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sabato, Apr 08

Luna. come si misura il tempo? | Wired Italia



Da Wired.it :

Nel 2025 gli astronauti torneranno a visitare la Luna, per costruire basi e stazioni spaziali, mettere al lavoro lander e rover robotici ed estrarre risorse. In questa nuova era di attività lunari, avranno bisogno di sincronizzarsi l’uno con l’altro; ad oggi, però, non esiste un sistema orario o un fuso orario concordato, e sulla Luna ovviamente non ci sono né Gps né internet.

Per mettere a punto un sistema per calcolare l’orario su suolo lunare sarà necessario sviluppare nuove tecnologie sul nostro pianeta, che andranno poi impiegate a oltre 284mila chilometri di distanza. Javier Ventura-Traveset, ingegnere dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) è alla guida di questi sforzi con un progetto chiamato Moonlight, che mira a realizzare dei satelliti al servizio degli astronauti ed esploratori robotici. Moonlight e la sua controparte statunitense, Lunar Communications Relay and Navigation Systems, supporteranno il programma Artemis della Nasa. Queste iniziative stanno sollevando domande sulla necessità di adottare un unico fuso orario sulla Luna, e sul suo eventuale funzionamento.

Le missioni Apollo della Nasa non avevano bisogno di tutto questo. All’epoca, gli astronauti hanno visitato la Luna, hanno portato a termine il loro lavoro e sono poi tornati a casa. Tuttavia, i piani delle agenzie spaziali per il ventunesimo secolo prevedono una presenza umana permanente sul nostro satellite, e la possibile convivenza di persone provenienti da Europa, Stati Uniti, Giappone, Cina e Canada allo stesso tempo. “Finora, quando si svolgeva una missione sulla Luna, ci si sincronizzava sempre con un fuso orario sulla Terra. Ma in futuro le missioni si moltiplicheranno e sarà necessario avere un orario di riferimento comune“, spiega Ventura-Traveset. Questo obiettivo comporta delle sfide logistiche e ingegneristiche, a cui se ne aggiungono altre di natura politica e filosofica.

Che ore sono sulla Luna?

Che cos’è il tempo sulla Luna? Quasi tutti concordano sulla definizione di secondo, l’unità di misura di base del tempo (se siete curiosi, un secondo corrisponde a 9.192.631.770 periodi di radiazione emessi da un atomo di cesio). Questo concetto però non è molto utile nella vita di tutti i giorni. Le persone hanno bisogno di periodi di tempo più ampi per svolgere attività come regolare un orologio, far funzionare un computer, sapere quando andare al lavoro o capire quanto tempo ci vuole per andare dal punto A al punto B. Sulla Terra, adottiamo la giornata di ventiquattro ore, basandoci sulla rotazione del pianeta e sulla successione di luce e buio, sui quali i nostri ritmi circadiani sono sintonizzati.

Il nostro satellite naturale, invece, ruota molto più lentamente, impiegando 29,5 giorni terrestri per un giro completo. Ciò significa che una parte della Luna rimane illuminata o lontana dal Sole per lunghi periodi. Sulla Terra non ci accorgiamo del movimento lunare perché il satellite è in rotazione sincrona con il nostro pianeta. Scienziati come Ventura-Traveset dovranno definire il significato di tempo in un luogo in cui molti degli indicatori che usiamo sulla Terra – alba, tramonto, ora di punta, prima serata – non sono applicabili. L’ingegnere non ha ancora determinato se le agenzie spaziali adotteranno uno o più fuso orari. Data la lentezza della rotazione lunare, Ventura-Traveset ritiene che sarebbe ragionevole adottarne un numero minore rispetto ai ventiquattro sulla Terra. Dal suo punto di vista, un solo fuso sarebbe più pratico e naturale: in questo modo riprodurremmo il Tempo coordinato universale, in modo che gli astronauti possano seguire un ciclo di ventiquattro ore come fanno sulla Stazione Spaziale Internazionale. In questo caso, ovviamente, un giorno non sarbebbe sincronizzato con i periodi di luce e buio della Luna.



[Fonte Wired.it]