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L’Ucraina alla ricerca di alleati anche alla Cop30 perché “siamo contro tutto quello che è vitale per la Russia” (come il gas)

by | Nov 21, 2025 | Tecnologia


Il bilancio dei danni è alto. Ma quanto? “Molte città sono danneggiate, ma in particolare quelle sulla linea del fronte sono completamente distrutte, come Mariupol. Queste dobbiamo ricostruirle da zero, e il nostro approccio è semplice: build back better, build back greener”.

Le conferenze del clima sono anche occasioni di incontro e relazione con attori da tutto il mondo. Vale anche per l’Ucraina, anche se i contatti per ottenere fondi non sono solo quelli di Belém. “Abbiamo molti investimenti. C’è una Ukraine facility [50 miliardi di euro, progettata per attrarre investimenti pubblici e privati per la ricostruzione, ndr], all’interno di cui è contenuto lo Ukraine investment framework, [sovvenzionato con strumenti finanziari rinforzati per un totale di 9,5 miliardi di euro e l’obiettivo di arrivare a quaranta, ndr]. Almeno il 20% dei denari deve essere dedicato a investimenti green [e almeno il 15% per supportare startup e pmi, ndr]. Ci sono molte possibilità, ma non vorrei parlare di questo. Siamo alla Cop, e si deve discutere di ambiente e dei danni correlati”.

I danni agli ecosistemi ucraini sono enormi

E allora parliamo di ambiente. “In questi giorni – prosegue il Kartashov – ci siamo confrontati con diversi attori e partner sulla strategia di decarbonizzazione da mettere in campo e su come affrontare l’agenda climatica. Transizione verde, ma anche nuove tecnologie per mantenere un bilancio energetico che garantisca la nostra sicurezza, e di adempiere ai nostri obblighi, soprattutto quelli climatici”.

Il territorio dell’Ucraina, non è un mistero, è stato violentato dal conflitto. Ampie porzioni di suolo coltivabile non lo saranno a lungo per i residui dei bombardamenti. E poi ci sono le mine. “Sono solo esempi. Credo che tutti gli ecosistemi abbiano sofferto, come quello delle acque. Ma quello che faremo sarà ricostruire non solo le infrastrutture industriali, ma anche ripristinare l’ambiente per come era prima. E questo è qualcosa a cui probabilmente dobbiamo cominciare a pensare già da oggi. Chiaramente è un progetto a lungo termine, che non può essere predisposto immediatamente: servono anni e anni per queste cose”.

Dopo la chiusura della conferenza di Belém, un mondo senza combustibili fossili appare più lontano. Ma su questo Kartashov glissa. Oggi più che mai, il tema del clima non è essere slegato da altre questioni globali: soprattutto per un paese in guerra da anni, che ha bisogno di alleati e risorse – non scordiamoci che gli Stati Uniti si sono ritirati dall’Accordo di Parigi e il presidente Donald Trump è un negazionista della prima ora. D’altra parte, si lascia sfuggire Kartashov, “siamo contro tutto quello che è vitale per la Russia”. E gli idrocarburi, si sa, sono essenziali per Mosca.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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