Seleziona una pagina
mercoledì, Mar 08

Marisa Bellisario, perché l’8 marzo è importante ricordare chi era | Wired Italia



Da Wired.it :

Per una donna fare carriera è più difficile, ma è più divertente“. Sono tantissime le conquiste che dobbiamo a Marisa Bellisario, la prima donna italiana a sfidare i pregiudizi degli anni Sessanta e a intraprendere una carriera di successo nell’industria elettronica italiana, ai tempi un settore in pieno sviluppo riconosciuto su scala internazionale. Dal contributo alle donne nel settore industriale e politico fino all’impegno per le pari opportunità nel mondo del lavoro e dell’ambito dell’elettronica, ai tempi considerato esclusivamente per soli uomini, Bellisario ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro paese.

Inizia così il suo percorso all’interno di Olivetti, dapprima frequentando un corso di programmazione destinato a pochi dipendenti, per poi arrivare nel corso degli anni ai vertici della Olivetti Corporation of America, fino a ricevere nel 1986 la nomina di manager dell’anno per il suo lavoro come amministratrice delegata di Italtel. Anche se si è detta dispiaciuta di non aver partecipato attivamente alle manifestazioni e alle proteste, il suo contributo per i diritti delle donne è arrivato fino a oggi, con l’istituzione di una fondazione che porta il suo nome e di un premio per tutte le donne che si distinguono nei vari settori. In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, vogliamo ricordare la vita di Marisa Bellisario e il grande contributo che ha dato alle pari opportunità nei settori tecnico-scientifici.

Gli inizi

Maria Isabella Bellisario, detta Marisa, nasce a Ceva, in provincia di Cuneo, il 9 luglio 1935 e dopo aver intrapreso gli studi di ragioneria, consegue una laurea in economia e commercio nel 1959 all’università degli studi di Torino. Nell’anno successivo, Bellisario viene assunta come programmatrice alla divisione elettronica della Olivetti, una delle prime donne a lavorare in questo ambito informatico, all’epoca ancora in fase di esplorazione e in pieno sviluppo. A Bellisario viene assegnato un progetto relativo all’Elea 9003, l’Elaboratore elettronico aritmetico, il primo computer progettato e prodotto interamente in Italia, che doveva essere dato in elaborazione alla Marzotto. Assiste nel 1963 alla fusione della Olivetti con la Bull e nel 1964 alla cessione della sua divisione alla General Electric, cambiando il nome in General Electric Information Systems Italia (Geisi).

Il successo

Il 1965 è l’anno in cui inizia a ottenere i suoi riconoscimenti internazionali, con il suo primo viaggio a New York. Cinque anni dopo, nel 1970, la Geisi viene veduta alla Honeywell e cambia il nome in Honeywell Information Systems Italia (Hisi), mentre nel 1979 Bellisario viene nominata presidente della Olivetti Corporation of America. Due anni dopo torna in Italia, dove diventa amministratrice delegata di Italtel e riesce a ristrutturare l’azienda e a portarla in attivo. Prima del suo arrivo, nell’azienda erano presenti solo il 5% di laureate, percentuale che grazie al contributo di Bellisario ha raggiunto quasi il 30%. Per le sue doti manageriali e le sue capacità viene insignita nel 1986 del premio di manager dell’anno. È stata la prima donna italiana a ottenere questo riconoscimento.

Le difficoltà

Nonostante i successi e i traguardi che ha collezionato durante la sua carriera, Marisa Bellisario ha incontrato non poche difficoltà nell’affermarsi come donna in una posizione di potere. Ricordiamo, ad esempio, il rifiuto di Fiat alla richiesta di fusione di Italtel e Telettra, del gruppo Fiat, per la formazione di Telit proprio perché l’azienda non poteva accettare che una donna ricoprisse la carica di amministratrice delegata. Anche al suo arrivo in Italtel, dopo l’esperienza statunitense, Marisa Bellisario non è stata accolta da tutti con grande entusiasmo, anzi: i giornali scrivevano che fosse stata scelta una donna per rendere meno dura la chiusura del colosso, i sindacati si dimostravano in disaccordo con il suo piano per ristrutturare l’azienda.

L’impegno per le donne

“Sono sola e parto da zero: è la mia vocazione”, è stata una delle dichiarazioni di Bellisario di maggior impatto sulla sua carriera. Oltre alla sua iscrizione al Partito socialista italiano nel 1980, ha portato avanti il suo impegno politico e la sua lotta per i diritti e le pari opportunità delle donne, soprattutto nell’ambito delle materie Stem – “la tecnologia è il miglior alleato che la donna abbia mai avuto” -, entrando a far parte della Commissione nazionale per la parità tra uomo e donna, fondata dall’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi e presieduta da Elena Marinucci, e diventa presidente della sezione relativa alle nuove tecnologie. Oggi la Fondazione Marisa Bellisario, nata nel 1989 da un’idea di Lella Golfo, porta il nome della manager: si tratta di una rete impegnata in iniziative che hanno lo scopo di promuovere la parità di genere e la presenza delle donne in vari ambiti, come quello politico, economico e delle materie Stem.

Inoltre, l’associazione ha istituito il premio Marisa Bellisario: si tratta della Mela d’oro, il riconoscimento che viene assegnato ogni anno alle donne che si distinguono in settori diversi come management, imprenditoria, istituzioni, informazione, spettacolo, internazionale, e tanti altri. La fondazione ha anche introdotto due premi dedicati alle aziende, il Woman Value Company, nato da una collaborazione con Intesa Sanpaolo e pensato per le piccole e medie imprese, e Aziende Women Friendly, che guarda a quelle quotate in borsa. Ogni anno viene anche organizzato un seminario, Donna Economia & Potere, per approfondire insieme a 300 imprenditrici, manager e professioniste, temi di economia e attualità.



[Fonte Wired.it]