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Meta ha scosso il mondo dei social media con la decisione di abbandonare il fact-checking di terze parti e allentare la moderazione dei contenuti, scatenando un’ondata di critiche e preoccupazioni tra gli utenti. Dal momento dell’annuncio di Mark Zuckerberg sulla chiusura del programma di verifica dei fatti a favore di un sistema basato sugli avvisi della community, la tensione non è scesa. Le ricerche su Google riguardanti l’eliminazione dei profili social del gruppo Meta hanno registrato un picco, sia negli Stati Uniti che in Italia, con utenti alla ricerca di alternative.

L’abbandono delle piattaforme del gruppo, da Facebook a Instagram e Threads, sembra essere la risposta di molti utenti che temono una diffusione maggiore di disinformazione e contenuti dannosi. La recente apertura alla disinformazione online ha spinto gli utenti a cercare modi per eliminare definitivamente i propri account social, con ricerche relative che hanno registrato un aumento significativo.

In un momento in cui la trasparenza e l’affidabilità dei contenuti online sono cruciali, l’azione di Meta ha sollevato preoccupazioni tra la community digitale. Mentre il gruppo si prepara a sostituire i fact-checker di terze parti con un sistema basato su segnalazioni della community, emerge una crescente disapprovazione nei confronti delle nuove politiche di moderazione.

In un contesto in cui la fiducia nei social media è già stata messa in discussione, l’abbandono del fact-checking potrebbe portare a un aumento di fake news, incitamento all’odio e contenuti violenti online. In questo scenario, nuove piattaforme come Bluesky e Mastodon potrebbero trovare spazio per attrarre utenti che cercano una maggiore trasparenza e controllo sui contenuti che visualizzano.

Le critiche al cambiamento di approccio di Meta alla moderazione dei contenuti continuano a crescere, con l’ad di Mastodon che definisce le modifiche come “Una preoccupazione per chiunque abbia una coscienza”. Mentre il futuro dei social media si evolve, resta da vedere quali saranno le conseguenze di questa decisione su una community digitale sempre più esigente e consapevole dei rischi legati alla diffusione di informazioni non verificate.