Entro il 27 maggio è possibile opporsi all’uso dei dati per allenare Meta AI. A differenza di altri trattamenti che richiedono il consenso esplicito (“opt-in”), in questo caso Meta utilizza la pratica “opt-out”: il servizio viene attivato in automatico e, a posteriori, noi si può chiedere di esserne esclusi. L’azienda ha dichiarato che, in questo caso, l’”opt-out” è legalmente ammesso grazie alla base giuridica del “legittimo interesse”, prevista dall’articolo 6 del Gdpr. Come riportato dal Corriere della Sera, il legittimo interesse è ammesso nei casi in cui un’azienda deve trattare dati personali per necessità concrete: per prevenire frodi, garantire la sicurezza della rete, garantire il funzionamento stesso del servizio. Meta sostiene che l’uso dei contenuti pubblicati per migliorare le prestazioni della propria intelligenza artificiale rientri in questa casistica. Una posizione che, tuttavia, continua a sollevare dubbi e contestazioni. Per potersi avvalere del legittimo interesse, Meta ha dovuto informare gli utenti tramite notifiche e banner all’interno delle app, offrendo la possibilità di esercitare il diritto di opposizione (meccanismo di opt-out), e quindi escludere i propri dati dal processo di addestramento
