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giovedì, Apr 20

Mrs. Davis, la serie tv su una suora in lotta contro l’intelligenza artificiale | Wired Italia



Da Wired.it :

Mentre molte delle intelligenze artificiali malvagie di film e serie tv sono così subdole e minacciose da spingerci (comprensibilmente) a temere per un futuro che non sembra poi così lontano, Mrs. Davis esiste in una realtà che è allo stesso tempo benevola e bizzarra. Il migliore amico di Simone è un ex campione di rodeo che ha messo insieme un esercito di stramboidi anti-tech per distruggere l’app, e ogni scena della serie è costellata di assurdità, deliranti quesiti filosofici e domande sulla natura stessa della religione (qualcuno crederebbe ancora in Dio se un’Ai onnipotente fosse in grado di far luce su tutti i misteri della vita e rispondere alle preghiere?).

Mrs. Davis è un prodotto riuscito perché ci ricorda che il fatto che un’intelligenza artificiale possa apparire minacciosa o dare l’impressione di essere diventata senziente non significa che sia per forza malvagia. L’apprendimento automatico può migliorare o addirittura salvare l’umanità, a patto che tutti ricorrano alla tecnologia per scopi nobili. Nonostante il suo nome umano, poi, la signora Davis è solo un computer. Non ha sentimenti né desideri: non ha mai assaporato il gusto di un panino fatto a regola d’arte o una cucchiaiata di gelato. E anche se sulla carta l’intelligenza artificiale è in grado di comprendere sentimenti come l’amore e l’ira, nella pratica un bot come Mrs. Davis non potrà mai essere veramente umano.

Questo è un aspetto che i creatori della serie, Tara Hernandez e Damon Lindelof, hanno tenuto ben presente durante lo sviluppo dello show. La coppia ha voluto che Mrs. Davis si presentasse attraverso i suoi “delegati” umani piuttosto che come voce fuori campo o bot. “Dovevamo rispecchiare la società ed essere autentici – spiega Hernandez –. Chiamiamo la nostre tecnologie Siri e Alexa per dare un’identità femminili alle Ai, così abbiamo fatto lo stesso“. “Abbiamo deciso di chiamarla Mrs. Davis – il nome della mia insegnante di prima e seconda elementare – perché volevamo che ricordasse una persona in grado di guidarci come bambini attraverso la scuola della vita”, aggiunge.

Lindelof racconta che la serie nasce in parte dall’interesse suo e di Hernandez per l’apprendimento automatico, oltre che dalla paura dettata dalle impressionanti capacità della tecnologia. “Siamo preoccupati, e l’impressione è che stiamo usando decisamente troppo la tecnologia e le Ai, soprattutto gli algoritmi alimentati dalle Ai – rivela Lindelof . La domanda che lo show esplora, almeno nei primi due episodi, è: ‘Siamo costretti a farlo? O veniamo manipolati a prendere decisioni nell’interesse di qualcun altro?’“. Un ristorante raccomandato su Tripadvisor ci compare sul telefono perché un sacco di utenti hanno lasciato recensioni positive, oppure perché un computer pensa che ci piacerebbe e, per qualche motivo, ha un suo tornaconto nel farlo? Le elezioni, le ideologie e i gusti possono senza dubbio essere manipolati in modo simile. Lindelof e Hernandez si sono fatti queste domande, e soprattutto, si sono interrogati sul loro significato.



[Fonte Wired.it]