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sabato, Ago 03

Miti da sfatare e leggende metropolitane su Marilyn Monroe


In occasione dell’anniversario della morte, sfatiamo qualche leggenda sull’attrice, modella e icona del secolo

(Photo by Alfred Eisenstaedt/Pix Inc./The LIFE Picture Collection via Getty Images/Getty Images)

Il 5 agosto 1962 il mondo si svegliava senza Marilyn Monroe. La diva era morta la notte prima a casa sua per overdose di barbiturici, probabilmente un suicidio. Il suo ultimo film nelle sale era stato Gli Spostati (1961), ma il primo giugno, giorno del suo compleanno, era stata per l’ultima volta sul set di Something’s Got to Give. Il film non fu mai finito, non solo per la morte di Monroe: le sue assenze dal set, causate anche da una sinusite, avevano rallentato la produzione al punto che la Fox aveva deciso di licenziarla e denunciarla per danni. A maggio dello stesso anno aveva cantato il suo famoso Happy birthday Mr. President alla Casa bianca.

La prematura morte della diva fu uno shock per il mondo. La trentaseienne Marilyn Monroe, al secolo Norma Jeane Mortenson, era una delle star di Hollywood più conosciute. Nonostante gli ultimi problemi sul set, alla fine la Fox aveva capito di non poter proseguire senza di lei e l’aveva ingaggiata nuovamente Something’s Got to Give, e nuovi film erano in trattativa. Quell’anno aveva ricevuto il suo terzo Golden globe e la sua carriera, nonostante alcune pause e passi falsi, difficilmente poteva essere considerata in declino.

Era diventata famosa come sex symbol, ma oggi la ricordiamo come un’icona del ventesimo secolo. Anche il nostro Pier Paolo Pasolini la ricordò con una poesia, recitata nel film La Rabbia (1963). Come accaduto ad altri protagonisti della storia prematuramente scomparsi, su Marilyn circolano diverse leggende metropolitane, a cominciare proprio dalla sua morte.

I Kennedy che uccisero Marilyn

La vita privata e professionale di Marylin Monroe è sempre stata molto chiacchierata, e dopo la sua performance al compleanno di Jfk le voci di una relazione tra i due, già mormorata, si diffusero velocemente. La sua morte pochi mesi dopo non poteva che far nascere una teoria del complotto. Come nel caso di altre morti eccellenti alcuni cominciarono a unire i puntini delle apparenti incongruenze, concludendo che il suicidio era solo una messa in scena. Ma chi era il responsabile? Le teorie più famose, anche se non sono le sole (c’è anche chi ha pensato a una morte simulata, proprio come Elvis), coinvolgono i fratelli Kennedy. L’infedeltà di John Kennedy non era un segreto, la relazione tra i due era un seria possibilità. Accettato questo, sarebbe stato così strano che si volesse chiudere per sempre la bocca a Marilyn per timore di uno scandalo?

Nel 1964 il pamphlet The Strange Death of Marilyn Monroe metteva per la prima volta nero su bianco il complotto. Marilyn, dopo la relazione con Jfk, si sarebbe legata al fratello Robert. La minaccia che lei lo rivelasse avrebbe indotto Bob Kennedy, descritto come simpatizzante comunista, a ingaggiare le sue conoscenze rosse per togliere di mezzo Marilyn.

L’autore dello scritto era Frank A. Cappell, ed è improbabile che fosse mosso dalla convinzione che Marilyn meritasse giustizia. Fervente anticomunista e diffamatore seriale, non era la prima volta che colpiva, né fu l’ultima. Dieci anni dopo avrebbe scritto, per esempio, Henry Kissinger: Soviet Agent (!). Anche se Cappell vaneggiava, le teorie complottiste presero piede, tanto che nel 1982 ci fu una nuova indagine, che escluse la possibilità dell’omicidio. Dati i problemi con depressione e droghe, il suicidio rimane l’ipotesi più probabile. Ma anche se non può competere con quello sulla morte di Jfk, il complotto sulla morte di Marilyn fa ancora presa. Basti pensare che nel 2017 furono declassificate delle carte dell’Fbi dove Bob Kennedy, allora procuratore generale, era avvisato del libro di Cappell in uscita.

Le carte davano solo l’informazione, specificando che le accuse nel libro, tra cui addirittura la presenza di Kennedy alla dimora nella vittima il giorno della morte, non avevano basi. Ma in qualche modo vennero raccontate con un alone di mistero, come se in fondo fossero una prova a favore del complotto. Cospirazione o meno, anche le presunte relazioni coi due Kennedy nel tempo sono state un po’ ingigantite. Quasi nessuno considera seriamente che Bob sia stato un amante, mentre è quasi certo che abbia passato una notte con Jack, ma senza che questo diventasse una relazione. Nonostante fosse la donna più fotografata del mondo, esiste solo una foto autentica dei due nella stessa inquadratura (emersa nel 2010 e scattata dopo il famoso compleanno): le foto rubate dei due in intimità reperibili in rete sono dichiarati fotomontaggi o costruite con modelli somiglianti.

La foto fu scattata il 19 maggio 1962, alla festa successiva all’esibizione di Monroe al Madison Square Garden (Photo by Cecil Stoughton/The LIFE Images Collection via Getty Images/Getty Images)

Qi 168

Le leggende su Marilyn non si esauriscono col complotto, e alcune forse sono rivelatrici del nostro rapporto col personaggio. Un fattoide molto ripetuto, anche da testate italiane, è che la diva avesse un quoziente intellettivo altissimo, addirittura 168. Quasi come se, dopo averla ingabbiata nello stereotipo della bionda, la volessimo riabilitare concedendo che non era stupida. E questo è assolutamente vero. Marilyn, che si sposò per la prima volta a 16 anni, non si diplomò mai, ma era una lettrice vorace e autodidatta. Ovviamente era una persona più profonda dei ruoli che interpretava, e ne era ben consapevole.

Ma che avesse un qi di 168 è falso, o meglio: non c’è nessuna prova che sia mai stato misurato alla diva durante la sua vita. Apparentemente tutto è partito da una galleria di curiosità su Monroe pubblicata da Buzzefeed nel 2013. Il dato sul qi non riporta fonti, e nessuno è stato in grado di trovarle. Snopes nota anche che, se pure all’epoca il test esisteva già, era relativamente nuovo e usato in contesti specifici (scuola ed esercito). Quando divenne comune nelle scuole lei aveva già 18 anni e aveva abbandonato gli studi. In conclusione, non è fisicamente impossibile che Marilyn abbia fatto un test, anche se è improbabile, ma soprattutto non ci sono prove dell’accaduto e del presunto punteggio. A volte, per maggiore impatto, si racconta anche che quello di Albert Einstein era 160, ma in realtà nemmeno lui ha mai fatto un test. Quelle in circolazione sul suo conto sono solo stime, e variano molto.

Il difetto nascosto

Un’altra bufala significativa su Marilyn riguarda un suo presunto difetto fisico, naturalmente tenuto nascosto: era nata con 6 dita su un piede (o su entrambi, a seconda delle versioni). La situazione sarebbe poi stata risolta chirurgicamente. Fu il fotografo Joseph Jasgur a sollevare la questione nel suo libro di foto inedite The Birth of Marilyn. The Lost Photographs of Norma Jean, uscito nel 1991. In una foto della futura star sulla spiaggia il piede sinistro sembra effettivamente avere sei dita. L’autore a questo proposito parlerà anche di non meglio precisate voci di interventi plastici, ma non darà altre informazioni ritenendo che non fossero fatti suoi. Questo non ha impedito però un uso massiccio della foto per pepare un po’ la promozione del libro. La foto della diciannovenne Norma Jean si può spiegare con un banale effetto causato da un grumo di sabbia. Prima della foto, nessuno aveva mai parlato di questo difetto, nonostante le montagne di libri già dedicati Marilyn. E visto che in altre foto i piedi anni hanno cinque dita, ci dovrebbe essere stato un intervento chirurgico e quindi una riabilitazione, difficili da nascondere. Senza contare che lo stesso Jasgur ha foto di Marilyn contemporanee a quella incriminata, dove chiaramente le dita sono cinque. Una voce molto simile ha riguardato anche Halle Berry: la nostra spasmodica ricerca di imperfezioni e scandali nelle creature dello spettacolo ci fa prendere anche dei granchi.

E Campanellino?

L’immagine di Marilyn è eterna, non solo perché, come Elvis, vanta un esercito di devoti sosia, ma ha ispirato generazioni di dive dopo di lei. Sarebbe così strano se nel film Disney Peter Pan (1953) il personaggio di Campanellino fosse già ispirato a lei? La somiglianza c’è, e negli anni della lunga lavorazione del cartone animato Marilyn si stava facendo strada a Hollywood. La Disney inoltre usava modelli in carne e ossa per i suoi personaggi.

Ma Campanellino non era Marilyn Monroe, la modella che lavorò per la Disney si chiama Margaret Kerry. In un’intervista di questo mese Kerry ha anche dato la sua versione sull’origine della voce. Da quanto ha sentito, un dirigente o un artista avrebbe commentato in radio le forme di campanellino dicendo qualcosa come “Sì, è formosa, come Marilyn Monroe”. Quello, secondo Kerry, sarebbe stato sufficiente a suggerire che la star avesse lavorato al film. Kerry era quasi una sua coetanea, e avevano anche lavorato assieme, ma Monroe ai tempi di Peter Pan era già sotto contratto con la Fox. Secondo Kerry “La Fox non l’avrebbe mai prestata. Mai”.

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