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mercoledì, Lug 10

L’Onu ha pubblicato il suo report sugli omicidi globali


Dove si uccide di più? Quanti anni ha la “vittima tipo”? Un’agenzia delle Nazioni Unite ha registrato i dati del crimine violento a ogni latitudine

(foto: Getty Images)

La criminalità organizzata uccide più del terrorismo e delle guerre, il tasso di omicidi è aumentato negli Stati Uniti e diminuito in Europa, le donne vengono uccise soprattutto dai compagni, ma a essere assassinati sono soprattutto gli uomini. Sono questi alcuni dei risultati dell’ultimo rapporto dell’Unodc, l’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa del controllo delle droga e della prevenzione del crimine.

L’Unodc ha preso in esame i dati relativi a tutti gli omicidi perpetrati nel mondo nel 2017, esclusi quelli commessi dalle forze dell’ordine in servizio o relativi ai conflitti armati e ai casi di autodifesa, e ha scoperto che in quel periodo sono state uccise 464mila persone: il numero più alto negli ultimi 25 anni. Di queste, il 19% è morto a causa della criminalità organizzata (nello stesso periodo, sono state uccise a cause delle guerre 89mila persone e altre 26mila a causa del terrorismo).

La probabilità di essere vittima di un omicidio oggi è, però, più bassa rispetto a qualche anno fa: mentre nel 1993 venivano assassinate 7,4 persone ogni centomila, oggi il rapporto a 6,1 a centomila. Il motivo: in questi anni non è cresciuto solo il tasso di omicidi ma anche la popolazione globale, che è passata da 5,4 a 7,44 miliardi di persone.

Dove si uccide di più

L’America è il continente dove si uccide si più. Secondo l’Unodc, nel 2017 sono state assassinate 17,2 persone ogni centomila abitanti, quattro in più rispetto all’Africa dove il rapporto è 13 su centomila.

Questo numero, però, non è che una media. In Cile, infatti, vengono uccise 3,5 persone ogni centomila e in Nicaragua poco più di 8,3. A El Salvador e in Venezuela i numeri sono molto più alti: rispettivamente 62,1 e 56,8.

In Asia, Europa e Oceania, invece, si uccide molto meno: le persone assassinate sono meno di tre ogni centomila abitanti. Non è sempre stato così, tuttavia: negli anni Novanta il tasso di omicidi era 63 volte più alto in Europa e 36 volte più alto in Asia. Questo significa che negli ultimi anni, in entrambi i continenti la situazione sotto questo punto di vista è migliorata anche se, secondo gli esperti, in alcuni paesi dell’Oceano pacifico gli omicidi potrebbero essere molti di più di quanto rivelano i dati: i membri delle tribù, infatti, solo raramente si rivolgono alla polizia.

Vittime e assassini

In base a quanto si legge nel rapporto, la maggior parte delle vittime e dei killer sono uomini. Nel 2017, erano rispettivamente l’81 e il 90% del totale.

La loro età varia da paese a paese. In generale, vengono uccisi soprattutto uomini di età compresa tra i 15 e i 29 anni ma in Europa a morire sono soprattutto persone adulte che hanno dai 30 ai 44 anni. Secondo gli esperti, questa differenza si deve anche alla presenza o meno di gang nel territorio: i membri della pandillas sono solitamente molto giovani, se non adolescenti.

Anche la maggior parte delle donne muore prima di aver compiuto 50 anni. Contrariamente agli uomini, però, le donne vengono uccise soprattutto dai familiari (24%) o dai partner (34%). Raramente, questi omicida hanno un passato criminale e il loro standard di vita è più alto rispetto a quello delle altre persone condannate per fatti di violenza.

Il rapporto si sofferma poi su una categoria particolarmente a rischio: quella dei giornalisti. Secondo l’Unodc, più passano gli anni, più ne vengono uccisi: nel 2008 le vittime erano 46, nel 2012 sono state 124. La maggior parte dei giornalisti uccisi, si legge, lavorava per testate locali e in aree di conflitto. Nel 2017, però, ci sono stati 80 omicidi in paesi dove non c’era una guerra in corso.

Perché si uccide

Le persone uccidono e vengono uccise per ragioni differenti: sul tasso di omicidi influiscono oltre a ragioni personali, anche fattori socioeconomici come la disparità di reddito e l’instabilità politica, le discriminazioni di genere, l’uso di alcol e droga e la minore disponibilità di risorse dovute al cambiamento climatico. Secondo il rapporto, per esempio, alcune persone avrebbero deciso di unirsi ai gruppi armati in Africa dopo che il progressivo prosciugamento del Lago Ciad aveva ridotto le opportunità locali nel settore delle pesca e dell’agricoltura.

Secondo il rapporto Onu – prevedibilmente – se gli stati vogliono proteggere i loro cittadini ed evitare che finiscano vittime di assassinii, dovrebbero investire nell’istruzione, assicurarsi che nessun crimine resti impunito e migliorare le condizioni di vita generali della popolazione, assicurandosi che nessun gruppo sociale sia trascurato.

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