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mercoledì, Mar 08

Margaret Atwood: il mondo è molto vicino al Racconto dell’ancella, ma le cose cambieranno



Da Wired.it :

No!

È più divertente di quanto si possa pensare.

Mi racconti meglio.

A patto che tu non sia in punto di morte o soffra di demenza, hai molto meno da perdere. Si può colorare molto più fuori dalle righe, soprattutto rispetto ai giovani di oggi, nell’era dell’ansia. Le persone hanno paura di essere attaccate dai loro coetanei sui social media. Non sono stati temprati dal fuoco. Se sei stato temprato, puoi lasciarti andare.

In realtà la domanda che volevo farle –  sul modo in cui le nostre prospettive cambiano nel tempo – si riferisce a uno dei racconti contenuti in Old Babes in the Wood, Freeforall, che immagina un mondo in cui la paura diffusa delle malattie porta alla tirannia del governo, pubblicata originariamente nel 1986.

Oh, sì. Gli editor erano molto interessati a inserirlo. Pensavano che fosse di interesse storico, visto che è una sorta di capovolgimento del Racconto dell’ancella.

Ah, quindi non l’ha scelto lei?

Pensavo che fosse troppo lungo, quindi l’ho cambiato un po’. Voglio dire, penso anche io che sia di interesse storico, ma come racconto in sé non sarebbe in cima alla mia lista. Sto facendo autocritica.

L’ho trovato fantastico. Davo per scontato che*__ __*avesse scelto lei di inserirlo.

Be’, se avessi voluto impuntarmi, avrei potuto dire di no.

Volevo chiederle anche se oggi si sente legata a questo racconto come quando l’ha scritto. Si sente ancora legata alle opere che ha scritto decenni fa?

Me quando lo stavo scrivendo? Certo che no.

Si sente almeno la stessa persona?

No. Sono invecchiata. Sarebbe bizzarro se fossi la stessa persona. Sarei un vampiro.

Quindi in genere non prende in considerazione di aggiornare o rivedere vecchie opere…

Un libro intero? No. Ho cambiato Freeforall per renderlo più sintetico. Ma rifare un romanzo, no.

Io non penso che dovrebbe rifare nessuno dei suoi romanzi, comunque.

Sono un’istantanea nel tempo. Sono prodotti della loro epoca. Con mia grande sorpresa, La donna da mangiare [il romanzo d’esordio di Atwood, pubblicato nel 1969, nda] vende ancora molto. Era un’opera dell’epoca in cui non c’erano nemmeno i collant.

Solo calze?

Due calze, e le tenevi su con dei reggicalze o delle guaine. Ma i giovani hanno ancora un legame con La donna da mangiare, perché parla del problema del lavoro: di cosa vivrai? Quali lavori si possono fare e cosa viene dopo? Dovrei sposarmi? Voglio dire, “Dovrei sposarmi?” a quei tempi era una domanda più pressante.



[Fonte Wired.it]