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Lilli e il Vagabondo da 70 anni ci culla nell’incanto della notte

da | Giu 22, 2025 | Tecnologia


Lilli e il Vagabondo da 70 anni continua a rappresentare un punto di riferimento assoluto. Non solo per i Classici Disney, ma per tutta l’animazione di un certo tipo. Quel 22 giugno del 1955 ci venne donata un’avventura in grado di rivoluzionare la Disney e la sua semantica, in un iter unico per profondità, sensibilità e fantasia.

Un film che ci mise parecchio ad arrivare in sala

Lilli e Vagabondo nasce come idea alla fine degli anni ’30, quando Joe Grant, tra i migliori sceneggiatori di casa Disney, si chiese che cosa passasse per la testa della sua cagnolina Lady, una Springer Spaniel, ora che in casa era nato suo figlio Joe. Si pensò quindi ad un film animato dedicato agli animali domestici e Walt Disney ne fu subito entusiasta. Poi però ecco che arriva il secondo conflitto mondiale, che oltre a costringere la casa di produzione a prodotti di tipo patriottico, a causa del flop al botteghino di Pinocchio e Fantasia, ne intacca la strategia produttiva. Fu grazie a Dumbo che la barca restò a galla economicamente, ma intanto la guerra aveva modificato anche i gusti del pubblico, e fino a Cenerentola, Disney fu costretto a stare sulla difensiva. Lilli e Vagabondo ritornò in auge come progetto alla fine degli anni ‘40, quando Walt Disney lesse per caso il racconto di Ward Greene, “Happy Dan, The Whistling Dog”, ed ebbe l’intuizione di unire l’idea di Grant a quel romanzo, comprandone addirittura i diritti.

Grant (che poi avrebbe lasciato il progetto) e il team di sceneggiatori crearono un iter diegetico che al centro metteva degli animali domestici antropomorfizzati, ma senza eccedere in tale aspetto, di modo da essere coinvolgente e allo stesso tempo realistico per il pubblico. Più volte Walt Disney rimandò indietro il copione, che gli appariva troppo soft, privo di una nemesi e di una vera conflittualità, pure se si era inserito come co-protagonista un cane randagio, Biagio (Tramp nell’originale). Fu Grant ancora una volta ad avere l’intuizione vincente, collegandosi ai racconti di Charles Dickens e Mark Twain, immaginò che la sua Lady, cagnolina altolocata, finisse per una serie di imprevisti, persa in mezzo alle pericolose strade cittadine, conoscendo l’altra faccia del mondo dei cani, assai meno lussuosa e felice della sua. Lilli e Vagabondo rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per ciò che riguarda il world building e la caratterizzazione di animali antropomorfi, capace di resistere all’usura del tempo da 70 anni.

Inside Out

Il 19 giugno del 2015 arrivava in sala la creatura di Pete Docter e Ronnie del Carmen, una vera rivoluzione

Il team di disegnatori usò come “cavie” decine di cani, per costruire i diversi personaggi ed essere fedeli a ciò che li rendeva riconoscibili. Le firme furono quelle di Mary Blair, Eyvind Earle, Frank Thomas, Eric Goldberg, Milt Kahl, Frank Thomas, Ollie Johnston, John Lounsbery e tanti altri. Spesso qualcuno lasciò la produzione per cogliere altre opportunità lavorative, causando altri ritardi nella lavorazione. Niente 4:3, Disney si accodò alla moda di allora per il CinemaScope, ed era la prima volta per un film animato. Fu un altro aspetto che fece disperare montatori e disegnatori. Ma il risultato finale, fu un film meraviglioso, capace di diventare metafora di un conflitto interiore, un ragionamento sui limiti e le possibilità offerte dalla società di quegli anni. La città che ci viene mostrata è qualcosa a metà tra New Orleans, San Francisco, la New York dei quartieri alti. Lì vive Lilli, che come i suoi vicini di casa ed amici Whisky e Fido, non ha modo di comunicare con gli umani ma, altra intuizione geniale, comprendono tutto ciò che essi dicono.

I padroni di Lilli si chiamano “Tesoro” e “Gianni caro”, il suo mondo comincia e finisce dentro quella casa, quel giardino, quel quartiere elegante ed esclusivo. Va tutto benissimo finché la coppia di umani non ha una bambina, che stravolge l’equilibrio affettivo nella casa. Poi, come se non bastasse, quando Lilli ritrova una sua dimensione nella casa, ecco che per qualche giorno in casa comanda la zia di Gianni, la tirannica Sara, armata di due gatti siamesi: Si e Am. Trattasi sicuramente di due tra le creature più curiose e intriganti concepite fino a quel momento da casa Disney. Anni dopo se ne sottolineerà il rappresentare una sorta di caricatura delle minoranze orientali, ma non si può negare che, complice anche la componente musicale, ci appaiano quasi delle nemesi inquietanti e demoniache, oltre che astute ed infide. Lilli e Vagabondo diventa nel giro di pochi istanti un vero un road movie, con la fuga di Lilli, che si trova persa in un mondo, quello dei cani randagi, fatto di solitudine, povertà, incertezza e paura.

Una storia che ha saputo resistere all’usura del tempo

A questo punto il film inserisce Biagio, il Vagabondo, con cui Lilli già aveva avuto un primo incontro poco cordiale, e che la salva da dei “colleghi di strada” e diventa la sua guida. Interessante notare come in Biagio, la Disney inserisca un’ambiguità morale assoluta. Egli rappresenta sia i migranti, quelli che proprio all’epoca avevano una volta ancora ripopolato le strade e i bassifondi d’America, così come il sottobosco dei piccoli criminali e paria, tali più per scelta che per necessità. Biagio è cinico, disilluso, solitario, e mette continuamente in guardia Lilli dagli umani. Sorta di Virgilio armato di un’umorismo a volte paternalista, è però totem anche di un mondo fatto di libertà, di autodeterminazione, di indipendenza. In questo, Lilli e Vagabondo si connette in parte alla narrativa di John Steinbeck, quella che ci parla delle avversità da affrontare, del libero arbitrio, di una società ingiusta, dove ci si deve difendere dai più forti e i più spietati, pur rimanendo fedele ai dettami estetici e narrativi della Disney.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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