Seleziona una pagina
venerdì, Dic 24

Love Bot è il primo fumetto erotico disegnato da un’intelligenza artificiale



Da Wired.it :

È possibile che nella vostra vita abbiate visto svariate immagini pornografiche: probabilmente nessuna, però, era stata disegnata da un’intelligenza artificiale. Accade ora in Love Bot, albo allegato al terzo numero di Čapek magazine, rivista italiana di fumetti fondata nel 2018, progetto autoprodotto e autodistribuito che nasce dalla sinergia di Strade Bianche, CTRL Magazine, Puck!, Uomini Nudi che Corrono e AFA e che è stato anche premiato al Lucca Comics 2020. Nell’ultimo numero, appunto, assieme alla rivista e all’altro allegato (Prontuario Milagroso, con le testimonianze di una guaritrice messicana), arriva anche questo contributo porno altamente innovativo.

Love Bot non è altro che una mini-graphic novel erotica disegnata interamente da una intelligenza artificiale, una rete neurale in grado di studiare immagini e ricrearne di simili. L’esperto incaricato da Capek, l’ingegner Crotti, ha calibrato appunto una macchina artificiale rispetto allo studio del disegno e dell’anatomia umana. Da questo è nato Nobot, un bot che non sa di esserlo (la negazione sta anche nel suo nome) e che può essere considerato il primo fumettista artificiale.

Uno dei primi disegni di Nobot (Čapek Magazine)

Ci piaceva l’idea che il robot raccontasse qualcosa di molto viscerale ed emozionale, come una storia d’amore”, raccontano gli ideatori del progetto, tra cui anche Gianluca Jazz Manciola: il problema era appunto decidere cosa far raccontare a un computer, senza però affidare la messa a punto della sceneggiatura ai vari software automatici di scrittura. Ecco allora l’illuminazione: il porno, ovvero il racconto che per eccellenza può fare a meno della trama.

Apparentemente provocatoria, la scelta del genere ha invece ricadute molto significative: da una parte è una riflessione sul fatto che, spesso e volentieri, il tema del sesso nei fumetti porno mainstream è trattato in maniera molto meccanica e ripetitiva, tra l’altro vantaggio esplicito per una rete neurale che ha bisogno di stimoli ricorsivi molto simili tra loro; dall’altro c’è la fascinazione di una macchina che, pur fingendosi umana, si scontra con i limiti delle proprie emozioni.

Una pagina di Lovebot (Čapek Magazine)

Ci siamo scelti dei fumetti di partenza, soprattutto titoli erotici degli anni Settanta, abbiamo scelto delle categorie (inquadrature simili tra loro) e abbiamo ripulito le immagini lasciando solo i corpi”, ci spiegano i realizzatori di Love Bot. Il risultato è un intrigante groviglio di corpi, un’umanità che diventa informe presa dal proprio desiderio erotico primordiale, una sublimazione tutta passione e surrealismo. Non è un caso che sia stato chiesto a una sessuologa, nella postfazione del volume (che si può acquistare sul sito ufficiale), di interpretare l’arte erotica di Nobot, mentre nella prefazione si spiega invece il processo di machine learning che ha portato a questa opera d’arte hard del tutto innovativa.



[Fonte Wired.it]