Da Wired.it :

Le illustrazioni, i libri, di Lorenzo Mattotti, sono sensazioni, attimi vissuti, emozioni, memorie da custodire. Hanno un potere evocativo, visivo, sanno colpirti, riescono a trascinare chi li osserva non solo nel disegno, attraversando le linee, i confini, le sinuosità dei colori, delle storie e di alcuni personaggi, ma in un vero linguaggio.

Ogni volta, quando succede, si rinnova la magia e l’incanto, sia che siano lavori commissionati, locandine, come l’ultima (bellissima) firmata per il recente Trento Film Festival, o come la mostra esposta nei giorni scorsi, Lorenzo Mattotti – Patagonia (visitabile nella sede di Torre Mirana fino al 19 maggio), nata da un viaggio nel 2004 (“regalo per i miei 50 anni”), da Buenos Aires alla Terra del Fuoco, insieme all’amico e scrittore argentino Jorge Zentner. Una selezione di serigrafie e chine in bianco e nero, frutto di appunti, tradotti e immortalati poi su carta nepalese, una concretizzazione astratta di quei ricordi e di lunghe prospettive. Osservazioni d’artista, “scansionati” in tempo reale, riguardo la bellezza della natura, che sono diventate ispirazioni in altri progetti, Hansel e Gretel, Stanze, ma che in realtà hanno sedimentato una vera illuminazione sul tema dello spazio.

Questa esperienza”, ci rivela, “ha rinnovato e ripulito lo sguardo. I grandi viaggi hanno la capacità di rivedere le cose, sei più attento, ne scopri altre. Tutto quello che abbiamo vissuto lì è maturato, ha segmentato soprattutto nelle foreste, nell’idea del paesaggio, all’organizzazione dello spazio, che fino a quel momento non sapevo come approfondire”. Mattotti parla di un “solfeggio del paesaggio”, perché nella sua produzione esiste, effettivamente, un ritmo di immagini e note diffuse, rassicuranti e affascinanti al tempo stesso, in grado di attrarre (anche come regista) indifferentemente grandi e piccoli, di tematiche universali, di elementi, come l’acqua, di montagne (ora), del rapporto tra noi e la natura.



[Fonte Wired.it]