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venerdì, Apr 24

Migliori smartphone OPPO: guida all’acquisto


Il tuo smartphone sta ormai dando dei segnali inequivocabili: sembra proprio essere giunta l’ora di cambiarlo. Hai quindi dato un’occhiata al mercato e hai scoperto che c’è un brand particolarmente interessante che si chiama OPPO. Informandoti un po’ sul marchio, hai scoperto che il rapporto qualità/prezzo dei suoi dispositivi non è per niente male, specialmente in un mercato in cui si tende a salire sempre più in termini di costi (soprattutto per quanto riguarda la fascia alta). In ogni caso, dopo qualche ricerca online, sei arrivato qui, interessato a saperne di più in merito alle proposte di quest’azienda.

Le cose stanno così, non è vero? Beh, allora direi che sei arrivato proprio nel posto giusto al momento giusto! Nel tutorial odierno, infatti, ti spiegherò nel dettaglio quali sono i migliori smartphone di OPPO. Nel caso te lo stessi chiedendo, andrò ad analizzare tutti gli aspetti che, a mio modo di vedere, si devono tenere in considerazione quando si vuole portare a casa un dispositivo valido. Non mancherò inoltre di analizzare argomenti tipici che fanno andare un po’ in “confusione” l’utente che non conosce bene questo mercato, dalle analogie con il brand Realme alle brandizzazioni.

Insomma, in questa guida prenderò in esame tutto ciò che potrebbe interessarti per fare un acquisto in modo consapevole. Forza allora, tutto quello che devi fare è prenderti un po’ di tempo per te e annotarti i modelli che potrebbero fare al caso tuo. Detto questo, a me non resta altro da fare, se non augurarti buona lettura e buon acquisto!

Indice

Come scegliere uno smartphone OPPO

Uno smartphone è un dispositivo tecnologico complesso. È bene, dunque, andare ad analizzarlo in ogni suo aspetto, prima di affrettarsi ad acquistarlo. Di seguito trovi tutti gli aspetti che dovresti tenere in considerazione per portarti a casa uno dei migliori smartphone di OPPO.

Display

OPPO schermo

Una delle caratteristiche più importanti di uno smartphone è la tipologia di display. Infatti, si tratta di un aspetto che influisce sulla qualità visiva generale e, dunque, è bene non soffermarsi solo ed esclusivamente sul numero di pollici e sulla risoluzione.

I pannelli più diffusi, soprattutto nella fascia media/bassa del mercato, sono quelli LCD IPS, che riescono a riprodurre in maniera abbastanza naturale i colori e si vedono tutto sommato bene sotto alla luce del sole. Ovviamente, lo ripeto solo una volta, ogni pannello fa storia a sé e l’unico metodo per essere sicuri della sua bontà è provarlo con mano, ma già dalle specifiche si può avere un’indicazione generale.

Un aspetto che conoscono in pochi è l’esistenza dei pannelli IPS-NEO, che si differenziano dai classici IPS per via di un maggior contrasto. Semplificando, riproducono neri più scuri. Solitamente si trovano in alcuni dispositivi più costosi, ma c’è da dire che negli ultimi anni non se ne sente parlare molto. In ogni caso, è un’informazione interessante e ci tenevo, dunque, a fartelo sapere.

Decisamente più utilizzati e apprezzati dagli appassionati sono i pannelli OLED, AMOLED e Super AMOLED. Si tratta di schermi che consumano meno e solitamente dispongono di angoli di visione più ampi rispetto agli IPS. La loro peculiarità principale riguarda la profondità dei neri, che vengono effettivamente spenti e diventano quindi assoluti. Per questo motivo, si riesce a risparmiare batteria anche attraverso funzionalità come la Dark Mode (tema scuro). In genere, un AMOLED si vede un po’ meno bene alla luce del sole rispetto a un IPS, ma sono più indicati per la visione di contenuti multimediali.

In ogni caso, al contrario di quanto si possa pensare, OLED, AMOLED e Super AMOLED non sono la stessa cosa. Senza scendere in tecnicismi, gli AMOLED solitamente hanno una frequenza di aggiornamento più elevata e sono meno energivori rispetto a un OLED. In linea generale, si può dunque dire che gli AMOLED sono un’evoluzione della tecnologia OLED. Sempre semplificando, si possono poi considerare i Super AMOLED come un’evoluzione degli AMOLED, in quanto sono più luminosi, si vedono meglio alla luce del sole e generalmente hanno ampi angoli di visione, risultando nitidi anche ad angolazioni elevate.

Passando alla risoluzione dello schermo, chiaramente si cerca di puntare al maggior numero di pixel che vengono riprodotti sul pannello, in modo da avere una buona nitidezza di quanto visualizzato. Per farti degli esempi concreti, nell’era in cui le persone usufruiscono di contenuti multimediali di vario tipo direttamente tramite smartphone, la risoluzione minima è ormai diventata l’HD+. Quest’ultima viene utilizzata in dispositivi di fascia bassa, come OPPO A9 2020.

La risoluzione più diffusa tra gli smartphone di fascia media è, invece, il Full HD+. Quest’ultimo è ritenuto da molti come il miglior compromesso, dato che ben si sposa con le dimensioni dei display degli smartphone e con la velocità delle connessioni a Internet e mantiene al contempo relativamente bassi i costi. Insomma, solitamente chi va oltre a questa risoluzione ha esigenze particolari. Non è quindi un caso che la maggior parte dei dispositivi di OPPO di fascia media, da Reno2 Z a Find X2 Lite, abbiano pannelli Full HD+.

Si passa poi al QHD+, una risoluzione per chi non vuole scendere a compromessi. Un occhio attento riesce a notare la differenza e la visione dei contenuti multimediali è una goduria, ma si tratta di pannelli che vengono implementati a livello di top di gamma.

OPPO display

Un piccolo appunto: a volte la stessa risoluzione viene elencata con un numero di pixel diverso. Ad esempio, OPPO Reno2 Z ha un pannello Full HD+ da 2340 x 1080 pixel, mentre Find X2 Lite ne ha uno sempre Full HD+ da 2400 x 1080 pixel. Come avrai già notato, la differenza è minima. Tuttavia, è sempre bene guardare anche questo dato.

Un’altra informazione importante sono i ppi, ovvero i punti per pollice, valore che si riferisce alla densità dei pixel. OPPO Reno2 Z ha un pannello con 395 ppi, mentre Find X2 Lite ne ha uno con 408 ppi. Insomma, Find X2 Lite è uno smartphone di fascia più alta e quindi ha un display più definito.

Ci sono poi molti altri aspetti da tenere in considerazione, dalla luminosità massima che può raggiungere il display (si misura in nit) al suo contrasto, passando per lo screen-to-body ratio (ovvero il rapporto schermo/corpo). Da non sottovalutare anche la presenza di una protezione (es. Gorilla Glass). Sono tutti fattori importanti, che consentono di capire l’effettiva qualità di uno schermo.

A proposito di rapporto schermo/corpo, devi sapere che gli smartphone dispongono di diversi form factor, che mirano proprio a rendere la parte anteriore dei dispositivi il più “tutto schermo” possibile. I produttori hanno trovato varie soluzioni nel corso degli anni per aumentare lo screen-to-body ratio, dal notch (la tacca superiore resa celebre da iPhone X) alla sua variante “a goccia”, passando per la fotocamera a scomparsa e per il foro per la fotocamera.

In particolare, OPPO Reno2 è uno smartphone che ha fatto molto parlare di sé per la sua fotocamera a “pinna di squalo”, che fuoriesce dalla parte superiore del dispositivo. Si tratta di un meccanismo pensato per dare all’utente la possibilità di godersi una parte anteriore pressoché all-screen. Da non sottovalutare anche la più “piccola” fotocamera pop-up, utilizzata da dispositivi come OPPO Reno2 Z.

Insomma, se vuoi un pannello in grado di garantire una certa “immersività” durante la visione dei contenuti multimediali, dovresti puntare ad un elevato rapporto schermo/corpo. Tieni in considerazione, tuttavia, il fatto che gli smartphone che implementano queste soluzioni sono solitamente più spessi della media e potrebbero avere un certo peso. Si tratta di aspetti da non sottovalutare, in quanto influiscono sulla comodità di utilizzo del dispositivo. Solitamente, la “soglia” in cui un dispositivo inizia a essere un po’ “pesante” è quella dei 200 grammi, anche se ovviamente non è nulla di trascendentale.

In ogni caso, ti consiglio di tenere in considerazione anche l’aspect ratio dello schermo, che può farti capire come è stato costruito lo smartphone. I più diffusi sono 16:9, 18:9, 18.5:9, 19:9, 19,5:9, 20:9 e 21:9. Per farti un esempio concreto, i 21:9 sono un aspect ratio apprezzato da molti e bistrattato da alcuni. Infatti, significa che il dispositivo è “allungato” in altezza e ha una larghezza inferiore al solito.

Questo consente di “impugnare” il dispositivo molto bene ed è uno standard cinematografico, che garantisce una maggiore “immersività” durante la visione dei contenuti multimediali. C’è da dire che una grande incognita è l’aggiornamento delle applicazioni da parte degli sviluppatori, dato che molte non riescono ancora ad andare a coprire lo schermo nella sua interezza sui pannelli 21:9.

In parole povere, l’aspect ratio permette ai produttori di inserire schermi sempre più grandi senza aumentare eccessivamente le dimensioni dello smartphone, andando a creare dei dispositivi più “stretti” e più alti rispetto al passato. Le dimensioni di un dispositivo mobile, infatti, non si possono calcolare con i pollici, bisogna dare un’occhiata a quelle relative alla scocca.

Find X2 Pro

In ogni caso, per quanto riguarda la diagonale dello schermo, ormai sono stati ampiamente superati i 6 pollici e abbiamo smartphone che si avvicinano ai 7 pollici. Il trend del mercato è questo e il motivo è da ricercarsi nel diffondersi dei contenuti multimediali. In questo contesto, trovare un dispositivo compatto può risultare complesso e sono in molti a ritenere un giusto compromesso i 6,5 pollici.

Per il resto, una caratteristica molto importante che sta rivoluzionando il mondo degli smartphone è il refresh rate. In parole povere, si tratta della frequenza di aggiornamento dello schermo, del numero di volte in un secondo in cui viene “ridisegnata” l’immagine. È un concetto che esiste da tempo nel mondo degli schermi per PC, ma che è arrivato di “prepotenza” nel campo smartphone di recente. Uno schermo “comune” ha un refresh rate di 60 Hz, mentre gli smartphone che puntano su questo aspetto hanno display a 90 Hz, 120 Hz o 144 Hz. Più alto è questo valore, più fluido è l’utilizzo dello smartphone, sia per quanto riguarda il sistema operativo che, soprattutto, per le applicazioni pensate per sfruttare questa caratteristica, come determinati videogiochi.

La differenza tra uno schermo a 60 Hz e uno a 90 Hz si nota tutta e difficilmente vorrai tornare indietro dopo aver provato un pannello di questo tipo. Dai 120 Hz in su il divario inizia invece a farsi meno importante, ma un occhio attento è comunque in grado di notare una fluidità maggiore e di goderne.

Da non sottovalutare anche il touch sampling rate, un altro aspetto che i produttori di smartphone stanno iniziando a prendere in considerazione. Si tratta della frequenza di campionamento, che solitamente è più alta rispetto al refresh rate. In parole povere, è il numero di volte in un secondo in cui il pannello può rilevare l’input proveniente dal tuo dito. Essenzialmente, questo valore va a influire sulla reattività dello schermo.

I produttori stanno iniziando ad esplicitare questo dato, affiancando, ad esempio, a un refresh rate di 120 Hz un touch sampling rate di 240 Hz. Insomma, entrambi i dati sono importanti in termini di fluidità e il mercato sembra voler andare sempre di più in questa direzione.

Da tenere in considerazione anche il supporto all’HDR10+ e ai DRM Widewine L1, che permettono di vedere contenuti in HD su servizi di streaming come Netflix e Amazon Prime Video.

Processore, RAM e memoria interna

Processore Smartphone

Arrivando ai componenti presenti sotto alla scocca, è sempre bene comprendere la bontà di processore, RAM e memoria interna. Infatti, se il primo è il “cervello” del dispositivo, la RAM e la memoria interna sono fondamentali per salvare i dati, sia in modo volatile che in modo non volatile.

Le specifiche da tenere in considerazione per un processore sono essenzialmente tre: numero di core, frequenze a cui operano e GPU associata. Al giorno d’oggi, i processori di molti smartphone sono Octa-core, quindi hanno 8 unità di calcolo. Per quanto riguarda la frequenza, è sempre bene dare un’occhiata ai dati relativi a tutti i core. Infatti, in campo di dispositivi mobili spesso le frequenze sono diverse.

Per farti un esempio concreto, il processore Qualcomm Snapdragon 865 utilizzato da molti smartphone top di gamma del 2020 dispone di 1 core che lavora alla frequenza massima di 2,85 GHz, di 3 che operano a 2,42 GHz e di 4 che lavorano a 1,80 GHz. La GPU associata, cioè l’unità che processa i contenuti grafici, è la Adreno 650, che consente di gestire al meglio anche le applicazioni con un comparto grafico “pesante”.

Ci sono diversi tipi di CPU, ma solitamente i principali produttori sono Snapdragon e MediaTek (questo per quanto riguarda OPPO, poi ci sono soluzioni come i Kirin montati da Huawei, gli Exynos utilizzati da Samsung e i processori “Axx” proprietari di Apple). I processori Snapdragon sono generalmente apprezzati dalla community, in quanto sono in grado di garantire una certa potenza e solitamente sono ben bilanciati in tutti i contesti.

I processori MediaTek sono invece un po’ “criticati” dallo “zoccolo duro” degli appassionati, ma in realtà negli ultimi anni sono stati fatti passi in avanti importanti e ormai riescono a far girare bene gli smartphone, per quel che concerne l’uso quotidiano. Inoltre, spesso si tratta di soluzioni poco energivore, che riescono quindi a far risparmiare batteria. Ci sono ancora delle incertezze lato gaming, ma il produttore taiwanese sta cercando di colmare al meglio il gap.

A livello di RAM, ormai lo standard è diventato 4GB. Ci sono ancora dispositivi di fascia bassa con 2 o 3GB, ma il mercato si è spostato con decisione verso questa quantità di memoria. Inoltre, sono sempre più diffusi i tagli da 6GB, 8GB e 12GB e c’è pure chi inizia ad arrivare a 16GB. Insomma, il trend è evidente ed è bene cercare di portarsi a casa uno smartphone che abbia dai 4GB di RAM in su, in modo da poter eseguire più app in contemporanea senza problemi di sorta.

Un aspetto interessante in campo di RAM, spesso sottovalutato dagli utenti, è lo standard utilizzato. Esistono infatti memorie LPDDR3, LPDDR4, LPDDR4X e LPDDR5, citando le più diffuse. La differenza sta nella velocità di trasferimento: le memorie LPDDR4X trasferiscono dati a 4.26 Gb/s, mentre le LPDDR5 arrivano a 6.4 Gb/s. Insomma, stiamo parlando di un miglioramento importante, che gli utenti più esigenti tengono in considerazione. La RAM LPDDR5 è solitamente supportata dai top di gamma.

Un discorso analogo va fatto anche in campo di memoria interna. Infatti, nella fascia alta si sta diffondendo sempre di più lo standard UFS 3.0, che in alcuni casi raggiunge una velocità di lettura di 2.100 MB/s e di 410 MB/s in scrittura. Si tratta di un incremento importante rispetto al “classico” standard UFS 2.1, che spesso raggiunge i 900 MB/s in lettura e i 180 MB/s in scrittura. Conta che in alcuni casi si trovano ancora memorie UFS 2.0.

microSD smartphone

Per farti degli esempi concreti, questi dati si traducono, in termini pratici, in installazione delle applicazioni più rapide, salvataggio dei file (es. foto) in modo veloce ed esperienza multitasking migliorata. Sono tutti aspetti che possono fare la differenza, soprattutto per gli utenti più esigenti.

A proposito di tagli, solitamente si parla di 32GB, 64GB, 128GB, 256GB o 512GB. Ci sono anche dei dispositivi che arrivano a 1TB. In linea generale, il mercato si sta spostando sempre più verso i 64GB come standard di base, relegando i 32GB agli smartphone di fascia bassa. Insomma, i vecchi problemi di memoria di una volta stanno diventando sempre più rari.

C’è però da tenere in considerazione che lo spazio indicato non rappresenta quello reale a disposizione, dato che all’interno del dispositivo ci sono già il sistema operativo e svariate app di sistema. Alcuni produttori indicano all’interno dei loro siti ufficiali lo spazio occupato dal software preinstallato, quindi potrebbe interessarti “fare un giro” in quei lidi.

Rimanendo in campo di memorie, una possibilità da citare è quella relativa all’espansione tramite microSD. In questo caso, è bene dare un’occhiata alla massima possibilità di espansione: ci sono smartphone che consentono di espandere la propria memoria anche fino a 1TB, ma altri arrivano al massimo a 256GB.

In ogni caso, c’è chi imposta la microSD come memoria principale dove installare le app (anche se non è più una pratica molto diffusa, in quanto i tagli di memoria degli smartphone stanno crescendo sempre di più). Per non ridurre le prestazioni generali del dispositivo, è importante acquistare una microSD abbastanza veloce. Per tutti i dettagli del caso, ti invito a consultare la mia guida su quale microSD comprare.

Batteria, ricarica e materiali

Batteria smartphone

Una delle caratteristiche più importanti per molti utenti è sicuramente l’autonomia. Infatti, avere uno smartphone in grado di arrivare a sera come si deve o di raggiungere le fatidiche due giornate è molto importante.

A tal proposito, la capacità delle batterie degli smartphone viene espressa in milliampereora (mAh). Ovviamente, a un alto numero di mAh, in linea generale corrisponde un’elevata durata della batteria. Qui però c’è un punto esclamativo abbastanza importante: non è detto che un dispositivo che dispone, ad esempio, di una batteria da 4000 mAh duri esattamente come un altro che una batteria della stessa capienza.

Infatti, potrebbe benissimo essere che un dispositivo con batteria da 3800 mAh superi agevolmente, in termini di autonomia, uno da 4000 mAh. Le motivazioni sono molteplici, dall’utilizzo che fa l’utente dello smartphone fino all’ottimizzazione software (persino le funzionalità di risparmio batteria sono diverse tra di loro), passando per l’hardware implementato (es. processore meno energivoro).

In linea di massima, gli smartphone con dimensioni elevate hanno batterie più capienti, dato che serve proprio uno spazio fisico interno. Per farti comprendere meglio questo aspetto, ti faccio un esempio legati ai dispositivi pieghevoli (OPPO non ne ha ancora uno sul mercato, ma si vocifera che ci stia lavorando): avrai sicuramente notato che questi smartphone solitamente batterie meno capienti rispetto a quelli classici. Ebbene, questo è dovuto proprio alla “piega”, che non consente di implementare batterie con dimensioni fisiche importanti. Di conseguenza, anche la capienza è limitata.

Un altro aspetto che sta diventando sempre più importante in campo smartphone sono le tecnologie di ricarica rapida. Infatti, abbiamo ormai raggiunto l’era in cui i dispositivi si ricarica a 18W, 30W o addirittura 65W e oltre. Tra l’altro, OPPO è una delle aziende più all’avanguardia in questo campo.

Per farti un esempio concreto, OPPO Find X2 Pro passa dal 0 al 100% in poco più di mezz’ora. Insomma, la ricarica rapida si può finalmente definire veramente fulminea e il trend del mercato punta sempre più verso questa direzione, sempre tenendo in considerazione il possibile deterioramento della batteria che determinate ricariche rapide potrebbero causare a lungo andare.

Altri aspetti da tenere in considerazione sono l’eventuale presenza di ricarica wireless e ricarica wireless inversa. In parole povere, è possibile poggiare lo smartphone su una base per farlo ricaricare senza fili e si può anche utilizzarlo per caricare, sempre senza fili, altri dispositivi. Conta che queste tecnologie sono ancora molto più lente rispetto alla ricarica via cavo. In genere, si parla di ricarica wireless fino a 30W (sono ancora in pochi ad averla, spesso ci si ferma sui 10W) e di ricarica wireless inversa a 5W, giusto per farti capire.

Certificazione IP68 OPPO

Altri dettagli interessanti su cui basare la propria scelta sono i materiali (si può puntare oltre alla classica plastica dei modelli meno costosi, ad esempio puntando su un profilo in metallo) e la presenza di una certificazione IP. In particolare, sono in molti a cercare la certificazione IP68, che promette la protezione totale dalla polvere e la possibilità di immergere lo smartphone a oltre un metro di profondità.

Pensa che ci sono anche alcuni dispositivi che soddisfano standard militari in termini di resistenza e che effettuano dei particolari “giochi di luce” con la backcover, ma chiaramente si tratta di aspetti che si tengono in considerazione principalmente nella fascia alta e da chi ha una certa attenzione al design e alla solidità costruttiva.

Connettività e sistemi di sblocco

Dual SIM

Le nostre vite sono sempre più movimentate e il reparto connettività e i sistemi di sblocco possono darci una mano a svolgere tutto come si deve anche quando stiamo girovagando, sempre mantenendo la giusta sicurezza.

Un aspetto che interessa a molti è la presenza del supporto dual SIM, ovvero la possibilità di utilizzare 2 SIM sullo stesso smartphone. Sono molti i dispositivi a dare questa possibilità, ma spesso ci sono delle limitazioni. Penso, ad esempio, al fatto che la seconda SIM può risultare irraggiungibile quando la prima è in chiamata (Dual stand-by), oppure al fatto che alcuni smartphone supportano la connettività 4G/5G solamente sulla prima SIM, utilizzando uno standard inferiore per la seconda.

Un altro fattore da tenere in considerazione è lo slot legato alla SIM. Infatti, quest’ultimo spesso consente di inserire contemporaneamente una singola nanoSIM (lo standard attuale) e una scheda microSD. In parole povere, se hai quest’ultima inserita, non puoi sfruttare il Dual SIM. Per questo motivo, gli utenti vanno alla ricerca di smartphone con il cosiddetto “triplo slot”, che permette di inserire contemporaneamente 2 SIM e 1 microSD.

A tal proposito, giusto per farti dare uno sguardo anche al futuro, devi sapere che sono approdate anche in Italia le eSIM, ovvero delle SIM virtuali, che si configurano tramite la scansione di un QR Code attraverso la fotocamera dello smartphone. In questo caso, in genere la SIM è saldata direttamente nella scheda logica del dispositivo e l’utente non deve dunque inserire nulla fisicamente. In ogni caso, sono ancora in pochi i produttori a permettere l’uso di eSIM.

Parlando della connettività in generale, è bene dare un’occhiata al supporto al 4G/LTE e al 5G. Gli smartphone di fascia alta stanno iniziando a puntare su quest’ultimo standard, grazie al modem Snapdragon X55, che si affianca al processore Qualcomm Snapdragon 865. Il 5G è pronto per portare vantaggi concreti, dalle prestazioni alla latenza, ma ci vorrà ancora del tempo per un’effettiva copertura e al momento è disponibile solamente su smartphone top di gamma o comunque dal costo non esattamente contenuto (solitamente dai 400/500 euro in su).

Al giorno d’oggi, l’Italia dispone di una buona copertura 4G/LTE e quindi potresti voler puntare su un modello di questo tipo. Ebbene, ormai tutti gli smartphone supportano questa connettività, ma ti consiglio di dare un’occhiata alla presenza del supporto alle reti LTE di Categoria 6 o superiore, in modo da avere l’accesso alle LTE Advanced (300 Mbps).

Connettivita smartphone

Per il resto, devi fare attenzione allo store da cui acquisti il dispositivo. Infatti, se compri uno smartphone destinato al mercato asiatico, potrebbe venire meno la banda 20 (quella a 800 MHz), necessaria per usufruire come si deve del 4G in alcune zone e con determinati operatori.

Passando allo standard Wi-Fi, siamo arrivati al punto in cui i top di gamma supportano il Wi-Fi 6 (e presto dovrebbero supportare il Wi-Fi 6E). Conosciuto anche come 802.11ax, questo standard è più veloce del 40% rispetto al precedente, consuma meno e può essere molto utile per “evitare” la congestione nelle aree affollate. Il Wi-Fi 6 funziona sulle classiche frequenze da 2,4 GHz e 5 GHz, mentre il futuro Wi-Fi 6E funzionerà anche su quelle da 6GHz, “allargando” ulteriormente lo spettro.

In ogni caso, se non hai particolari esigenze, ti può tranquillamente bastare anche il supporto al solito Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac dual-band, che permette di collegarsi al router a 2,4 GHz e 5 GHz (fino a 1.3 Gbps). In alcuni smartphone di fascia bassa, invece, si trova ancora il supporto al Wi-Fi solamente alla banda da 2,4 GHz. Pensa che molti utenti ritengono ancora quest’ultima sufficiente per la propria abitazione, ma ricordati che potresti avere problemi di congestione quando colleghi molti dispositivi.

Rimanendo in campo connettività, altri standard che vengono spesso ricercati sono il Bluetooth (siamo arrivati al 5.1) e l’NFC (è un chip che viene utilizzato per effettuare pagamenti tramite smartphone e per scambiare dati a distanza ravvicinata). Per il resto, è da tenere in considerazione anche lo standard della porta di ricarica, se microUSB oppure USB Type-C.

Nel mercato odierno, molti ritengono di fondamentale importanza la presenza di una USB Type-C, dato che permette l’utilizzo degli ultimi accessori presenti sul mercato e consente, in genere, una ricarica più rapida. Gli standard di porte USB Type-C più utilizzati sono il classico 2.0 oppure il 3.1 (che garantisce l’uscita video e permette, per gli smartphone supportati, l’utilizzo della modalità desktop). Da non sottovalutare anche la presenza del jack audio da 3,5 mm per le cuffie e della radio FM.

Inoltre, c’è a chi interessa la presenza di tutta una serie di sensori, dall’accelerometro a quello di prossimità, passando per la bussola, per il giroscopio e per il sensore di impronte digitali. In particolare, quest’ultimo è un ottimo metodo di sblocco e può essere integrato direttamente nello schermo, posto lateralmente (spesso direttamente sul pulsante d’accensione) oppure sul retro. In parole povere, l’utente può autenticarsi velocemente semplicemente registrando la propria impronta digitale e poggiando il dito sul sensore.

Sensore impronte digitali OPPO

A proposito di metodi di sblocco, è ormai disponibile anche sui dispositivi di fascia bassa il riconoscimento facciale, che permette di sbloccare lo smartphone semplicemente inquadrando il proprio volto. In questo caso, i dispositivi di fascia alta sono più sicuri (dato che effettuano una ricostruzione in “3D”). In ogni caso, è un metodo molto veloce e comodo per sbloccare lo smartphone.

Questo soprattutto rispetto al classico PIN o alla solita sequenza da “disegnare” sullo schermo, che sono comunque ancora presenti in molti modelli.

Comparto fotografico

Fotocamera OPPO

In un mondo in cui i social network diventano sempre più utilizzati e in molti si scattano foto, il comparto fotografico assume un’importanza sempre più elevata. Non è quindi un caso che i produttori stiano implementando sensori di una certa qualità sui dispositivi mobili. Pensa che si arriva addirittura a inserire lenti che non riescono a starci fisicamente nel corpo dello smartphone e, per questo motivo, alcuni dispositivi “ballano” quando appoggiati su una superficie piana.

In ogni caso, il comparto fotografico è uno degli aspetti più complessi di uno smartphone e quindi cercherò di riassumere i dettagli fondamentali. Ebbene, il mercato attuale “vizia” l’utente con un gran numero di sensori. L’esempio tipico è quello del dispositivo che dispone di 4 lenti: un obiettivo principale, una lente grandangolare, un teleobiettivo con ampia lunghezza focale e un obiettivo per le macro oppure per la profondità di campo.

Ci sono poi molteplici configurazioni e ogni modello fa storia a sé, ma generalmente le principali possibilità offerti da un comparto fotografico di uno smartphone sono: foto ad alta risoluzione (si utilizzano anche delle interpolazioni software e si sfruttano HDR e intelligenza artificiale per migliorare gli scatti), scatti ad ampia visuale (tramite la lente grandangolare), macro (foto ravvicinate, ad esempio, di un fiore, spesso scattate a fuoco fisso a 4 cm di distanza dal soggetto) e zoom (si arriva anche fino al 50x in digitale, ma è raggiunto anche il 10x ottico).

Oltre a questo, ci sono video sempre più stabilizzati e ad alta risoluzione (si raggiunge anche il 4K/60fps) e innumerevoli funzionalità software, compresa l’iconica modalità Notte che mira a migliorare la qualità degli scatti notturni. Insomma, è ormai stato raggiunto un connubio hardware/software molto avanzato, che permette, a livello di top di gamma, di realizzare scatti interessanti in tutte le condizioni di luminosità.

A livello di comparto fotografico, le principali informazioni da tenere in considerazione, oltre al numero e tipologia di lenti, sono i Megapixel (MP) e l’apertura del diaframma (numero “f”). Essenzialmente, semplificando molto, più sono grandi i pixel, maggiore è la nitidezza finale e minore è il rumore digitale, mentre una maggiore apertura del diaframma influisce sulla quantità di luce che si può catturare.

In parole povere, la presenza di sensori con un elevato numero di MP è sì importante (avere un sensore principale da 108MP fa sempre comodo), ma non è così fondamentale come si potrebbe pensare, dato che sono da tenere in considerazione anche l’apertura del diaframma e la tipologia delle lenti implementate. Ci tengo a ribadire che sto semplificando molto, dato che è un argomento complesso, ma questi sono gli aspetti di cui la maggior parte degli utenti hanno bisogno per fare un acquisto in modo oculato.

Sistema operativo

ColorOS 7

È giunta l’ora di parlare del software. Ebbene, nel corso degli ultimi anni, i produttori di smartphone Android hanno quasi tutti puntato a delle personalizzazioni software, introducendo delle funzionalità “esclusive” e delle interfacce riviste. OPPO non fa eccezione, dato che i suoi smartphone montano la ColorOS.

L’azienda ha sempre fatto un ottimo lavoro a livello di funzionalità, dato che sono presenti delle ottime gesture, la possibilità di accedere a Google Assistant tramite una semplicemente pressione del tasto laterale, una barra rapida che si può attivare dal bordo dello schermo e molto altro. In linea generale, la ColorOS ha sempre garantito un’esperienza fluida, priva di inutili applicazioni preinstallate e in grado di soddisfare tutte le esigenze della maggior parte degli utenti. Ovviamente, sono presenti tutte le funzionalità di base che ci si aspetta da Android.

L’unico aspetto che aveva fatto un po’ storcere il naso agli appassionati era l’interfaccia grafica, ritenuta da molti come più adatta al mercato cinese che a quello europeo. Tuttavia, dalla versione 7.1 della ColorOS in poi, l’azienda ha dimostrato una certa apertura all’occidente, andando a stravolgere l’interfaccia grafica per incontrare anche i nostri gusti. Tra l’altro, è stata implementata anche la tanto attesa Dark Mode.

Un aspetto a cui devi fare attenzione sono gli aggiornamenti software. Infatti, ogni modello fa storia a sé e il produttore potrebbe decidere di “abbandonare” uno smartphone di fascia bassa molto presto. In linea generale, come d’altronde avviene con la maggior parte dei produttori, OPPO tende a dare priorità ai top di gamma. Non aspettarti tempistiche particolarmente rapide, ma in quel caso solitamente gli update arrivano (es. OPPO Find X, uscito nel 2018, è stato aggiornato ad Android 10 nel 2020).

Fai attenzione all’acquisto di dispositivi da parte di store cinesi, dato che potrebbero arrivare con versioni del software destinati a quei mercati e avere diverse limitazioni. Insomma, il mio consiglio è quello di acquistare sempre i modelli europei.

OPPO vs Realme

OPPO vs Realme

Un aspetto molto interessante da tenere in considerazione quando si vuole acquistare uno smartphone di OPPO è quello relativo alle analogie con i dispositivi di Realme.

Infatti, nonostante si tratti di brand indipendenti, Realme è stata fondata dall’ex vicepresidente di OPPO, Sky Li, e condivide diversi aspetti con l’azienda “più blasonata”. Basti pensare al fatto che gli smartphone delle due società spesso sfruttano la stessa personalizzazione software, ovvero la ColorOS.

Insomma, per quanto OPPO e Realme vadano distinte (ora c’è anche la Realme UI, un’interfaccia grafica che porta un po’ di “indipendenza” in più al brand), a livello utente può essere interessante prendere in considerazione queste analogie. Tra l’altro, sono in molti a paragonare, con le dovute differenze, la vicinanza tra le due aziende a quella che c’è tra Huawei e Honor.

In parole povere, se ti sei sempre trovato bene con gli smartphone di OPPO, potresti sentirti a casa anche utilizzando un dispositivo Realme. In genere, quest’ultimo ha dei costi inferiori e magari rinuncia a qualche aspetto che si trova sugli smartphone più costosi, ma potrebbe comunque risultare interessante. Per questo motivo, in questa guida ho deciso di prendere in considerazione anche gli smartphone di Realme.

Brand o no brand

Brand Smartphone

Uno dei dubbi più diffusi tra chi non conosce molto bene il mercato smartphone è quello relativo alla brandizzazione dei dispositivi.

In parole povere, questo avviene quando uno dei maggiori operatori telefonici italiani, solitamente TIM, WINDTRE o Vodafone, decide di “personalizzare” il dispositivo, inserendolo nel suo listino. Per farti un esempio concreto, OPPO Reno2 Z viene venduto brandizzato TIM in Italia. Solitamente un dispositivo brandizzato ha un costo inferiore a un no brand, ma ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione.

Innanzitutto, è bene sfatare un mito: la brandizzazione non costringe l’utente ad utilizzare una SIM di un determinato operatore. Quello che cambia è la preinstallazione di software legati all’operatore telefonico coinvolto. Ad esempio, solitamente TIM inserisce una cartella con le sue applicazioni (tra queste troviamo MyTIM) oppure degli sfondi personalizzati (o una schermata di avvio con il logo dell’operatore).

La brandizzazione viene fatta in modo diverso da operatore a operatore ed è quindi difficile darti delle indicazioni precise, ma devi sapere che sono stati fatti importanti passi in avanti da questo punto di vista negli ultimi anni.

Infatti, se sei un appassionato del mondo smartphone da un po’ di tempo, ti ricorderai di quei dispositivi in cui le applicazioni preinstallate erano molto difficili da installare o cose simili. Mi riferisco al famoso bloatware, ovvero a quel software che serve a ben poco e che crea solamente fastidio.

Ebbene, la maggior parte delle brandizzazioni odierne sono molto “soft”. Ad esempio, le succitate applicazioni di TIM si possono disinstallare e il fatto che compaia il logo dell’operatore all’avvio dello smartphone è un aspetto secondario su cui si può decisamente chiudere un occhio. Insomma, ormai è difficile trovare un dispositivo brandizzato che crei problemi.

Tuttavia, ti consiglio sempre di informarti come si deve in merito allo smartphone brandizzato che vuoi acquistare, dato che potrebbero esserci delle eccezioni.

Quale smartphone OPPO comprare

Dopo averti illustrato nel dettaglio gli aspetti da tenere in considerazione quando si vuole acquistare uno smartphone di OPPO, direi che è giunta l’ora di vedere quali sono i modelli che mi hanno convinto di più. Ho effettuato una suddivisione per fasce di prezzo, in modo che tu possa puntare su un modello in base al budget a tua disposizione.

Migliori smartphone OPPO economici (sotto i 300 euro)

Gli smartphone di fascia bassa sono dispositivi che possono tornarti molto utili se sei un utente che non ha particolari esigenze. Eseguono discretamente tutte le classiche attività quotidiane, dalla gestione della posta elettronica alle chiamate, passando per l’utilizzo dei principali social network.

OPPO Reno2 Z

OPPO Reno2 Z

OPPO Reno2 Z, modello uscito nel corso del 2019, è uno smartphone che ha “stregato” gli appassionati grazie alla presenza di uno schermo con elevato screen-to-body ratio e di un’iconica fotocamera pop-up, che “fuoriesce” dalla parte superiore del dispositivo. Ottima la presenza di un triplo slot (due nanoSIM + microSD). È uno smartphone di fascia bassa che si trova tranquillamente sotto i 300 euro. Non aspettarti prestazioni da urlo (visto anche il SoC MediaTek), ma sicuramente può essere una buona scelta se non hai un budget elevato).

  • Schermo: 6,5 pollici AMOLED Full HD+;
  • Processore: octa-core MediaTek Helio P90 (2 x 2,2 GHz + 6 x 2,0 GHz);
  • GPU: PowerVR GM 9446;
  • RAM: 8GB;
  • Memoria interna: 128GB (espandibile tramite microSD fino a 256GB);
  • Fotocamera posteriore: 48MP (f/1.7) + 8MP (f/2.2, grandangolare) + 2MP (f/2.4, bokeh) + 2MP (f/2.4, mono);
  • Fotocamera anteriore: pop-up da 16MP (f/2.0);
  • Batteria: 4000 mAh con ricarica a 20W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 9 Pie con personalizzazione ColorOS 6.1;
  • Connettività: 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.0, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, USB Type-C, jack audio, triplo slot.

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Realme X2

Realme X2

Come accennato nel capitolo sulle analogie tra OPPO e Realme, i dispositivi di quest’ultimo brand possono essere particolarmente interessanti, sopratutto nelle fasce medio/bassa del mercato. Realme X2 rappresenta alla perfezione questo concetto, dato che dispone di ottime prestazioni, supporta una ricarica rapida a 30W e ha anche un triplo slot (dual nanoSIM + microSD). Si trova sotto i 300 euro ed è una soluzione interessante. La base del software è molto simile a OPPO, ma presto potrebbe arrivare l’aggiornamento alla Realme UI, che cambia l’interfaccia grafica.

  • Schermo: 6,4 pollici Super AMOLED Full HD+, notch “a goccia”;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 730G (2 x 2,2 GHz + 6 x 1,8 GHz);
  • GPU: Adreno 618;
  • RAM: 8GB;
  • Memoria interna: 128GB (espandibile tramite microSD fino a 256GB);
  • Fotocamera posteriore: 64MP (f/1.8) + 8MP (f/2.25, grandangolare) + 2MP (f/2.4, bokeh) + 2MP (f/2.4, macro);
  • Fotocamera anteriore: 32MP (f/2.0);
  • Batteria: 4000 mAh con ricarica a 30W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 9 Pie con personalizzazione ColorOS 6.1;
  • Connettività: 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.0, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, USB Type-C, jack audio, triplo slot.

realme X2 Smartphone 6.4″, Snapdragon 730 G, 8 GB RAM e 128 GB ROM, Ca…

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OPPO A9 2020

OPPO A9 2020

OPPO A9 2020 è uno smartphone particolarmente conveniente, dato che si trova spesso a un prezzo sotto ai 200 euro. Gli appassionati lo elogiano principalmente per la sua ampia batteria, che permette di arrivare a sera senza alcun tipo di problema. Non male anche la presenza del triplo slot e il design curato. Non aspettarti una ricarica rapida, un display con una risoluzione elevata oppure prestazioni di un certo calibro, ma il rapporto qualità/prezzo è interessante.

  • Schermo: 6,5 pollici IPS LCD HD+, notch “a goccia”;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 665 (4 x 2,0 GHz + 4 x 1,8 GHz);
  • GPU: Adreno 610;
  • RAM: 4GB;
  • Memoria interna: 128GB (espandibile tramite microSD fino a 256GB);
  • Fotocamera posteriore: 48MP (f/1.8) + 8MP (f/2.25, grandangolare) + 2MP (f/2.4, bokeh) + 2MP (f/2.4, bianco e nero e per aumentare la nitidezza);
  • Fotocamera anteriore: 16MP (f/2.0);
  • Batteria: 5000 mAh con ricarica a 10W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 9 Pie con personalizzazione ColorOS 6.0;
  • Connettività: 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.0, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, USB Type-C, jack audio, triplo slot.

Oppo A9 2020 4GB/128GB Space Purple

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OPPO A5 2020

OPPO A5 2020

OPPO A5 2020 si può definire come l’entry-level del portfolio dell’azienda: quello smartphone che accoglie chi vuole entrare nell’ecosistema di OPPO. Si trova a un prezzo ancora più basso di quello di A9 2020 e offre una configurazione interessante, soprattutto grazie alla batteria da 5000 mAh e alla quadrupla fotocamera posteriore. Anche in questo caso, non aspettarti prestazioni di chissà quale tipo oppure un display in grado di prestazioni visive particolari, ma il prezzo è buono.

  • Schermo: 6,5 pollici IPS LCD HD+, notch “a goccia”;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 665 (4 x 2,0 GHz + 4 x 1,8 GHz);
  • GPU: Adreno 610;
  • RAM: 3GB;
  • Memoria interna: 64GB (espandibile tramite microSD fino a 256GB);
  • Fotocamera posteriore: 12MP (f/1.8) + 8MP (f/2.25, grandangolare) + 2MP (f/2.4, bokeh) + 2MP (f/2.4, mono);
  • Fotocamera anteriore: 8MP (f/2.0);
  • Batteria: 5000 mAh;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 9 Pie con personalizzazione ColorOS 6.0;
  • Connettività: 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.0, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, USB Type-C, jack audio, triplo slot.

OPPO A5 2020 Smartphone 3GB+64GB Dazzling White

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Migliori smartphone OPPO di fascia media (tra 300 e 500 euro)

Se utilizzi lo smartphone per lavoro oppure sei un utente che ha a cuore il mondo della tecnologia ma non disponi di un budget elevato, la fascia media del mercato potrebbe essere il “luogo” che fa per te. Infatti, questi dispositivi dispongono di funzionalità avanzate e consentono all’utente di svolgere bene la maggior parte delle attività.

OPPO Reno2

OPPO Reno2

OPPO Reno2 è l’iconico smartphone che si è fatto apprezzare per il suo elevato screen-to-body ratio e per la fotocamera “a pinna di squalo”. Tuttavia, si tratta di un dispositivo valido sotto molteplici punti di vista, dalla costruzione al comparto fotografico, passando per l’autonomia. Forse le dimensioni non sono adatte a tutti, ma in linea generale è difficile trovare delle grandi pecche a questo dispositivo, anche se ovviamente ha dei limiti dovuti al suo prezzo tutto sommato contenuto (anche a livello di prestazioni).

  • Schermo: 6,5 pollici AMOLED Full HD+;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 730G (2 x 2,2 GHz + 6 x 1,8 GHz);
  • GPU: Adreno 618;
  • RAM: 8GB;
  • Memoria interna: 256GB (espandibile tramite microSD fino a 256GB);
  • Fotocamera posteriore: 48MP (f/1.8) + 13MP (f/2.4, zoom) + 8MP (f/2.2, grandangolare) + 2MP (f/2.4, macro);
  • Fotocamera anteriore: 16MP (f/2.0) a “pinna di squalo”;
  • Batteria: 4000 mAh con ricarica a 40W (il caricabatterie a 20W);
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 9 Pie con personalizzazione ColorOS 6.1;
  • Connettività: 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.0, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, USB Type-C, jack audio, slot combinato (2 nanoSIM oppure 1 nanoSIM + microSD).

OPPO Reno2 Smartphone 8GB+256GB Ocean Blue

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Realme X2 Pro

Realme X2 Pro

Realme X2 Pro è uno smartphone molto apprezzato dagli utenti che non hanno “paura” di puntare a un brand arrivato relativamente da poco in Italia. C’è chi lo definisce come un “flagship killer”, ovvero un dispositivo in grado di competere sotto diversi aspetti con i top di gamma, pur ovviamente perdendo il confronto in determinati comparti, dato anche il prezzo inferiore. In ogni caso, le prestazioni sono ottime, c’è il refresh rate di 90Hz e la ricarica rapida a 50W è una manna dal cielo per chi ha tempi ristretti nella quotidianità. Insomma, sicuramente un modello da tenere d’occhio.

  • Schermo: 6,5 pollici Super AMOLED Full HD+, notch “a goccia”, refresh rate di 90 Hz;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 855 (1 x 2,96 GHz + 3 x 2,42 GHz + 4 x 1,8 GHz);
  • GPU: Adreno 640;
  • RAM: 8GB LPDDR4X;
  • Memoria interna: 128GB UFS 3.0 (non espandibile);
  • Fotocamera posteriore: 64MP (f/1.8) + 8MP (f/2.2, grandangolare) + 13MP (f/2.5, teleobiettivo) + 2MP (f/2.4, bokeh);
  • Fotocamera anteriore: 16MP (f/2.0);
  • Batteria: 4000 mAh con ricarica a 50W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 9 Pie con personalizzazione ColorOS 6.1;
  • Connettività: 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.0, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, USB Type-C, jack audio, dual nanoSIM.

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OPPO Find X2 Lite

OPPO Find X2 Lite

OPPO Find X2 Lite è uno degli smartphone che entra direttamente a piedi pari nell’era della connettività 5G. Infatti, c’è il supporto a quest’ultimo ed è questa la peculiarità del dispositivo, che cerca di portare lo standard nella fascia inferiore ai 500 euro. La scheda tecnica è buona e c’è pure il supporto al Wi-Fi 6. Fai attenzione alla presenza di uno slot per una sola SIM. Inoltre, la memoria non è espandibile.

  • Schermo: 6,4 pollici OLED Full HD+, notch “a goccia”;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 765G (1 x 2,4 GHz + 1 x 2,2 GHz + 6 x 1,8 GHz);
  • GPU: Adreno 620;
  • RAM: 8GB;
  • Memoria interna: 128GB (non espandibile);
  • Fotocamera posteriore: 48MP (f/1.7) + 8MP (f/2.2, grandangolare) + 2MP (f/2.4, profondità di campo) + 2MP (f/2.4, mono);
  • Fotocamera anteriore: 32MP (f/2.0);
  • Batteria: 4025 mAh con ricarica a 30W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 10 con personalizzazione ColorOS 7;
  • Connettività: 5G, 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.1, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac/ax, USB Type-C, jack audio, singola nanoSIM.

Migliori smartphone OPPO di fascia alta (sopra 500 euro)

La fascia alta del mercato è per chi non vuole scendere ad alcun tipo di compromesso. D’altronde, una volta provato un top di gamma, nessuna persona vorrebbe mai più dover tornare ad un dispositivo di fascia inferiore. Dai materiali alle prestazioni, passando per display pensati per la visione dei contenuti multimediali, per un’autonomia granitica, per gli ultimi standard a livello di memorie e per un comparto fotografico di alta caratura, i top di gamma sono pensati per offrire il meglio sulla piazza.

OPPO Find X2 Pro

OPPO Find X2 Pro

OPPO Find X2 Pro rappresenta la punta di diamante del portfolio dell’azienda cinese. È uno smartphone che non scende ad alcun compromesso e che porta con sé tutto ciò di cui gli utenti più esigenti hanno bisogno, dalle prestazioni stellari (è uno dei dispositivi Android più potenti) al supporto al 5G, passando per la rapidissima ricarica a 65W. Non manca anche la certificazione IP68. Insomma, il prezzo non è dei più economici, ma OPPO ha voluto puntare veramente in alto con questo dispositivo. Essenzialmente,mManca solamente la ricarica wireless. Inoltre, fai attenzione alla presenza di uno slot per una sola nanoSIM.

  • Schermo: 6,7 pollici AMOLED QHD+, foro per la fotocamera, refresh rate di 120 Hz, touch sampling rate fino a 240 Hz;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 865 (1 x 2,84 GHz + 3 x 2,42 GHz + 4 x 1,80 GHz);
  • GPU: Adreno 650;
  • RAM: 12GB LPDDR5;
  • Memoria interna: 512GB UFS 3.0 (non espandibile);
  • Fotocamera posteriore: 48MP (f/1.7) + 48MP (f/2.0, grandangolare) + 13MP (f/3.0, zoom 5x);
  • Fotocamera anteriore: 32MP (f/2.4);
  • Batteria: 4260 mAh con ricarica a 65W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 10 con personalizzazione ColorOS 7.1;
  • Connettività: 5G, 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.1, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac/ax, USB Type-C 3.1, singola nanoSIM.

OPPO Find X2 Neo

OPPO Find X2 Neo

Se non hai a disposizione un budget per puntare al top del top, OPPO Find X2 Neo potrebbe essere un compromesso particolarmente interessante. Infatti, si tratta di un dispositivo con un hardware prestante che entra nell’era della connettività 5G e porta con sé un display con refresh rate di 90 Hz,. Un modello da tenere d’occhio. Fai attenzione, come per gli altri modelli della gamma Find X2, alla presenza di uno slot per la singola SIM.

  • Schermo: 6,4 pollici Super AMOLED Full HD+, foro per la fotocamera, refresh rate di 90 Hz, touch sampling rate di 180 Hz;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 765G (1 x 2,4 GHz + 1 x 2,2 GHz + 6 x 1,8 GHz);
  • GPU: Adreno 620;
  • RAM: 12GB LPDDR4X;
  • Memoria interna: 256GB UFS 2.1 (non espandbile);
  • Fotocamera posteriore: 48MP (f/1.7) + 8MP (f/2.2, grandangolare) + 13MP (f/2.4, teleobiettivo) + 2MP (f/2.4, mono);
  • Fotocamera anteriore: 32MP (f/2.4);
  • Batteria: 4025 mAh con ricarica a 30W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 10 con ColorOS 7;
  • Connettività: 5G, 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.1, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac/ax, USB Type-C, singola nanoSIM.

OPPO Find X2 Pro Lamborghini Edition

Se hai intenzione di puntare al top del top, OPPO Find X2 Pro Lamborghini Edition potrebbe fare al caso tuo. La scheda tecnica è essenzialmente identica a quella del già citato Find X2 Pro, ma il design è ispirato alle linee aerodinamiche della Lamborghini Aventador SVJ Roadster e quindi potrebbe farti gola, nel caso tu sia un appassionato di auto.

  • Schermo: 6,7 pollici AMOLED QHD+, foro per la fotocamera, refresh rate di 120 Hz, touch sampling rate fino a 240 Hz;
  • Processore: octa-core Qualcomm Snapdragon 865 (1 x 2,84 GHz + 3 x 2,42 GHz + 4 x 1,80 GHz);
  • GPU: Adreno 650;
  • RAM: 12GB LPDDR5;
  • Memoria interna: 512GB UFS 3.0 (non espandibile);
  • Fotocamera posteriore: 48MP (f/1.7) + 48MP (f/2.0, grandangolare) + 13MP (f/3.0, zoom);
  • Fotocamera anteriore: 32MP (f/2.4);
  • Batteria: 4260 mAh con ricarica a 65W;
  • Sistema operativo (all’uscita): Android 10 con personalizzazione ColorOS 7.1;
  • Connettività: 5G, 4G LTE, NFC, Bluetooth 5.1, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac/ax, USB Type-C 3.1, singola nanoSIM.

Flavio Perrone

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