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lunedì, Mar 20

Minecraft a scuola: l’idea delle “Maestre a cubetti”



Da Wired.it :

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Il gioco è stato anche l’occasione per comprendere come i diversi alunni abbiano delle abilità specifiche: “Abbiamo notato come si diano una mano a vicenda, alimentando il lavoro di squadra perché se io non porto a termine il mio compito danneggio tutti: il risultato è infatti corale tra i diversi gruppi”, dice Anelli. Il messaggio è quindi quello di un lavoro di squadra, molto importante da far passare agli studenti: “Capita spesso che agli alunni più bravi si affianchino spontaneamente quelli che vogliono imparare – spiega la professoressa Boccoli – Tante volte li guardiamo agire incantate per come emerge il processo di apprendimento dei bambini, è magico. Hanno molta carica e riescono a trasmetterla anche a noi”. Tante le abilità che si possono sviluppare con Minecraft. Spiegano: “Utilizziamo diversi strumenti importanti per l’avvio al pensiero computazionale: Scratch, che è un ambiente di programmazione visuale a blocchi, Minecraft, che costruisce. Nella concretezza dell’assemblare si prende il problema e lo si scompone in vari step per arrivare alla soluzione finale. I nostri bimbi hanno vinto tanti concorsi legati ai progetti che hanno sviluppato. Si aumenta inoltre la capacità di orientarsi nel mondo, si insegna geografia per collocare i punti cardinali, ma anche storia per studiare i monumenti della città e capire perché erano fatti in un certo modo, oltre a un lavoro di misurazione anche matematica”

Una didattica che ribalta l’asse educativo

Per fare tutto questo serve un po’ di coraggio anche da parte dei docenti, dicono: “Non bisogna avere paura di abbandonare il percorso tradizionale di didattica. Non saliamo in cattedra, diventiamo registi e lasciamo anche fare a loro le scelte migliori. Noi ci siamo sedute vicino ai nostri alunni, ribaltando l’asse educativo. Gli stessi ragazzi sono stupiti che si possa fare qualcosa di didattico con i videogiochi, sui social colpisce il fatto che nella scuola entri così qualcosa che solitamente viene lasciato fuori dalla porta: tanti ci scrivono per capire come inserirlo anche nella loro scuola”





[Fonte Wired.it]