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venerdì, Feb 28

Microsoft, l’impatto sul business di Windows e Surface

Con l’allarme sanitario che sta pian piano rientrando o quantomeno va ridimensionandosi è tempo di iniziare a valutare l’impatto dell’emergenza coronavirus sull’economia. Lo sta facendo l’Italia pensando alle contromisure da adottare e lo stanno facendo i big del mondo tecnologico. Tra questi anche Microsoft che ha modificato al ribasso le previsioni legate alla propria trimestrale.

Coronavirus, l’impatto su Windows e Microsoft

Il gruppo di Redmond ha reso noto che le performance del business More Personal Computing non saranno all’altezza di quanto anticipato. Sono inclusi i prodotti Windows, la linea di dispositivi Surface, gli accessori PC, il catalogo gaming, il motore di ricerca e l’advertising. Di recente ha generato il 36% delle entrate e il 30% degli utili. Il mercato azionario ha reagito immediatamente innescando una flessione nel valore del titolo.

Anche se vediamo una forte domanda per quanto riguarda Windows, in linea con le nostre aspettative, la catena dei fornitori sta tornando alla normale operatività con un ritmo più lento rispetto a quanto anticipato nel nostro intervento sui risultati finanziari del secondo trimestre.

Per quanto riguarda Windows 10 (e più in generale il sistema operativo), il 40% dei profitti deriva dalle licenze commerciali e il 20% da quelle non commerciali cedute agli OEM per l’installazione della piattaforma sui dispositivi da portare sul mercato. Un giro d’affari che inevitabilmente risentirà dell’impatto sul mercato PC del coronavirus che abbiamo già preso in esame nei giorni scorsi.

Come risultato, per il terzo trimestre dell’anno fiscale 2020, ci aspettiamo di non soddisfare le previsioni formulate per il segmento More Personal Computing poiché Windows OEM e Surface hanno subito un impatto molto più negativo di quanto anticipato precedentemente.

Microsoft non è l’unica azienda hi-tech che si trova a dover fronteggiare una simile situazione: la diffusione di COVID-19 ha già spinto tra gli altri anche Apple e Lenovo a valutare le conseguenze di un rallentamento nei ritmi di produzione.



Fonte Punto Informatico Source link