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lunedì, Mar 09

Moovit, la startup che vuole togliere auto dalla strada con i dati



Da Wired.it :

Moovit punta a 1 miliardo di utenti e ad aggregare le informazioni per trasformare il traffico in città. Oggi è già il più grande fornitore al mondo di big data sulla mobilità

Auto e big data (Getty Images)
Auto e big data (Getty Images)

La mobilità è una cosa complicata. Anche una funzione apparentemente semplice, come avere l’orario stimato di arrivo di un autobus su una fermata con display, richiede una infrastruttura tecnologica che non tutte le aziende dei trasporti sono in grado di avere e soprattutto di tarare con precisioni elevate, nell’ordine del minuto o meno. Renderle intelligenti, cioè con capacità di analisi che predicono gli andamenti del traffico in orari diversi della giornata, è sostanzialmente fuori dalla portata di tutti. Eppure sul mercato alcune aziende di trasporti locali anche italiani stanno cominciando ad avere questo tipo di funzionalità. Com’è possibile?

Siamo andati a vedere dietro le quinte qual è il principale fornitore planetario di soluzioni per la mobilità. Non è Google, che pure è in grado di tracciare itinerari e orari con la sua app Maps, né Apple e nemmeno i “piccoli” come Transit, Citymapper e altri, oppure le società come Uber e Lyft che cercano di integrare anche pezzi della mobilità pubblica nelle loro app. Si tratta invece di una azienda israeliana nata cinque anni fa, Moovit, che attualmente è la numero uno in un mercato formato dall’incrocio di aree differenti: sia la parte consumer (gli utenti dei mezzi di trasporto pubblici) che le aziende del settore pubblico e quelle private. E la sorpresa è che ha anche creato un modello economicamente sostenibile (senza “rubare” i dati degli utenti).

Nessuna azienda – spiega a Wired Yovav Meydad, vicepresidente marketing globale di Moovit – ha questo approccio ibrido. Alcuni forniscono soluzioni per le transit agency e altri invece per i privati che si spostano. Nessuno offre una suite di componenti che lega tra loro cose differenti come facciamo noi”.

moovit
(Foto: Moovit)

A caccia di un business model

Moovit è stata a lungo una startup in cerca di un business plan. Fino a due anni fa gli obiettivi erano chiari ma assolutamente privi di una idea su come monetizzare. Per realizzare l’idea di “essere parte di qualsiasi spostamento urbano in tutte le città del mondo” e per “togliere quante più automobili dalla strada possibile” non c’era un business model: c’erano (e ci sono ancora) i soldi degli investitori. I venture capitalist che hanno finanziato Moovit con 135 milioni di dollari sono i più importanti del settore: Sequoia, Intel Capital, Nokia Partners e altri. La strategia è stata quella di molte startup: prima crescere e poi trovare il modo di guadagnare. Due anni fa l’azienda ha capito quale era la sua opportunità.

Oggi Moovit raccoglie dati sugli orari dei mezzi pubblici da 7mila provider in tutto il mondo e centinaia di fornitori di servizi di micromobilità. Ha una base dati enorme di utenti che utilizzano in modo anonimo e senza tracciamenti personalizzati (“Eravamo pronti per il Gdpr prima ancora che venisse pensato”, dice Meydad) con 6 miliardi di data point anonimi al giorno, che vengono aggregati nei data-lake dell’azienda per poterli analizzare e fare previsioni sul modo con il quale per persone si muovono in città.

Il prodotto è questo: strumenti per la pianificazione dei servizi di mobilità. Da un lato, con l’app Moovit tutti possiamo pianificare i nostri spostamenti in città con informazioni sui differenti modi per spostarsi dal punto A al punto B aggiornate in tempo reale e con stime piuttosto precise (secondo Moovit) su come evolverà il traffico. Dall’altro, grazie al flusso di informazioni raccolte in modo anonimo da tutti quelli che usano la app per pianificare il viaggio e poi per spostarsi, Moovit capisce in tempo reale se l’autobus è in orario, quali sono le condizioni del traffico, quali zone e quali linee sono più usate e quali meno.

Yovav Meydad di Moovit (Foto Antonio Dini)
Yovav Meydad di Moovit (Foto Antonio Dini)

Analisi dei dati

Il modo con il quale monetizziamo invece è vendere le analisi che facciamo sui dati – dice Meydad – perché un manager della mobilità di un comune o di una azienda privata per prendere delle decisioni deve avere dei dati che gli facciano capire zone, flussi, hub di trasferimenti, statistiche e proiezioni. Abbiamo 680 milioni di utenti nel mondo che hanno usato la nostra app e abbiamo creato una piattaforma per la mobility as a service (mobilità come servizio, ndr) che vendiamo alle città, alle amministrazioni pubbliche, alle aziende dei trasporti, agli operatori privati”.

L’Italia, spiega Meydad, è un paese speciale per Moovit perché ha una base utente e una penetrazione molto ampia. Il servizio è presente in 200 città, cioè tutte quelle con più di 50mila persone. In 60 città c’è la copertura in tempo reale e, dove presenti, vengono aggregati i servizi di micromobilità come bici, motorini elettrici, scooter, carsharing, monopattini. L’ufficio italiano ha cinque persone che coprono una parte dell’Europa e soprattutto incontrano i fornitori dei dati. Perché il contatto umano, la capacità di entrare in relazione con la burocrazia e capire quali strutture tecnologiche ci sono ad esempio nelle aziende dei trasporti, è fondamentale.

Il flusso dei dati viene fornito sulla base di precisi accordi. Ma va anche valutato: oltre agli orari dei dati molti operatori forniscono anche dati in tempo reale sugli spostamenti dei bus. Ma vanno capiti: alcuni servizi Gps sono stati pensati per soluzioni industriali completamente diverse, e forniscono aggiornamento ogni dieci minuti o più, con precisione limitata sia spaziale che temporale. Vanno riconfigurati o arricchiti. Per esempio, con un tablet o uno smartphone per l’autista che gli fornisca i servizi Moovit e contemporaneamente permetta all’azienda di avere dati in tempo reale per aggiornare le paline elettroniche delle fermate.

Il servizio – dice Meydad – si chiama Moovit Time Pro e fornisce alle compagnie di trasporto un dato preciso, migliore di quello calcolato dai loro sistemi che spesso dividono distanza con velocità e ottengono il tempo, mentre noi forniamo un ragionamento sulla velocità dei vari passaggi a seconda del traffico che sappiamo ci sarà a quell’ora”. Il servizio ha fatto il suo esordio mondiale in a Palermo.

Moovit
La app per il trasporto pubblico ha una versione minimal per dare le info esenziali: avvisi, viaggi programmati, fermate vicine o linee già inserite tra i preferiti nella versione per smartphone.

Incroci di servizi

Fornire dati precisi e consentire alle aziende di pianificare meglio i servizi di mobilità urbana ha il vantaggio di dare maggiore soddisfazione agli utenti dei servizi pubblici e di micromobilità. “Questo è fondamentale per perseguire il nostro obiettivo di togliere quante più macchine private dalla strada possibili: se sai che il trasporto pubblico è affidabile, rinunci all’auto”, aggiunge il manager.

Moovit fornisce dati a tutti. Utilizzando Azure di Microsoft come piattaforma cloud eroga i suoi servizi anche a privati come Lyft negli Usa, servizio di ride sharing che però vuole integrare la sua mobilità anche con altre opzioni. In Spagna, con Wondo, il borsellino elettronico, è possibile comprare il biglietto per i mezzi pubblici di Barcellona, Madrid e altre città spagnole e portoghesi, direttamente dalla app. Oppure pagare il carsharing, la bici, lo scooter elettrico, e tutto il resto. “Il nostro obiettivo è diventare un servizio di “plan, pay and ride”, che copre tutti i passaggi del viaggio urbano”, spiega Meydad. Per questo Moovit si sta alleando oltre che con Wondo anche con Token Transit, Cubic, Masabi, Delerrok.

Altre aziende di trasporti chiedono invece di realizzare una versione della app Moovit brandizzata per loro. In realtà, essendo broker di dati e capaci di fare analisi e generare ulteriori informazioni, il mercato di Moovit è molto ampio. L’azienda israeliana è presente in tremila città di 27 Paesi diversi e continua a crescere sia come numero di città che per profondità di integrazione, mettendo assieme tutte le informazioni che riesce a raccogliere, dai treni regionali fino ai monopattini elettrici.

A partire dal 2018 Moovit ha cominciato a generare un flusso di cassa, che è aumentato l’anno dopo del 300%. Con 15 persone addette alle vendite dei servizi e una presenza in tutto il mondo: Nord e Sud America, Europa e poi Asia ed Australia che nei prossimi mesi verranno sempre più spinte “aprendo” più città, così come nei paesi del Nord Europa. L’azienda ha in tutto 200 dipendenti, 15 uffici in tutto il mondo, sede a Tel Aviv e quartier generale internazionale q San Francisco. La sede italiana è la più grande in Europa.

Il nostro obiettivo – dice Meydad – è passare dagli attuali 680 milioni di utenti a 1 miliardo entro il 2020. La nostra base utenti cresce di un milione di persone al giorno. Crediamo che la mobilità sia un diritto umano di base e per questo abbiamo tutte le possibili funzionalità per far usare la app a chi non vede ho ha difficoltà motorie o di spostamento, e possiamo calcolare tragitti per chi ha queste difficoltà e ad esempio anche per le madri con i passeggini con un bambino piccolo, che spesso sono in difficoltà nelle parti più difficili della città. La nostra forza comunque è la comunità, che segnala, modella, arricchisce quotidianamente i percorsi e rende migliore il nostro servizio. E questo ci permette, per esempio, di creare anche informazioni e percorsi per eventi particolari, come quelli per grandi partite di calcio, per ingorghi improvvisi, deviazioni per maratone o eventi sportivi, in tutto il mondo”.

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[Fonte Wired.it]