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venerdì, Ott 25

L’imminente corsa allo sfruttamento lunare


Anni movimentati aspettano il satellite terrestre: torneranno gli astronauti e saranno sempre più cruciali le risorse come metalli, acqua, suolo. Ecco come saranno sfruttate

La Luna è tornata al centro dell’attenzione, grazie al cinquantesimo anniversario dell’allunaggio caduto lo scorso 20 luglio, ma anche per via degli annunci della Nasa circa l’attesissimo ritorno nel 2024. L’interesse per il satellite terrestre, da parte di agenzie spaziali e compagnie del settore, è alto, anche se si guarda alla possibilità di compiere diverse attività a scopo di lucro, come quelle estrattive sulla superficie. In questo video Angel Abbud-Madrid, direttore del Center for Space Resources alla Colorado School of Mines, illustra i potenziali scenari a cui le attività di sfruttamento lunare potranno dare luogo.

Abbud-Madrid spiega che l’attenzione per le risorse lunari non è certo nuova, ma a differenza del passato oggi si guarda a prospettive un po’ più ambiziose: gli astronauti che torneranno sul satellite non ci staranno poche ore, ma settimane e anche mesi, quindi sarà sempre più importante valorizzare quanto di meglio offre il contesto: ossigeno, metalli, e lo stesso suolo con cui costruire habitat o stampare oggetti in 3D. Le risorse locali saranno utili per le stesse attività spaziali: come sottolinea l’esperto in questo video, tra i maggiori costi per le agenzie figura il trasporto di materiali, compresi quelli per la propulsione dei mezzi (bisogna pur tornare sulla Terra, no?).

Niente pendolarismo di forza lavoro verso il satellite, però: è logico pensare che gran parte delle operazioni relative a estrazioni di materiali e risorse saranno effettuate da automi controllati in remoto.

 

 

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