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sabato, Ott 23

Mudimed è il primo museo digitale dedicato alla storia del metodo scientifico in medicina



Da Wired.it :

Inaugurato il 20 ottobre, è uno spazio virtuale in italiano concepito per fare conoscere le sfide e gli strumenti della medicina, attraverso la storia. Pensato e realizzato da Novartis Italia con il Ministero della cultura, nella prima sala digitale accoglie già 19 opere: ecco cosa c’è e come visitarlo

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Giuliano Volpe, coordinatore del comitato scientifico di Mudimed

La medicina incontra l’arte, per avvicinare le persone alla cultura scientifica e al suo metodo: è questo il concept alla base del percorso museale di Mudimed, il primo museo digitale della storia del metodo scientifico in medicina. Un viaggio attraverso le tappe fondamentali che hanno segnato l’evoluzione della pratica medica dall’antichità fino ai giorni nostri, reso possibile da una raccolta digitale di conoscenze messe in rete da più di 2mila istituzioni culturali di 80 paesi nel mondo.

Inaugurato ufficialmente a Roma nella mattina di mercoledì 20 ottobre, Mudimed è stato promosso da Novartis Italia e dal Ministero della cultura, con la partecipazione del Ministero dell’università e della ricerca e il supporto tecnologico di Google Arts & Culture. A dare spessore al lavoro di ricerca ed esposizione è anche la presenza di un comitato scientifico che riunisce direttori e direttrici dei grandi musei italiani, completato da un pool di narratori composto da ricercatori, scienziati e divulgatori di fama internazionale: Arnaldo Colasanti, Barbara Gallavotti, Andrea Grignolio, Paolo Mazzarello, Guido Silvestri e il coordinatore Giuliano Volpe.

Cosa si può vedere a Mudimed

Alcune delle più prestigiose istituzioni museali e bibliotecarie del nostro paese hanno messo a disposizione dello spazio espositivo le loro principali opere in formato digitale. Raccogliendole, Mudimed propone un approccio innovativo al racconto del metodo scientifico in medicina, attraverso un linguaggio originale e coinvolgente, che accompagna un percorso suggestivo ma rigoroso, in cui innovazione scientifica e scienza medica si intrecciano con la cultura umanistica e l’arte.

Nella prima sala digitale del museo aperta al pubblico (in attesa che il percorso di visita si ampli) sono già raccolte 19 opere provenienti da istituzioni culturali del nostro paese come il Museo archeologico nazionale di Napoli, il Museo della storia della medicina de La Sapienza, il Museo e il Real Bosco di Capodimonte e la Biblioteca nazionale centrale di Roma. A cui si aggiunge il già citato spazio digitale Arts & Culture di Google. E tra le opere, si spazia dai manufatti in terracotta degli scavi di Pompei, quando la medicina era principalmente devozione e preghiera, fino agli affreschi del Seicento sulle più importanti epidemie del passato, fino ai reperti che testimoniano i primi interventi chirurgici. Per arrivare poi alla modernità e all’attualità, tra vaccinazioni e frontiere della farmacologia moderna.

Oplomoclion
L’Oplomoclion

Un approccio che sottolinea ed enfatizza il legame tra la scienza e i contesti culturali e sociali, traendo spunto da reperti archeologici, manufatti, dipinti, opere letterarie e sculture, testi antichi, opere d’arte e testimonianze della cultura popolare. Si spazia così dagli ex voto in terracotta di epoca arcaica al kit portatile di farmaci di età barocca, dal celebre ritratto di Enea ferito alla riproduzione del sorprendente Oplomoclion, uno strumento ortopedico del Sedicesimo secolo con funzione di corsetto per correggere le deformità della colonna vertebrale e degli arti, ma anche una tavola sinottica di tutte le protesi allora disponibili.

Anche la scelta stessa del logo di Mudimed ha un significato: si ispira infatti alla teoria dei quattro umori che governerebbero il corpo umano (bile gialla, bile nera, flegma e sangue), teorizzata per la prima volta da Ippocrate nel V secolo avanti Cristo, poi ampliata da Galeno. L’equilibrio tra questi umori corrisponde allo stare in salute, mentre lo squilibrio alla malattia: un’intuizione oggi ovviamente superata, ma che ha fatto storia, dato che per secoli ha rappresentato un punto fermo nell’evoluzione della medicina.

Come visitare Mudimed

Il punto di partenza, come è facile immaginare, è un sito: mudimed.it. All’interno al momento ci sono due sezioni principali: una dedicata a raccontare la finalità del progetto e il comitato scientifico e l’altra – la più importante – con il museo vero e proprio, attravero una serie di videoclip d’autore che raccontano alcuni dei grandi temi. Qualche esempio? La medicina teurgica e magico-religiosa che risale alle fasi più antiche della storia umana, le visioni della sofferenza attraverso lo sguardo di artisti, musicisti, scrittori e storici, lo sviluppo dell’anatomia e quello della chirurgia attraverso i numerosi strumenti rinvenuti negli scavi, fino ad arrivare alla medicina moderna con i suoi progressi, le sue sfide e i suoi traguardi.

La prima sala digitale è dedicata in particolare alle fonti della storia. Ma attenzione: Mudimed non è un museo compiuto, bensì un cantiere aperto. Il percorso di ampliamento proseguirà negli anni, con l’apertura di altri spazi espositivi e l’inserimento di nuove opere e protagonisti.

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Enea ferito

Scienza da vivere e a prova di futuro

Oltre a valorizzare la cultura scientifica, tra le finalità del Mudimed c’è l’avvicinare i cittadini – a cominciare dai più giovani – ai metodi della scienza, e il rafforzare il rapporto di fiducia tra scienza e società. “Mudimed è nato nel momento in cui, in piena pandemia, ci si è resi conto che il gap tra cittadini e scienza è ancora molto ampio, con resistenze anche nelle fasce giovani delle popolazione”, ha commentato a Wired Pasquale Frega, country president e amministratore delegato di Novartis Italia. “Per esempio, una ricerca demoscopica ha mostrato che nella fascia d’età tra 15 e 25 anni c’è un 30%-40% di persone che ha grande sfiducia nella scienza ufficiale.

Il progetto del museo digitale, infatti, si inserisce all’interno del più ampio percorso di Scienza da vivere – Novartis per un’Italia a prova di futuro, che si concretizza in un filone di progetti e azioni a supporto della science literacy, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra cultura, scienza e società per affrontare le sfide presenti e future. Un altro progetto rivolto agli studenti delle scuole secondarie superiori sarà il Percorso delle competenze trasversali e di orientamento, chiamato Pcto.

“Durante i lockdown abbiamo imparato a visitare i musei in forma nuova. Abbiamo, come italiani, un patrimonio culturale scientifico nascosto e sconosciuto anche agli addetti ai lavori, e unendolo alla nostra passione per la scienza e l’innovazione abbiamo voluto rispondere con qualcosa che vada dritto al problema e renda la scienza masticabile per tutti”, ha aggiunto Frega. “La nostra scelta è quella di un linguaggio semplice e diretto, con pochi tecnicismi e ispirato al modello di Super Quark, adatto per qualunque età”.

Pasquale Frega, country president e amministratore delegato di Novartis in Italia

Sulla necessità di valorizzare la cultura scientifica è peraltro intervenuto, in occasione dell’inaugurazione del Mudimed, il Ministro della cultura Dario Franceschini. “Il nostro paese ha un patrimonio museale straordinario, ma rispetto alla storia della nostra cultura scientifica abbiamo, in confronto ad altri Paesi, pochi musei scientifici. Fisico e digitale possono e devono convivere, non sono l’uno alternativo all’altro, bensì complementari: le piattaforme digitali allargano la platea di persone che si avvicinano ai contenuti culturali, senza sottrarre ingressi ai musei, ai teatri o alle sale cinematografiche”. E riguardo alla collaborazione tra pubblico e privato ha aggiunto: “I due mondi devono interagire nella promozione della cultura e nella gestione dei beni culturali: Mudimed è una bella iniziativa che può indicare a molte altre aziende il percorso da seguire”.

Il valore della scienza, dal Pnrr alle cure domiciliari

“Il significato e il valore della scienza sono oggi più che mai al centro del dibattito pubblico e rappresentano un aspetto fondamentale della ripartenza post-pandemia, ha proseguito Frega. “Come azienda della salute, è nostra responsabilità promuovere la diffusione della cultura scientifica”. In un contesto in cui, nella nuova normalità, la scienza della salute non può più permettersi di rinunciare al digitale.

“Nel post-pandemia quella sul ruolo e sull’importanza del digitale è diventata una domanda quasi illecita”, ha commentato a Wired. “Alcuni associano ancora il digitale in sanità alla sola telemedicina e alle app, ma in realtà il digitale abbraccia tutto l’insieme dei dati lungo il percorso sanitario, utile al benessere delle persone e anche per ottimizzare la spesa. Come avevamo già raccontato, peraltro, il Politecnico di Milano ha posizionato la salute e la sanità come l’ambito più lontano in assoluto dal vortice digitale, ossia a minore rischio di effetto-bolla.

A maggior ragione con i fondi in arrivo tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Un grosso capitolo di spesa del Pnrr riguarda le cure a domicilio per i pazienti cronici, oggi seguiti da casa solo nel 4% dei casi”, ha commentato Frega. “La nuova struttura del sistema di cura, articolata su più livelli, funzionerà solo se il percorso del paziente sarà seguito digitalmente, a partire dal fascicolo sanitario elettronico che sarà il fulcro e che ora è usato ancora molto poco”. 60 miliardi di euro del Pnrr sono dedicati alla salute digitale, e impatteranno con forza: “L’uso del digitale in sanità dovrà aumentare grazie a strumenti semplici, veloci ed efficaci, che consentano il monitoraggio a distanza. La sola telemedicina sta già oggi facilitando moltissimo, ma l’evoluzione che ci aspetta è ancora enorme”, ha concluso.





[Fonte Wired.it]