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sabato, Apr 08

Marte, i progetti per l’esplorazione del pianeta rosso nei prossimi decenni



Da Wired.it :

Il futuro prossimo nell’esplorazione di Marte è segnato: un’incredibile missione di recupero, la Mars Sample Return Mission, riporterà sulla Terra i campioni di suolo e rocce che Perseverance sta raccogliendo proprio in questi mesi. Serviranno investimenti miliardari e almeno un paio di missioni preparative (che vedranno coinvolta anche l’Esa), ma l’obbiettivo è deciso e, a meno di incidenti, dovremmo veder arrivare le prime rocce marziane nei laboratori terrestri entro la fine del decennio in corso. Per quanto riguarda il futuro remoto, le cose sono altrettanto chiare: si lavora per portare i primi astronauti sul pianeta rosso, anche se in una data che – a dispetto degli annunci irrealistici dell’era Obama – nessuno può ancora prevedere. Nel frattempo? Niente paura, perché la Nasa è già al lavoro per progettare le missioni su Marte nel medio periodo, e ha appena dettagliato i suoi piani nel corso di una presentazione tenuta durante il tradizionale meeting di primavera delle National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine americane.

Questione di soldi

In effetti, un aggiornamento da parte dell’agenzia spaziale americana era ormai necessario, visto che ultimamente nella comunità scientifica iniziava a farsi strada una certa preoccupazione per la mancanza di nuovi programmi di esplorazione indirizzati verso Marte. A parte la sonda Escapade (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers), che dovrebbe partire il prossimo anno a bordo di un razzo della Blue Origin per studiare in situ la magnetosfera marziana, non ci sono in effetti altre missioni esplorative sul pianeta rosso in cantiere.

Anche l’orbiter I-MIM, o International Mars Ice Mapper, sviluppato dalla Nasa in collaborazione con diversi partner internazionali (tra cui la nostra Asi), che sarebbe dovuto partire nel 2026 è ormai stato abbandonato dall’agenzia americana lo scorso anno, e rischia a questo punto di non vedere mai la luce. Colpa di un budget sempre più risicato, ormai drenato quasi per intero dal progetto Mars Sample Return, che solo nell’anno fiscale 2024 ha richiesto un investimento pari a quasi un miliardo di dollari. Come bilanciare, dunque, i costi crescenti di questa impresa titanica, con la necessità di programmare per tempo anche altri missioni scientifiche da lanciare nel corso dei prossimi anni e decenni? La risposta l’ha fornita nel corso del meeting Eric Ianson, direttore del programma di esplorazione marziana della Nasa.

Missioni low cost

La visione descritta da Ianson è quella di un programma marziano a basso costo, che potrebbe tenere impegnata l’agenzia a partire dal 2030, in attesa che il fantomatico viaggio umano su Marte diventi un’opportunità concreta. L’idea è quella di programmare una batteria di missioni robotiche con finestre di lancio bi-annuali, e dal costo contenuto, che permetta di mantenere il budget sotto i 300 milioni l’una. Di certo, al momento, non c’è ancora nulla. Tanto più che il programma low cost di cui ha parlato Ianson al momento non è ancora stato approvato in nessuna sede, e richiederà un ok sia da parte della comunità scientifica, sia dal Congresso degli Stati Uniti, responsabile dell’approvazione dei budget annuali della Nasa.

Si tratta comunque di ottime notizie per la comunità scientifica, che da tempo è interessata alla possibilità di organizzare missioni dai costi contenuti dirette su Marte. Che permetterebbero sia di lavorare su più fronti contemporaneamente, sia di immaginare missioni più rischiose, avendo in ballo meno soldi dei contribuenti di cui rendere conto. Come riporta Science, qualche esempio ce lo offrono i progetti proposti lo scorso anno nel corso di un workshop dedicato al tema, che ha visto la partecipazione di oltre 400 scienziati, e la presentazione di 39 possibili missioni. Tra queste troviamo orbiter dedicati allo studio dei venti, del clima o della gravità marziana, elicotteri autonomi, sullo stile di Ingenuity, con a bordo strumenti per lo studio della geologia, e micro-lander da indirizzare ai poli del pianeta, per studiare e mappare i depositi acqua presenti.



[Fonte Wired.it]