Tra questi: promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati a semiconduttore, compresi quelli che sono alla base dei sistemi di supercalcolo e di intelligenza artificiale, ma anche rafforzare il sistema di formazione professionale nel campo della microelettronica e infine la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore, prevedendo la possibilità di istituzione di sedi operative secondarie sulla base dei criteri di competenza differenziata, tra cui la diversità nella specializzazione all’interno dei comparti della microelettronica, la prossimità a distretti in cui siano già presenti realtà produttive e collaborative nella ricerca e la progettazione di circuiti integrati da semiconduttore.
Questo è l’obiettivo, ribadisce Sangiovanni Vincitelli: “Lavorando insieme alla Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna, Cineca e Fondazione Icsc, potremo creare sinergie importanti che accelereranno l’innovazione e favoriranno la formazione delle competenze necessarie per le sfide future nel settore”. Secondo il presidente della Fondazione Chips-IT, “l’accordo è un esempio concreto di come collaborazioni tra istituzioni, ricerca e industria possano generare valore non solo per il Paese, ma anche per l’Europa intera”.
Al riguardo, la Fondazione, oltre ad aver attratto ricercatori che hanno già cominciato a “produrre innovazione”, cioè pubblicare rapporti di ricerca nelle conferenze di settore, ha costituto anche il suo comitato tecnico scientifico, con quattro personalità del mondo scientifico e tre che provengono invece dall’industria. I rapporti con gli atenei più prestigiosi del settore e con le eccellenze europee, come l’italo-francese STMicroelectronics, è fondamentale. A fine ottobre il comitato si riunirà, intanto l’idea di fondo è chiara: “È la collaborazione – dice Sangiovanni Vincitelli – con i centri di ricerca e le università. Tutta la mia vita è fondata attorno all’idea della collaborazione: con gli europei in generale e con gli enti di ricerca mondiale. L’Italia comunque non parte da zero in questo settore: STM non è la prima azienda al mondo ma una delle prime dieci, la Germania ha Infineon. Siamo forti in alcuni settori come l’elettronica di potenza, per l’automobile, analogica, silicon carbide, cioè il carburo di silicio”.
La fondazione, nata nel 2023 con sede a Pavia e sostenuta da tre ministeri (ministero dell’Economia e delle finanze, delle Imprese e del made in Italy e dell’Università e della ricerca) anche se fa riferimento direttamente al Mimit di Adolfo Urso, punta a creare una rete nazionale di competenze nel settore microelettronico. I suoi obiettivi spaziano dalla progettazione di chip avanzati alla formazione professionale specializzata.
L’autonomia strategica dell’Europa
L’intesa appena firmata si inserisce nell’EU Chips Act, il piano europeo per ridurre la dipendenza dai produttori asiatici e americani. Come ha spiegato il presidente della Regione, Michele de Pascale, l’accordo rappresenta un passo concreto verso l’autonomia tecnologica europea. Bologna mira a diventare un vero e proprio laboratorio dove testare l’integrazione tra ricerca pubblica e trasferimento tecnologico nel settore più strategico dell’economia digitale. “È da queste alleanze – ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini – che nasce la forza di un Paese capace di guardare lontano e di costruire futuro”.
La collaborazione parte con progetti congiunti nel calcolo ad alte prestazioni applicato al design dei semiconduttori. Il Tecnopolo bolognese, già punto di riferimento per il supercalcolo europeo e parte della Data Valley, si prepara quindi a diventare un hub dove convergono le competenze necessarie per progettare i chip del futuro. Oltre al protocollo firmato con la Regione, ci sono altri due accordi che la Fondazione Chips-IT aveva stretto in precedenza sempre sul territorio dell’Emilia Romagna: un accordo con l’Università di Bologna e uno con Cineca Consorzio Interuniversitario e con Fondazione Icsc, a loro volta parti dello sviluppo di Dama.