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martedì, Gen 31

Microchip, il progetto impossibile del Giappone per dominare l’industria



Da Wired.it :

Per colmare il divario tecnologico e rilocalizzare nel paese una parte della produzione che possa soddisfare il fabbisogno di semiconduttori, ad agosto alcune grandi società hanno deciso di fondare assieme una nuova società che potesse rispondere alla loro domanda di microchip avanzati. Toyota Motor, Sony, Kioxia, Denso, Nec, Mufg Bank, SoftBank e Ntt sono alcune delle più grosse società del paese e nella nuova società hanno investito un capitale iniziale di 7,3 miliardi di yen, pari a circa 56 milioni di dollari. La società che ne è nata è stata chiamata Rapidus, un nome scelto come metafora dell’intenzione della società di velocizzare il processo di produzione dei semiconduttori del Giappone.

E stando ai primi annunci, la velocità sembra davvero essere al centro del progetto imprenditoriale. Come dichiarato pochi giorni fa dal presidente dell’azienda Atsuyoshi Koike, Rapidus mira a realizzare entro il 2025 il primo prototipo di linea produttiva per microchip da 2 nanometri. Si tratterebbe di un balzo in avanti clamoroso per il Giappone, considerando che Tsmc per quella stessa data programma di iniziare la commercializzazione su vasta scala dello stesso tipo di microchip. La marcia a tappe forzate però sembra l’unica strada per il paese, che intende cominciare la produzione di questi semiconduttori già nel 2027

Un obiettivo esageratamente ambizioso che però gode di appoggi importanti, in particolare al di fuori del mondo dell’impresa. Per ora il primo sostenitore di Rapidus, infatti, non sono le società che l’hanno costituita bensì il governo giapponese che ha già stanziato 70 miliardi di yen (540 milioni di dollari) come sussidi per il progetto, dieci volte quanto sborsato per ora dagli otto fondatori.

Oltre ai fondi il governo ha anche istituito una nuova organizzazione di ricerca, nota come Leading-edge Semiconductor Technology Center (Lstc), che assisterà Rapidus nello sviluppo dei microchip. Il ministro dell’economia e dell’industria Yasutoshi Nishimura ha detto che i semiconduttori saranno una tecnologia chiave che permetterà di spostare le frontiere dell’innovazione. “Desideriamo rafforzare la base dell’industria giapponese dei semiconduttori e la sua competitività tramite sforzi condivisi di industria e accademia”, ha dichiarato a novembre. 

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La sfida con gli Stati Uniti

Il progetto è ancora all’inizio, ma circa mezzo miliardo di dollari non sono nemmeno lontanamente sufficienti per arrivare là dove Rapidus vuole arrivare. Gli Stati Uniti, per esempio, col proprio Chips Act hanno riservato 52,7 miliardi di dollari per il reshoring delle fabbriche di microchip, e anche l’Unione europea ha messa da parte 43 miliardi di euro per una misura simile. A dicembre, la Cina ha annunciato un pacchetto di aiuti di 143 miliardi di dollari per il settore: insomma, tutto un altro ordine di grandezza. I responsabili giapponesi ne hanno piena coscienza e secondo alcune fonti riportate da Reuters altri fondi dovrebbero presto essere sbloccati. Per bocca del presidente Koike, Rapidus infatti progetta di investire nei prossimi anni almeno 37 miliardi di dollari: 15 per sviluppare la tecnologia e i rimanenti per costruire gli impianti di produzione.



[Fonte Wired.it]