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mercoledì, Ott 02

Libra Facebook, Mastercard e Visa sono pronte a scaricarla


Dubbi sul progetto della criptovaluta per via delle pressioni dei governi. Grandi aziente stanno valutando un passo indietro. Zuckerberg insegue gli investitori

(Photo by Chesnot/Getty Images)

Nuove nubi oscurano i cieli di Libra. Dopo i continui dubbi sollevati dalle autorità finanziarie internazionali, ora a scricchiolare è la tenuta della stessa Libra Association, il gruppo delle 28 società internazionali che dovrebbero sostenere la cripotvaluta. Il Wall Street Journal ha reso noto che alcuni colossi del settore finanziario come Visa, Mastercard e altri starebbero pensando di sfilarsi dall’accordo per via delle pressioni e delle continue polemiche rivolte al progetto della moneta elettronica di Facebook.

Secondo quanto riportato, ad oggi formalmente il patto firmato si ridurrebbe soltanto a una lettera d’intenti non vincolante. Nessuno dei partner avrebbe quindi ancora messo sul piatto i 10 milioni di dollari ipotizzati in sede di lancio del progetto lo scorso giugno per sostenere e rendere stabile la criptovaluta. Al momento, questa situazione rende tutti i componenti della Libra Association ancora liberi di valutare il loro impegno nel progetto, e anche di ritirare il loro sostegno.

Tra coloro che stanno riconsiderando la loro posizione ci sarebbero poi anche altri nomi d’eccellenza nel settore dei pagamenti digitali come PayPal Holding e Stripe, riporta Bloomberg. Del resto, è da tempo che le società coinvolte chiedono maggiori garanzie a Facebook riguardo a un impegno concreto per contrastare i possibili rischi di riciclaggio o di finanziamenti a gruppi terroristici che potrebbero passare attraverso Libra, ma le risposte di Menlo Park sono state fino a qui deludenti, riporta ancora il Wall Street Journal.

Insomma, date le polemiche che tengono banco ormai da mesi, e le opposizioni che si moltiplicano sia da parte dei governi europei, tra i quali quelli di Germania e Francia sembrano voler impedire la circolazione della criptovaluta nel loro territorio, sia da parte delle autorità americane, per i membri del consorzio la questione riguarda soprattutto il non voler compromettere la propria immagine pubblica sostenendo apertamente un progetto su cui pesano ancora troppe ombre.

A nulla servirebbero quindi gli sforzi continui di Facebook per rassicurare i soci, convocati ora da Mark Zuckerberg in una riunione straordinaria fissata per il 3 ottobre a Washington, dove si prevede che il fondatore del social network cercherà di ricompattare il gruppo per poter proseguire con il suo progetto in vista dell’incontro ufficiale del 14 ottobre a Ginevra per ufficializzare il comitato direttivo.

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