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martedì, Ott 19

Medicina, l’anello di congiunzione tra i nostri dati e il futuro



Da Wired.it :

Per aggregare le informazioni provenienti da una varietà sempre più vasta di dispositivi saranno fondamentali app in grado di elaborare questi dati e dare valore

Photo by Luke Chesser on Unsplash

Nell’ultimo decennio il settore sanitario sta assistendo a un proliferare incontrollato di dati medici generati dai pazienti — e non solo. Digitalizzazione e servizi di assistenza sempre più evoluti danno vita a quantitativi di informazioni che solo a cavallo del millennio non era possibile immaginare né stoccare; più di recente l’avvento dei wearable ha dato un’ulteriore, colossale accelerata al medesimo impulso, con dispositivi sui polsi o nelle tasche di decine di milioni di persone che generano informazioni a ritmo continuo.

In particolare si stima che ormai un cittadino statunitense su cinque utilizzi uno smartwatch o un fitness tracker, e che nel solo 2020 sono stati smerciati in tutto il mondo 153 milioni di dispositivi indossabili — in aumento del 27 percento rispetto all’anno precedente. Questi gadget tracciano passi, qualità del sonno, battito cardiaco e altre miriadi di informazioni, che si aggiungono a ciò che sono già in grado di fare gli smartphone con i loro sensori e le loro statistiche di utilizzo. Tutte queste informazioni rappresentano un oceano di potenziale, che al momento rischia di rimanere bloccato nei sistemi informatici dei fornitori di servizi sanitari locali o in uno sterile scontro tra superpotenze del settore tecnologico.

I silos di ospedali e Silicon Valley

Non è un mistero che tutti i colossi tecnologici attualmente in attività stiano cercando un modo per introdursi nel settore sanitario, e che per farlo abbiano scelto di passare per la via dei dispositivi indossabili. Apple con l’Apple Watch, Google con Fitbit, Amazon con Halo Band, Microsoft con l’ormai defunta Microsoft Band — e poi Xiaomi, Huawei, Samsung; tutte queste aziende hanno qualcosa in comune: attraverso i loro wearable collezionano dati preziosi e li trasformano a modo loro in consigli utili per migliorare il benessere degli utenti. 

Questi dati, insieme a quelli generati da cartelle cliniche elettroniche e altri punti di contatto con utenti e pazienti, attualmente faticano a uscire dai loro ecosistemi di riferimento: i costruttori di dispositivi li usano come incentivo per evitare che gli utenti acquistino dispositivi incompatibili, mentre le strutture sanitarie li blindano all’interno dei loro sistemi informatici.

Cosa sono le Api

In futuro la situazione non può che peggiorare, soprattutto dal punto di vista della frammentazione del mercato dei wearable — sempre più economici ma prodotti da sempre più aziende. Per questi motivi, per aggregare le informazioni provenienti da una varietà sempre più vasta di dispositivi saranno fondamentali le Api, o application programming interface.

Questi software si possono considerare come l’anello di congiunzione tra i dati rilevati dai dispositivi indossabili o dagli ospedali, e potenziali nuove app e servizi realizzati da startup e aziende che desiderano mettere sul mercato soluzioni di sanità digitale innovative. Il pubblico a cui si rivolgono le Api sono proprio questi soggetti, che mirano a offrire servizi di analisi intelligente dei dati generati dai pazienti ma non dispongono delle risorse economiche o delle conoscenze in fatto di programmazione necessarie a interfacciare le app che hanno in mente con la totalità dei dispositivi in commercio.

Un ruolo chiave

Non è escluso che in futuro i dati generati dai pazienti attraverso dispositivi indossabili e altri punti di raccolta restino liberi da vincoli di utilizzo: le legislazioni di diversi Paesi stanno già muovendosi in questo senso, spingendo cioè affinché i soggetti attivi in ambito sanitario compilino e trattino i dati generati dai loro prodotti e servizi secondo principi di interoperabilità. Anche in quel caso però, reperire queste informazioni da un numero sempre crescente di fonti non sarà un compito alla portata di tutti.

Le API e le aziende che si occupano dello sviluppo di questi software daranno a sviluppatori e startup di ogni dimensione e provenienza la possibilità di partecipare al mercato dei servizi legati alla sanità digitale, senza bisogno di competenze tecniche superflue e slegate dall’ambito che desiderano rivoluzionare. Abbasseranno i requisiti di ingresso in un settore tra i più promettenti del decennio; manterranno vitale una competizione che a sua volta accelererà il progresso in un settore che — sta diventando sempre più chiaro — cambierà la vita di tutti. Tuttavia è fondamentale considerare che i dati che provengono dai wearable non sono sempre affidabili, bisogna prevedere standard di certificazione che garantiscano sicurezza e livelli standard per tutti. Infatti, più in generale, i dati raccolti non sono uniformi perché provengono da device anche profondamente diversi. Il punto di partenza per ragionare su sistemi condivisi di dati infatti è proprio l’interoperabilità e la certificazione standard della qualità del dato.





[Fonte Wired.it]