Seleziona una pagina
venerdì, Mar 03

Maire Tecnimont, le 4 tecnologie verdi su cui investe



Da Wired.it :

Una seconda vita, un nuovo inizio. Il Capital Markets Day di giovedì 2 marzo è servito a Maire Tecnimont, società italiana di impiantistica e chimica verde, per presentare il suo piano strategico al 2032 e annunciare l’ambizione di diventare un attore chiave nella transizione energetica” a partire dalle competenze tecniche già sviluppate. La transizione energetica è “un macro trend che sarà con noi per sempre – ha dichiarato l’amministratore delegato Alessandro Bernini -. Vogliamo essere un modello”.

L’adattamento di Maire Tecnimont alla conversione ecologica in corso nel mondo investe anche l’organizzazione aziendale, con due business unit distinte: NextChem, focalizzata sulle tecnologie sostenibili, e Tecnimont, dedicata alle soluzioni di ingegneria e costruzioni. Più nello specifico, NextChem si occuperà di azoto, di idrogeno, di biocombustibili e carburanti sintetici e di polimeri, o materie plastiche.

Azoto, idrogeno, combustibili sintetici e plastiche sostenibili

L’azoto servirà a produrre fertilizzanti carbon-free per sostenere la produzione agricola e migliorare la sicurezza alimentare in un pianeta sempre più abitato: le previsioni delle Nazioni Unite dicono infatti che la popolazione mondiale passerà dagli attuali 8 miliardi di persone a 8,6 miliardi nel 2030 e a 9,8 miliardi nel 2050. Maire possiede una quota del 60 per cento nel mercato dell’urea (contiene azoto e viene utilizzata come concime) ed è ben posizionata anche nel settore dell’ammoniaca: oggi la si impiega soprattutto per i fertilizzanti, ma possiede le caratteristiche giuste per diventare un carburante a zero emissioni per le navi, al posto degli idrocarburi, e un vettore di idrogeno.

L’idrogeno promette di decarbonizzare le industrie pesanti e i trasporti difficili da elettrificare. Maire ci investe da cinquant’anni, ma ora vuole puntare sulle sue varianti “verde”, ossia prodotto dall’elettricità rinnovabile, e “blu”, ricavato dal gas naturale ma catturando le emissioni di anidride carbonica. Le tecnologie di sequestro della CO2 permettono di valorizzare uno scarto e – come ha detto il responsabile innovazione Antonio Batistini – di “trasformare un problema in un’opportunità”: la CO2 recuperata può fungere da materia prima per i combustibili sintetici e “circolari”.

A proposito di carburanti bio e sintetici, Maire prevede una crescita significativa del metanolo e dei combustibili sostenibili per l’aviazione (Saf) ottenibili tanto dagli scarti agroalimentari quanto da processi chimici che combinano la COall’idrogeno. Sia l’Unione europea che gli Stati Uniti hanno definito delle strategie per l’utilizzo dei Saf nel settore del trasporto aereo, al posto dei jet fuels tradizionali al cherosene.



[Fonte Wired.it]