Al 31 dicembre 2024, i danni diretti stimati hanno raggiunto i 176 miliardi di dollari, con un incremento di 24 miliardi rispetto a febbraio 2024. Solo la rimozione delle macerie avrà un costo vicino ai 13 miliardi. Il rapporto della Banca Mondiale non include nel calcolo dei 524 miliardi oltre 13 miliardi già coperti dall’Ucraina e dai partner: nel 2024 sono stati erogati 1,2 miliardi per il recupero abitativo e completati oltre 2000 chilometri di riparazioni stradali d’emergenza. Nonostante questi sforzi, il rapporto evidenzia che per il 2025 rimane un deficit di finanziamento di 9,96 miliardi di dollari.
L’Europa si prepara a sostenere il peso finanziario maggiore
La conferenza, secondo quanto annunciato dal Ministero degli Esteri italiano, sarà articolata in quattro aree operative, seguendo il modello già sperimentato nell’edizione berlinese del 2024. Una delle priorità sarà coinvolgere il settore privato, affrontando le criticità ancora aperte per attrarre investimenti nella costruzione di abitazioni, fabbriche, ospedali e infrastrutture energetiche in un paese ancora in guerra.
Tra i nodi principali: le assicurazioni contro i bombardamenti, le garanzie statali sui prestiti e la semplificazione delle licenze necessarie per operare in aree di conflitto. La “dimensione umana” si concentrerà su programmi di formazione per gli sfollati interni e sul reinserimento lavorativo dei veterani. Quella “locale” vedrà il coinvolgimento diretto dei sindaci delle città colpite, chiamati a definire quali quartieri ricostruire per primi e secondo quali criteri urbanistici.
La “dimensione europea”, infine, riguarderà i capitoli negoziali per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione. Parallelamente ai lavori politici si terranno due eventi dedicati all’ambito economico. Il Recovery Forum sarà uno spazio di confronto tra rappresentanti ucraini, italiani e internazionali, autorità locali e istituzioni finanziarie, per discutere aspetti legati alla ricostruzione. La Business Fair consentirà invece a imprese ucraine, italiane e straniere – dalle piccole aziende alle grandi società – di incontrarsi direttamente per valutare possibili collaborazioni e investimenti.
Sul fronte finanziario, secondo quanto riportato da Bloomberg, l’Unione europea sta mettendo a punto un piano di sostegno da 100 miliardi di euro da inserire nel bilancio 2028-2034. Il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia dovrebbe contribuire a incrementare le risorse disponibili tramite il congelamento degli asset russi. Parallelamente, il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, aveva confermato a febbraio un pacchetto di aiuti immediati da 1 miliardo di euro per far fronte alle esigenze urgenti del 2025.
Tuttavia, la concreta disponibilità di queste cifre dipenderà dalle complesse negoziazioni sul prossimo bilancio europeo e dal consenso di tutti gli stati membri. Il settore privato, secondo l’International Finance Corporation, potrebbe contribuire per un terzo del fabbisogno totale, anche se questa stima appare ottimistica considerando i rischi di sicurezza e le incertezze normative che ancora caratterizzano il contesto ucraino.