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giovedì, Feb 27

L’Oms: l’Italia è un banco di prova per capire meglio il nuovo coronavirus



Da Wired.it :

L’Italia non è sola nello sforzo di contenimento dell’epidemia di Covid-19. L’apprezzamento per quanto fatto dal nostro paese è unanime, ma ora bisogna mantenere gli standard di sicurezza e c’è bisogno di collaborazione. “Poteva succedere ovunque nell’Unione Europea”

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(foto: Getty Images)

Si è appena conclusa la conferenza stampa presso il ministero della Salute, dopo il summit dei rappresentanti dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell’Unione europea e dell’Ecdc con il ministro Roberto Speranza. Solidarietà e supporto logistico e operativo sono garantiti al nostro paese, che comunque sta lavorando bene sia per tutelare la salute dei suoi cittadini sia per contenere la diffusione dell’epidemia di Covid-19 nel resto del continente. Le delegazioni internazionali hanno anzi ringraziato il nostro governo per la trasparenza e la collaborazione, perché dalla situazione italiana (che poteva capitare ovunque) c’è la possibilità di capire meglio il virus e preparare piani d’azione più efficaci.

Questo è un virus che non conosce confini”, ha esordito il ministro della Salute Roberto Speranza in apertura della conferenza stampa. “Non li conosce e non si ferma alle frontiere. Lo si sapeva già e per questo la nostra posizione fin dall’inizio è stata quella di apertura e di collaborazione internazionale”.

Un concetto ribadito dal commissario europeo alla salute Stella Kyriakides, che si è detta solidale col nostro paese, che ha ringraziato per aver attuato tutte le misure di contenimento dell’epidemia concordate a livello internazionale. “Questa emergenza”, ha dichiarato, “è un banco di prova della capacità strategica di tutta l’Unione europea di attuare misure di contenimento in forma collaborativa”.

Non posso sottolineare abbastanza quanto sia importante lo scambio di informazioni in tempo reale per cercare di contenere il virus”, ha aggiunto. “è davvero un aspetto cruciale ed è l’unico modo di agire efficace”.

La commissaria ha specificato che in Europa siamo ancora in fase di contenimento dell’infezione da coronavirus, ma vista la velocità con cui sembra diffondersi è importante che tutti i Paesi membri siano pronti ad affrontare l’emergenza. “Tutti devono collaborare e condividere le informazioni che hanno”, come ha fatto e sta facendo l’Italia. Un ringraziamento va anche ai Paesi limitrofi, che ieri hanno deciso di mantenere aperte le frontiere con l’Italia. “Approcci strategici divergenti, infatti, potrebbero costituire un problema”.

Kyriakides ha anche ricordato cosa sta facendo la Ue e cosa farà nei prossimi giorni: produrre un modello condiviso, delle linee guida da distribuire ai viaggiatori che vanno e vengono dalle zone a rischio, senza contare il sostegno sul campo. Inoltre la Ue ha già stanziato 10 milioni di euro per la ricerca sul nuovo coronavirus e settimana prossima ci sarà l’annuncio ufficiale dello stanziamento di altri 90 milioni all’interno dell’accordo con le private farmaceutiche all’interno del programma per la ricerca sui farmaci innovativi.

La situazione nel mondo e in Italia è preoccupante ma non da panico, ha sottolineato Hans Kluge dell’Oms, che ricorda che 4 persone su 5 che contraggono la Covid-19 sviluppano sintomi lievi, e che la letalità in Cina è scesa all’1%. “Capiamo bene la preoccupazione dei cittadini sia per la propria salute sia per quella dei propri cari, e che anche un solo paziente perso è già troppo, ma bisogna fidarsi delle istituzioni e delle autorità sanitarie che stanno agendo bene per tutelarli”. Anche Kluge ha ringraziato l’Italia per il suo operato e la trasparenza nella condivisione delle informazioni. “Sappiamo ancora poco del virus, della sua origine e di come si trasmette: ciò che sta accadendo nel vostro paese, la vostra esperienza, ci aiuterà a aggiornare le valutazioni di rischio e le politiche di salute pubblica a livello globale”.

Anche Andrea Ammon, direttore dell’Ecdc, ha ringraziato l’ e ha rivolto un messaggio speciale agli operatori sanitari che sono in prima linea per affrontare l’emergenza e contenere la diffusione del virus. Vanno tutelati, e l’Ecdc è già all’opera per definire linee guida per la formazione dei professionisti della salute e per fornire loro supporto in termini di risorse e di dispositivi di protezione”. Il compito dell’Ecdc è quello di valutare i rischi e di lavorare per il contenimento locale, senza dimenticare che bisogna essere pronti a fronteggiare la stessa situazione ovunque nell’Unione. Ammon ha precisato che un team dell’Ecdc sta già collaborando con gli esperti italiani e che fin dall’inizio del primo cluster noto in Cina il Centro ha dedicato 60 tecnici per il monitoraggio di Covid-19.

Perché l’emergenza è approdata in Italia? “Non so rispondere”, ha concluso Ammon. “La mia opinione è che potesse succedere davvero ovunque, tenuto conto anche del fatto che il numero di test diagnostici effettuati nel paese rispetto a quanto fatto altrove potrebbe aver dato un’idea più precisa della diffusione di Sars-Cov-2.

In conclusione, gli esperti hanno ribadito che al momento non c’è una cura definita per la Covid-19. Si sta lavorando a un vaccino, che però potrà essere disponibile solo tra 1-2 anni, e sono in corso dei trial clinici su alcuni antivirali già utilizzati per altre infezioni. Alcuni risultati saranno già disponibili in primavera.

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[Fonte Wired.it]