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Marte, il rover Curiosity immortala un piccolo “corallo”, regalo delle tempeste sabbiose che rendono il pianeta invivibile

da | Ago 14, 2025 | Tecnologia


Nella stagione in cui tutti cercano coralli in mare, Curiosity ne ha trovato uno su Marte. Esplorando il cratere Gale di questo pianeta, il rover della Nasa ha infatti da poco individuato una roccia particolarmente somigliante a questo organismo marino e l’ha immortalata. Risale a miliardi di anni fa, cattura l’attenzione di chi esplora i fondali oceanici del nostro pianeta e, soprattutto, interroga gli esperti su tutto ciò che ci è ancora ignoto di quello che alcuni vorrebbero ci ospitasse.

Sabbiature marziane

Marte il rover Curiosity immortala un piccolo “corallo” regalo delle tempeste sabbiose che rendono il pianeta invivibile

NASA/JPL-Caltech/LANL/CNES/CNRS/IRAP/IAS/LPG

Grande pochi centimetri e delicatamente ramificata, la formazione marziana può ricordare anche un pezzo di fulgurite, minerale fuso dal calore di un fulmine mentre colpisce nel terreno. Sicuramente non lo è, secondo gli esperti, ma si tratta di uno dei tanti prodotti dell’antico clima di Marte. Quando era ancora umido, infatti, l’acqua si è inserita nelle sue crepe trasportando minerali disciolti poi rimasti allo scomparire del fluido, prendendo forma, quella delle fessure tra le rocce, quella che oggi a noi sembra un corallo.

Questo processo di “formazione corallina marziana” mostra uno degli effetti degli eoni di sabbiatura trascorsi sul Pianeta. Marte potrebbe non avere più acqua di superficie, ma sicuramente ha polvere e vento e proprio le stesse tempeste di sabbia che lo avvolgono per mesi e mesi sono anche all’origine di fenomeni come quello appena individuato da Curiosity. È infatti solo grazie alla potenza del vento che tira sulla superficie del pianeta rosso che la matrice contenente il deposito di materiale sedimentario si è staccata e dispersa, lasciando solo il materiale che riempiva la fessura, un inverso alla formazione originale.

Energia curiosa e sostenibile

Quella del corallo non è l’unica forma familiare che Curiosity ha individuato con la sua fotocamera telescopica ad alta risoluzione. Nella sua passeggiata marziana ha incontrato anche dei fiori e delle faccine, e molto altro. Chi “soffre” di pareidolia e ama riconoscere volti e oggetti nelle nuvole, potrebbe divertirsi a fare lo stesso con ciò che le tempeste di sabbia e vento di Marte lasciano sul suolo. In realtà lo può già da tempo e proprio grazie a Curiosity che da ormai tredici anni si muove, esplora e raccoglie dati utili. Perché possa continuare a farlo, però, si sta lavorando a un nuovo sistema di energia che permetta a questo rover di ottimizzare le risorse e i tempi.

Oggi la sua energia proviene da un generatore termoelettrico a radioisotopi che converte il calore del plutonio in elettricità. È un sistema ancora perfettamente funzionante ma con il tempo, la sua capacità diminuisce gradualmente e Curiosity non si può permettere di abbassare l’attenzione. Gli esperti del Jet Propulsion Laboratory stanno quindi lavorando a un aggiornamento ingegneristico che consenta a Curiosity di svolgere compiti in parallelo, comunicando mentre si muove o manovra il suo braccio robotico. Meno spreco di tempo e di costi, un cambio di prospettiva per lasciare che Curiosity continui a scoprire coralli, faccine e molto altro.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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