Mark Zuckerberg, il fondatore di Meta, ha recentemente annunciato che l’azienda non utilizzerà più i fact-checker sulle sue piattaforme. Ma le sorprese non finiscono qui, infatti, l’azienda ha dichiarato di volersi sbarazzare anche dei programmi per la diversità, equità e inclusione.
Secondo una nota interna visionata dai media americani, Meta riconosce che il panorama giuridico e politico per gli sforzi in materia di diversità, equità e inclusione negli Stati Uniti sta cambiando rapidamente, e alcuni programmi, come il ‘Diverse Slate Approach’, non sono più considerati attuali.
La decisione di eliminare il fact-checking dalle piattaforme del gruppo ha suscitato diverse reazioni, con il presidente Usa Joe Biden che ha definito la mossa “vergognosa”.
La vicepresidente esecutiva della Commissione Ue con delega alla Sovranità Tecnologica, alla Sicurezza e alla Democrazia, Henna Virkkunen, ha sottolineato l’importanza di garantire un ambiente digitale sicuro ed equo in Europa, dove i diritti dei cittadini devono essere rispettati e la legislazione seguita per garantire condizioni di parità e un ambiente online sicuro per tutti.
Questa decisione di Meta senza dubbio solleva polemiche e interrogativi sul futuro dei social media e sulla responsabilità delle piattaforme digitali nell’era moderna.