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venerdì, Gen 07

Libri, è stato arrestato il fantomatico ladro di inediti: è un italiano



Da Wired.it :

Anche qui, un check appena più accurato dimostrò che la posta elettronica arrivava da un indirizzo @marsilioeditori.com (quello ufficiale della casa editrice è @marsilioeditori.it), un dominio registrato in Olanda tramite un numero di telefono falso. La paura che il lancio di Lagercrantz fosse minato da possibili leak risultò poi infondata, dato che il libro non circolò mai illegalmente. In molti hanno notato come la stessa saga di Millennium sia legata a hacker e libera circolazione di informazioni ma quello non fu un caso strettamente correlato né isolato, dato che il misterioso informatore negli anni successivi ha ottenuto indebito accesso alle opere più disparate, da Margaret Atwood a Bryan Washington, da Sally Rooney a Ian McEwan, ma anche autori esordienti da poche centinaia di copie di tiratura. Ovviamente un tentativo è stato fatto anche sui libri di Elena Ferrante: “Noi avevamo questa policy strettissima di non condividere con nessuno il manoscritto fino alla data di uscita, quindi non c’è stata comunque alcuna fuga di materiale”, ha dichiarato Eva Ferri della casa editrice e/o a Rivista Studio.

Per chi lavora nel mondo dell’editoria questo mistero era ancora più curioso e destabilizzante perché incomprensibile: la circolazione delle bozze in anteprima dei libri, infatti, è un circo tentacolare che comprende non solo editor, ma anche scout letterari, uffici stampa, critici, giornalisti, agenti cinematografici ecc.; spesso, per ottenere un libro non ancora pubblicato, se si è un addetto del settore – e il nostro ladro era sospettato di esserlo sicuramente fin dall’inizio – basta chiederlo direttamente. Per di più, perché ottenere con l’inganno delle anteprime che poi non si sfruttavano per avere un ritorno economico o per danneggiare in qualche modo gli editori? E tutto questo in un settore economico come quello editoriale, di solito placido, polveroso e decadente, in cui mai ci si aspetterebbe di essere vittima di un giro di truffe digitali internazionali

L’assurdità della vicenda ha portato negli anni ad alcune conseguenze paradossali, come la protezione con password e Nda (non-disclosure agreement) di opere decisamente minori. Su più larga scala, però, nel mondo editoriale negli ultimi anni si è diffusa una specie di paranoia spiacevole, legata soprattutto alla conseguenza più disturbante di questo tipo di truffe: il furto d’identità. Editor hanno visto la loro credibilità minata da parole che non erano le loro, scrittori in erba si sono visti illusi di venir pubblicati finendo col farsi rubare la propria opera prima, agenti hanno dovuto rimediare a trattative che non erano stati loro ad avviare o stoppare. Quello che sembrava l’innocuo passatempo di uno smanettone fin troppo appassionato di libri stava diventando una faccenda seria e preoccupante.

Nel corso degli scorsi anni diversi giornalisti hanno tentato di mettersi sulle tracce del misterioso phisher, arrivando addirittura a qualche sospettato (e a qualche minaccia). Ora però pare che si sia arrivati alla verità: secondo il New York Times Bernardini aveva finora lasciato poche tracce online, con profili privati sui social senza il cognome, dove comunque si descriveva come “ossessionato dalla parola scritta e dalle lingue”. Secondo il suo profilo LinkedIn (ora oscurato), è laureato in lingua cinese alla Cattolica di Milano, ha tradotto diversi libri di scrittori asiatici e ha anche ottenuto un master all’University College London. La sua missione? “Assicurarsi che i libri possano essere letti e goduti in tutto il mondo e in più lingue”. Il misterioso ladro di opere inedite ha ora un’identità, ma resta da capire solo una cosa: il motivo dietro tutto quanto. 



[Fonte Wired.it]