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martedì, Feb 28

Migranti, naufragio in Calabria: cosa sappiamo della rotta Turchia-Italia



Da Wired.it :

Almeno 64 persone sono morte al largo di Steccato di Cutro, in Calabria, nel naufragio di una piccola imbarcazione che trasportava circa 250 migranti in arrivo da Iran, Pakistan e Afghanistan. Stavano percorrendo la rotta del Mediterraneo orientale, che parte dalla Turchia, i cui flussi sono triplicati in due anni.

La rotta parte dalla Turchia e arriva fino in Calabria o in Puglia, costeggiando la Grecia ed è battuta da imbarcazioni di piccole e medie dimensioni, spesso a vela, per le quali i migranti pagano diverse migliaia di dollari alla criminalità organizzata turca, che agisce praticamente indisturbata. Una tratta che va avanti da anni, nonostante la Turchia venga finanziata con miliardi di fondi europei per gestire i flussi migratori.

Secondo i dati del ministero dell’Interno, riportati da Repubblica, solo nel 2022 in Calabria sono sbarcate 18mila persone, cioè il 15% degli sbarchi complessivi arrivati in Italia, quasi il doppio rispetto al 2021 e il triplo rispetto al 2020. Nonostante venga considerata una delle rotte meno pericolose, i viaggi sono tutt’altro che tranquilli, con centinaia di persone stipate sottocoperta e con scorte alimentari limitate.

Inoltre, l’assenza di ong che soccorrono i migranti nei tratti di mare attraversati dalle imbarcazioni rende ancora più pericoloso qualunque incidente, così come la conformazione della zona che rende più difficili le operazioni di salvataggio anche per le autorità italiane. Alcuni mezzi della Guardia di finanza, per esempio, avevano provato a raggiungere il peschereccio che è naufragato in Calabria il 26 febbraio, ma non sono riuscite a soccorrerlo proprio a causa del maltempo.

Ad affrontare il viaggio dalla Turchia, sono soprattutto persone di origine afghana, irachena, pachistana o siriana, in fuga da teatri di guerra e zone dove non sono garantiti i basilari diritti umani. Una massa di persone a cui potrebbero unirsi anche le migliaia di sfollati rimasti colpiti dal devastante terremoto che ha coinvolto il confine tra Turchia e Siria. Si tratta quindi di persone che generalmente sono titolate a ricevere la protezione umanitaria una volta giunte in Europa in cerca di asilo, alle quali dovrebbe essere garantito un arrivo in sicurezza e non una strada che le porti dal pericolo alla morte.



[Fonte Wired.it]