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mercoledì, Mar 22

Metaverso, anche l’archeologia lo scopre



Da Wired.it :

Oltre che per le visite virtuali da parte del pubblico, altre migliorie possono giungere dall’utilizzo del metaverso per studi scientifici. Il metaverso, infatti, impone una serie di processi obbligati, che accelerano l’avanzamento o la trasformazione di alcune dinamiche presenti soprattutto in campo umanistico. Il confronto con un contesto, in termini di pubblico e di possibile fruizione dei contenuti, nonché delle diverse modalità di fruizione, estremamente variegato, variabile e in evoluzione, costringe a un continuo aggiornamento delle soluzioni tecnologiche e delle metodologie che garantiscano una corretta interazione con il portato cognitivo ed emozionale dell’utente. 

Non bisogna dimenticare che il metaverso è incentrato sull’utenza e sulle azioni da questa compiute in ambiente digitale: la mediazione tra l’interazione dell’individuo e l’ambiente digitale deve essere il minore possibile, per garantire una maggiore immersione possibile – spiega Malatesta -. Dal punto di vista dell’esperienza utente, quindi, si ha un netto avanzamento di ricerca in tutti gli ambiti legati alla percezione e alla reattività, come ad esempio la neuropsicologia”. Oltre all’infrastruttura tecnica e tecnologica, però, occorre considerare anche l’aspetto contenutistico: la creazione di sistemi complessi, comprendendo in questa definizione tanto il contenuto in sé quanto le diverse modalità di fruizione dello stesso rese possibili dall’ambiente metaversale, implica un ripensamento nella formulazione e presentazione di quanto si voglia rendere disponibile nel metaverso. La qualità di immediatezza che caratterizza l’ambiente digitale funzionante in tempo reale impone una serie di scelte come mai prima necessaria. Spiega Malatesta “Questo si traduce, nel campo dei beni culturali e nei diversi ambiti di studio ad essi connessi, un nuovo modo di pensare la formulazione del messaggio culturale, una nuova forma di strutturazione delle informazioni, un veloce aggiornamento dei dati e, soprattutto, l’obbligo di una pressoché immediata condivisione dei risultati, con il conseguente confronto, data la scala e la natura del metaverso, con una comunità scientifica vasta e diversificata”.

L'interno della casa dei Vettii di Pompei

Le spettacolari immagini della casa dei Vettii a Pompei

Metaverso come esperienza originale

Esiste perciò uno sviluppo preciso riguardo l’archeologia; ma in che modo le versioni virtuali sono utili per l’analisi dal punto di vista storico? “Il metaverso comporta un’innovazione nel processo di comprensione di un contesto archeologico, basandosi non solo sull’analisi delle diverse dinamiche che sono intervenute su di esso, ma costringendo a un necessario, quanto non scontato, lavoro di sintesi di esse, unendo il fattore sensoriale. Il metaverso si differenzia da una normale ricostruzione virtuale perché non si limita a presentare una ipotesi, ma implica – per la natura stessa della sua formulazione – una continua interazione con essa”, dice l’esperto. Se, per esempio, il lavoro di ricostruzione tridimensionale di un monumento obbliga a una continua proposizione di domande verso il contesto archeologico, di per sé naturalmente frammentario e parziale, al fine di restituire una visione complessiva non di come il monumento realmente fosse, ma di come potesse presentarsi in un dato periodo storico, la possibilità di muoversi intorno, di entrare negli ambienti, di interagire con gli spazi, costringe a un lavoro che non riveste solo l’aspetto visivo, ma anche sensoriale. Il metaverso e gli spazi virtuali hanno la capacità di portare visitatori e archeologi all’interno degli spazi storici, una possibilità concessa solo dall’innovazione tecnologica.

Si pensi all’area del Foro Romano: il visitatore odierno si trova di fronte a una situazione come mai, in nessun momento storico, nessun romano di alcuna epoca avrebbe mai potuto vedere, non tanto per la situazione di rovina, quanto per il numero di edifici e monumenti che contemporaneamente si vedono oggi. Porticati medievali, archi di trionfo del III secolo, sepolcreti del IX secolo a.C., basiliche in varie fasi storiche, interpretazioni e sistemazioni monumentali novecentesche, costituiscono una commistione che stordisce il visitatore e rende difficile la comprensione non solo dell’avventore occasionale, ma anche dello specialista chiamato a districarsi nelle diverse fasi costruttive e nella contemporaneità di più interventi in più punti del Foro stesso. In questo, ancor prima che il metaverso, la semplice restituzione digitale dei monumenti ha consentito di isolare monumenti ed edifici tra loro coevi, e di visualizzare lo sviluppo cronologico dell’intera area; la seconda fase, quella della ricostruzione tridimensionale, ha permesso di comprendere aspetto e funzione delle varie strutture, trovando però un limite nel far percepire i volumi di esse, il rapporto tra gli edifici e il loro contesto, la relazione tra spazi e persone. 

Ed è qui che interviene il metaverso. “La differenza tra questi due livelli è alla portata di ognuno di noi, è la stessa esistente tra vedere una fotografia di un luogo o un monumento – il Colosseo, a titolo esemplificativo – ed essere in presenza di esso: nella foto sfugge completamente la dimensione della struttura, delle funzioni delle sue partiture e componenti, e come questo si ponga nel contesto urbano di riferimento, mentre in presenza, al giusto rapporto dimensionale, cambia completamente il modo di rapportarsi ad esso. Non è più il Foro Romano come si presentava in un determinato periodo storico: è come il Foro Romano era stato pensato dai suoi ideatori e come veniva vissuto dai suoi frequentatori”, conclude Malatesta. Il metaverso trova così un utilizzo legato all’archeologia e quasi inaspettato: la contemporaneità di azione a livello potenzialmente mondiale e l’interazione pluriutente, comportano la necessità di un rapido aggiornamento delle informazioni e di condivisione dei risultati di ricerca tali da costituire un volano per la cultura collaborativa e aperta.



[Fonte Wired.it]