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venerdì, Mar 01

Microplastiche, la piaga non risparmia nemmeno la placenta



Da Wired.it :

Un gruppo di ricercatori dell’Università del New Mexico ha trovato tracce di microplastica in ciascuna delle 62 placente umane esaminate nell’ambito di nuova ricerca. Le conclusioni dello studio, considerato il più ampio mai condotto sull’argomento, sollevano nuove preoccupazioni sugli effetti dell’inquinamento da plastica sulla salute degli esseri umani e di altri mammiferi.

Il team dell’ateneo americano, guidato dal biologo Matthew Campen, ha utilizzato dei microscopi a fluorescenza per rilevare le particelle di plastica di dimensioni superiori a un micron nei tessuti biologici. Utilizzando processi chimici avanzati e una centrifuga ad altissima velocità i ricercatori sono quindi riusciti a separare i polimeri dai campioni biologici per poi identificare la natura dei minuscoli frammenti grazie alla spettroscopia infrarossa.

La nuova ricerca

L’analisi ha confermato che le 62 placente prese in esame contenevano dai 6,5 ai 685 microgrammi di microplastica per grammo di materiale placentare, dei livelli superiori a quelli rilevati nel flusso sanguigno da studi precedenti.

Il 54% delle microplastiche individuate dalla ricerca è rappresentato da polietilene, seguito da polivinilcloruro (pvc) e nylon con il 10% ciascuno; il restante 26% delle particelle era costituito da nove diversi tipi di polimeri. Gli scienziati sottolineano che “i fattori che determinano questi intervalli di concentrazione estremi non sono noti e non è chiaro se questi livelli contribuiscano negativamente alla crescita e allo sviluppo della placenta o del feto, o se abbiano altre conseguenze sulla salute materna”, indicando però come possibile causa un mix di fattori ambientali, alimentari, genetici, oltre all’età delle madri e al loro stile di vita.

Il team dell’Università del New Mexico sottolinea che in combinazione con metadati clinici il metodo può stimolare ulteriori ricerche finalizzate a valutare i potenziali rischi durante la gravidanza derivanti dalla presenza di microplastiche. In particolare, Campen ha posto l’accento sulla necessità di accelerare gli sforzi nel campo. “Se la concentrazione di microparticelle continua ad aumentare e si riscontrano effetti negativi sulla placenta, allora potrebbe risentirne tutta la vita dei mammiferi su questo pianeta“, ha dichiarato.

I precedenti

Gli specialisti dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e dell’Università Politecnica delle Marche sono stati i primi a documentare la presenza di microplastiche nella placenta umana, analizzando i campioni di quattro donne italiane che avevano avuto gravidanze e parti senza complicazioni nel 2020. All’epoca i ricercatori conclusero che i minuscoli frammenti di plastica “portano con sé sostanze che, agendo come interferenti endocrini, potrebbero causare effetti a lungo termine sulla salute umana”.



[Fonte Wired.it]