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Licenziamenti tra le big tech, qual è il ruolo dell’IA?

da | Set 17, 2025 | Tecnologia


Oggi le big tech hanno un potere paragonabile a quello dei governi, macinano utili di tutto rispetto, eppure annunciano licenziamenti a pioggia. Ma c’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui l’idea di lavorare per Google, Meta o Microsoft sembrava un sogno a cui solo i talenti più brillanti potevano ambire. C’è stato un tempo in cui qualsiasi studente americano si sentiva ripetere lo stesso mantra da docenti, genitori, addirittura da Barack Obama: imparare a programmare apriva la strada a un futuro prospero.

Dopo quasi un milione di assunzioni negli anni della pandemia, a partire dal 2022 i colossi del settore hanno licenziato centinaia di migliaia di addetti nel campo tecnologico. Spesso con modalità brusche e arbitrarie. Secondo RationalFX, nel 2025 sono già a quota 130mila licenziamenti tech: di questo passo potrebbero superare i 242mila entro fine anno. Inizialmente si parlava di recessione o dello scoppio di una bolla, ma oggi appare chiaro che uno dei motivi sia il ricorso crescente all’intelligenza artificiale.

I licenziamenti nelle big tech, da Microsoft ad Amazon

Se i 25mila posti di lavoro che il gigante dei microprocessori Intel taglierà entro fine anno sono conseguenza di una crisi conclamata, non si può dire altrettanto di Microsoft. Il colosso di Redmond all’ultima trimestrale ha visto crescere del 24% l’utile netto e vanta una capitalizzazione di mercato di 3700 miliardi di dollari. Nonostante ciò, dopo i 6mila licenziamenti di maggio ne ha annunciati altri 9000 a luglio. Una scure che si abbatte principalmente sulla divisione gaming. Tutto questo mentre investe miliardi per affittare e costruire data center e resta il principale investitore di OpenAI (non senza tensioni). A fare le spese del primo round di licenziamenti erano stati soprattutto ingegneri software e product manager, mentre il secondo – spiegano i dirigenti – dovrebbe ridurre la burocrazia e i livelli gerarchici. Microsoft non ha indicato l’intelligenza artificiale come causa diretta.

Anche Amazon, a quota 27mila posti di lavoro tagliati dal 2022 a oggi, formalmente ha negato. Ma l’amministratore delegato Andy Jassy ammette: “Avremo bisogno di meno persone in alcuni dei ruoli che oggi vengono svolti e più persone in altri tipi di mansioni”. E il saldo finale, presumibilmente, sarà negativo. Un’altra azienda tech dai bilanci solidi, Dell, è reduce da 25mila licenziamenti in due anni. Gli ultimi in ordine di tempo coinvolgono il team di vendite: piuttosto che un esercito di venditori generalisti, conviene una piccola squadra specializzata nei complessi (e profittevoli) sistemi di intelligenza artificiale. Ancora più amaro il destino di circa 200 dipendenti di King, la società a cui si deve il fenomeno Candy Crush: secondo fonti interne, sarebbero stati rimpiazzati proprio dal modello di IA che hanno contribuito a sviluppare.

Quali sono le professioni più a rischio con l’avvento dell’intelligenza artificiale

Finora abbiamo citato imprese statunitensi perché nel mondo tech sono la maggioranza. Ma Tata Consultancy Services, una delle Big Four dell’IT indiano, non è da meno. Il taglio di 12mila addetti che ha annunciato ad agosto è il più drastico nella sua storia. E, se a parole è dovuto a un “disallineamento di competenze”, a detta degli esperti interpellati da Reuters dimostra quanto l’intelligenza artificiale stia rendendo superflui alcuni ruoli. I più vulnerabili sarebbero i manager “puri”, gli addetti a debug, test e controlli di usabilità, i tecnici che gestiscono reti e server. E le ripercussioni vanno ben oltre i confini dell’impresa. In un paese come l’India, il settore IT ha contribuito a creare la classe media e oggi dà lavoro a 5,67 milioni di persone. Di queste, circa 400-500mila rischiano di trovarsi disoccupate nei prossimi due o tre anni.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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