La lumaca mela, chiamata così per la sua caratteristica dimensione della conchiglia, è una specie invasiva che rappresenta una reale e seria minaccia per gli ecosistemi e l’agricoltura, ad esempio per le coltivazioni di riso, taro. Tanto pericolosa a tal punto da indurre la Commissione europea a vietarne la commercializzazione e inserirla nella lista degli organismi nocivi soggetti a quarantena. “Nei casi in cui venisse riscontrata la presenza del genere Pomacea in campi e in corsi d’acqua, tutti gli Stati membri devono istituire zone delimitate al fine di eradicare tali organismi e di garantire un monitoraggio intensivo per verificare la loro presenza”, si legge nella direttiva 2012/697/UE. Ma di che creatura di tratta esattamente?
La lumaca mela
Il suo nome scientifico è Pomacea canaliculata ed un mollusco d’acqua dolce originario del Sud America. La sua peculiarità è la forma della conchiglia, a spirale e a globo che può raggiungere grandi dimensioni simili appunto a quelle di una mela. Ma anche le sue uova sono facilmente riconoscibili: hanno, infatti, una colorazione rosa acceso/rosa-arancio e vengono deposte in grandi quantità. Le uova, inoltre, sono particolarmente resistenti alla siccità, si diffondono rapidamente e riescono a sopravvivere in condizioni estreme, anche in assenza di cibo.
Una lumaca invasiva
Oltre alle caratteristiche delle uova che le rendono così resistenti, la lumaca viene considerata una specie altamente invasiva perché si riproduce molto velocemente: può deporre, infatti, centinaia di volte in una sola volta. Secondo il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia, i grappoli possono essere costituiti da 300-800 uova e vengono deposti dalle femmine su piante, pilastri in cemento o legno, barche, pietre e molte altre superfici al di fuori dell’acqua. Inoltre, non ha predatori naturali nella zone dov’è stata introdotta e non c’è quindi competizione con le specie native, facendo sì che le popolazioni crescano in modo incontrollato. Essendo molto vorace e cibandosi di piante acquatiche e terrestri, alghe e detriti vegetali, infine la lumaca mela provoca seri danni agli ecosistemi locali, distruggendo l’habitat di altre specie. I danni associati alle infestazioni da conchiglia mela sono dovuti all’attività trofica dalle forme giovanili e degli adulti, che possono devastare intere coltivazioni.
Monitoraggio e controllo
Ad oggi, in un documento della regione Campania, la presenza e le segnalazioni sono ad oggi state assenti. Per il controllo della lumaca mela la legislazione europea prevede misure rigide. Gli Stati membri, infatti, devono creare zone delimitate per eradicarle e garantire un monitoraggio intensivo. In caso di avvistamento, come ricorda Microbiologia Italia, è essenziale segnalarne la presenza al Servizio Fitosanitario Nazionale o Regionale; istituire zone delimitate per impedirne la diffusione e, infine, un monitoraggio continuo per verificarne la presenza e l’eradicazione.