token per favorire gli scambi all’interno del loro ecosistema. Non solo: come abbiamo raccontato su Wired, l’avvento delle stablecoin, le criptovalute che non soffrono della volatilità del bitcoin, né dell’inflazione valutaria, sta generando anche speranze nelle economie disastrate. Ma c’è un ma: le stablecoin in quanto tali hanno bisogno di milioni di euro in valuta fiat a copertura e gli attuali player non sono in grado di garantirli e già qualche truffa ne ha minato la credibilità. Facebook e il suo “consorzio” invece hanno i capitali per coprire qualsiasi stablecoin e per garantire un livello di sicurezza a oggi impensabile. E poi, diciamocelo, a Menlo Park sono bravissimi ad appropriarsi delle idee che funzionano e a perfezionarle (vedi le storie di Snapchat).

3. Nuove opportunità. Mike Orcutt su Technology Review, la rivista del Mit di Boston, si è fatto un paio di domande: “Quindi, come farà Facebook a fare soldi? E qual è l’incentivo per le entità a unirsi come nodi di validazione?”. La risposta è che “Forse sono previste entrate da generare tramite le spese di transazione”. Ma non solo. “Se la valuta prenderà piede, sarà fantastico per il brand Facebook, e in teoria tutte le aziende che partecipano alla rete vedranno nascere nuovi tipi di opportunità di business”. Quali? È presto per dirlo…

4. Rispondere a un bisogno. Scrive sempre Technology Review, citando la descrizione tecnica di libra: “La sfida è che fino ad oggi non crediamo che esista una soluzione comprovata in grado di fornire le dimensioni, la stabilità e la sicurezza necessarie per supportare miliardi di persone e transazioni in tutto il mondo attraverso una rete senza autorizzazioni”. È stato calcolato che 1,7 miliardi di persone al mondo non hanno un conto corrente. Tra loro ci sono milioni di adolescenti, che potrebbero essere i primi a beneficiare di una valuta virtuale. E anche decine di milioni di abitanti dei paesi in via di sviluppo a cui Libra potrebbe garantire le rimesse dall’estero, senza passare per banche e altri intermediari. “Più in generale – commenta il sito The Vergeper Facebook accedere ai servizi finanziari in un modo che nessun’altra azienda tecnologica potrebbe essere in grado di competere rappresenta un affare enorme. Pensate a Calibra come la Banca di Facebook – un braccio del social network che potrebbe fare prestiti, credito, trasferimento di denaro e commercio”.

5. Mettere un’ipoteca sul futuro. Non si può dire che Zuckerberg e il suo cerchio magico non abbiano la vista lunga. Quando Facebook ha comprato Instagram nel 2012, il fenomeno degli influencer (e la loro portata economica) non era così evidente. Allora quasi nessuno avrebbe immaginato che un social basato sulla pubblicazione di foto – come tanti altri – potesse diventare la piattaforma di comunicazione prediletta dai millennial. Ma a Menlo Park evidentemente avevano colto sfumature che a noi comuni mortali sfuggono. Risultato: è stato calcolato che il valore di Instagram da quando Facebook l’ha acquistato sia passato da 2 a 100 miliardi di dollari.

6. Battere sul tempo Amazon, Google e gli altri. Tutti, ma proprio tutti, i big della tecnologia (gli Over the Top, se preferite) hanno dedicato risorse allo studio e alla sperimentazione delle criptovalute. L’idea di un sistema di pagamento che bypassi banche e carte di credito e permetta trasferimento di denaro anche a chi non ha un conto corrente era nelle cose. Facebook ha semplicemente preso la rincorsa per arrivare prima. Non a caso per ora nell’associazione che gestirà lo sviluppo di Libra, non appaiono Google, Amazon, Twitter, Apple, Microsoft…

7. Commissioni e non solo. Scrive la BBC: “Ci sarà ciò che Facebook descrive come una tariffa ‘trascurabile’ per ogni transazione, principalmente, si dice, per impedire che la rete venga spammata da milioni di pagamenti avanti e indietro in un attacco denial-of-service”. Più che gli spiccioli però a Facebook starebbe a cuore altro. “Attraverso la sua filiale di Calibra, il gigante social potrebbe alla fine cercare di offrire agli utenti servizi finanziari aggiuntivi”, continua la BBC. “Ma il vero premio è semplicemente quello di far stare le persone più a lungo su Facebook o WhatsApp in modo che possano vedere più pubblicità”.

8. Il business che (per ora) non si vede. Sempre secondo The VergeCalibra è il modo in cui Facebook intende guadagnare con la libra, una valuta digitale che dice di non voler controllare, nonostante l’abbia creata”. In pratica per Facebook controllare il wallet con cui la libra potrà essere spesa, sarà come farsi una banca. “Libra – continua il sito – è la tecnologia alla base della rete. Ma quando verrà lanciato, (il wallet) Calibra sarà probabilmente il modo in cui la maggior parte delle persone interagirà con la valuta fino a quando nasceranno i portafogli concorrenti. In effetti, sarà probabilmente il primo portafoglio di criptovalute a cui potranno accedere centinaia di milioni di persone, visto l’enorme ecosistema di Facebook. Con miliardi di utenti che potenzialmente interagiscono con Calibra, avrà all’istante centinaia di volte la base di utenti dei wallet più popolari al mondo come Coinbase e altri”.

9. La Libra Coin. Secondo Yoni Assia, CEO della piattaforma di trading eToro, la libra potrebbe anche generare una criptovaluta che funzioni come incentivo “per pagare i node operator che coinvolgeranno nuove aziende. Le aziende che guadagneranno questi incentivi potranno sia tenerli che passarli agli utenti sotto forma di Libra coins o di sconti”.

10. Modelo Steemit. La lasciamo per ultima, ma l’ipotesi che qualcuno ai piani alti del Facebook Building abbia pensato ad adottare il modello Steemit per dare una svecchiata al social è assai probabile: si tratta – per chi non lo sapesse – di un sito che paga i suoi utenti attraverso una criptovaluta proprietaria (lo steem dollar) per i contenuti che pubblicano: in pratica più like e commenti si ricevono più c’è possibilità di guadagnare. Questo potrebbe permettere a Facebook di ricavare una piccola percentuale dal lavoro di autori (giornalisti, videomaker, ecc), che sarebbero ben felici di vedere le loro opere ricompensate.

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