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venerdì, Ago 18

Milan, perché la nuova terza maglia celebra l’inclusione | Wired Italia



Da Wired.it :

Si può andare in controtendenza rispetto alla tradizione in nome dei valori? La risposta è sì: lo ha dimostrato il Milan, presentando giovedì 17 agosto il nuovo Third kit per la stagione 2023/2024. Il club rossonero ha deciso di abbandonare i classici colori scelti per le terze maglie nelle ultime stagioni (l’anno scorso era verde oliva, ma nella storia della società di via Aldo Rossi ce ne sono state anche di gialle o azzurre) optando per una maglia con sfumature rosa e un gradiente che va fino al verde. Dietro questo nuovo design su misura realizzato da Puma c’è la volontà dichiarata di rappresentare una celebrazione innovativa dell’inclusività, “con l’obiettivo di unire la generazione unica e diversificata di tifosi milanisti in tutto il mondo – fa sapere il club –. Il nuovo Third kit presenta un’esclusiva combinazione di colori ravish, fizzy lime, white, royal sapphire e majestic purple ed è splendidamente completato da un’elegante riproduzione monocromatica dell’iconico badge del Club, un richiamo all’illustre heritage di AC Milan“.

La scelta di una maglia inclusiva

Quella della maglia inclusiva è l’ennesima operazione con cui il club rossonero prendere posizione contro le discriminazioni che, purtroppo, ancora oggi si verificano con insistenza negli stadi italiani. Martino Roghi, CSR & Sustainability Manager di AC Milan ha spiegato a Wired che la terza maglia scelta dal club per la stagione 2023/2024 è solo l’ultimo tassello di un progetto più ampio dedicato alle tematiche di Equity, Diversity e Inclusion (Edi): “Quello che abbiamo fatto con la terza maglia è un pezzo sicuramente importante del nostro lavoro, perché la maglia della squadra è un po’ il simbolo del club – ci ha detto Roghi –. Siamo molto soddisfatti di esser riusciti a coinvolgere anche il kit ufficiale in questo progetto molto più ampio del Milan, che da anni ha un posizionamento chiaro su tematiche di Equity, Diversity e Inclusion”.

Martino Roghi, CSR & Sustainability Manager di AC Milan

AC Milan

Con la scelta di una maglia inclusiva, il club si conferma ancora una volta tra le società più attente alla sensibilizzazione su temi sociali: “Il Milan è partito cinque anni fa riorganizzando il suo lavoro in un manifesto che si chiama RespAct, che è diventato un po’ il mantra per il nostro lavoro sull’inclusione – prosegue Roghi —. Si tratta di un percorso che parte da lontano e che si occupa di presidiare e rappresentare i valori Edi in tutti i modi possibili ed efficaci”. Il brand Milan è uno dei più importanti al mondo, con oltre mezzo miliardo di tifosi sparsi ovunque. La gigantesca risonanza mediatica che può avere una società come quella di via Aldo Rossi, secondo Roghi, può e deve essere sfruttata in tutti i modi possibili, anche attraverso la maglia: “I club di calcio hanno uno strumento potentissimo che è quello della comunicazione – sottolinea –. I contenuti e i messaggi che una società calcistica veicola raggiungono un pubblico enorme, proprio per la “fame” che i tifosi hanno nei confronti della propria squadra del cuore. La maglia è il simbolo del club e abbiamo deciso con Puma di fare una terza maglia, che di solito è quella un po’ più libera dagli schemi, con l’obiettivo di dare un messaggio importante di inclusione e tolleranza”.

I calciatori testimonial consapevoli

Nelle immagini diffuse sui social dalla società, diversi calciatori simbolo della squadra – come Leão, Theo Hernandez e Bennacer – indossano la nuova maglia insieme alle colleghe della rosa femminile Valentina Bergamaschi e Laura Giuliani. Il CSR & Sustainability Manager della squadra ci spiega che sono stati molto contenti di abbracciare l’idea di una maglia che va oltre il marketing e si pone l’obiettivo di lanciare un messaggio: “I giocatori sono stati entusiasti perché sono testimonial importantissimi, impegnati, e al nostro fianco in questo lavoro – ha raccontato Roghi –. Rafa Leão è da sempre in prima linea contro le discriminazioni, il capitano Davide Calabria è attentissimo a questi temi, e in particolare a quelli ambientali. E ancora Pobega, che ha fatto una tesi di laurea che aveva come oggetto la responsabilità sociale del Milan”.



[Fonte Wired.it]