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martedì, Mar 14

Milano, il governo blocca la registrazione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali del Comune



Da Wired.it :

Il ministero dell’Interno ha obbligato il Comune di Milano a interrompere il riconoscimento e le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. In quello che è il suo primo provvedimento in materia di diritti civili, il governo Meloni è andato a sottrarre diritti e tutele ai minori nati dalle coppie omoaffettive, che si trovano così a essere discriminati dallo Stato, rispetto a chi nasce in una coppia eteroaffettiva.

Il diktat del governo centrale, che in altre occasioni si presenta come un sostenitore dell’autonomia locale, ha colpito uno dei Comuni più all’avanguardia in Italia sulla tutela dei diritti civili dei minori, costringendolo a un passo indietro di anni che tocca varie famiglie milanesi.

In base a quanto si apprende da Repubblica, la sospensione è stata messa in atto attraverso una circolare della Prefettura di Milano, sotto l’iniziativa del ministero dell’Interno. Nel documento, diffuso lo scorso 10 marzo, il prefetto Renato Saccone ha fatto riferimento alla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, consentita in Italia solo a coppie eterosessuali.

Lo stop

Nella circolare, Saccone ha voluto precisare che la registrazione dell’atto di nascita non è consentita per i minori nati da coppie dello stesso sesso, nemmeno per i nati all’estero da coppie formate da due persone di sesso femminile, anche se questo non è vero. Infatti questa fattispecie è consentita dalle sentenze della Cassazione numero 19599/16 e 14878/17.

A fronte di questo richiamo ufficiale, il sindaco Beppe Sala si è trovato costretto a interrompere le registrazioni anagrafiche. A non poter più essere riconosciuti saranno quindi i minori figli di due padri che hanno fatto ricorso, dove consentito, alla maternità surrogata e ai minori figli di due madri che si sono affidate alla procreazione assistita all’estero, perché in Italia non è consentita alle coppie non eterosessuali, e che abbiano partorito in Italia. La misura non riguarda invece i minori partoriti da due madri all’estero, perché tutelati dalle sentenze della Cassazione.

Nella pratica, tutti i minori che rientrano nei casi elencati potranno essere riconosciuti come figli di un solo genitore, venendo così esclusi da tutti i diritti civili, sociali e patrimoniali che derivano dall’avere due genitori sull’atto di nascita, compreso l’affidamento o l’eredità. La discriminazione derivata da questa misura è quindi duplice, sia nei confronti dei minori, sia dei genitori non ufficiali, che potrebbero vedersi negati dei diritti in caso di separazione della coppia.

Come ricorda Carla Garlatti, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, sui minori non dovrebbero ricadere le conseguenze delle scelte dei genitori e l’articolo 3 della Costituzione sancisce il principio di uguaglianza formale, per cui tutti i cittadini dovrebbero essere uguali davanti alla legge. Tuttavia, l’azione del governo sembra scontrarsi con questi principi, negando diritti fondamentali agli oltre centocinquantamila minori figli di coppie omogenitoriali che vivono in Italia.



[Fonte Wired.it]