La diatriba tra Elon Musk e l’Unione Europea
La tensione tra Elon Musk, il fondatore di X (ex Twitter), e l’Unione Europea è giunta a un punto di svolta. Dopo la multa di 120 milioni di euro inflitta da Bruxelles per mancanza di trasparenza, Musk ha risposto con una serie di attacchi diretti, arrivando a definire l’UE come il “Quarto Reich” e a suggerire che dovrebbe essere abolita.
La vicenda è iniziata quando Musk ha smantellato lo spazio pubblicitario utilizzato dalla Commissione Europea su X, accusando l’UE di aver “sfruttato un exploit” per pubblicare un link camuffato da video e gonfiarne artificialmente la portata. La Commissione Europea ha replicato, rivendicando l’uso “in buona fede” delle piattaforme social e l’impiego esclusivo degli strumenti messi a disposizione dai servizi stessi.
La tempistica della vendetta di Musk è stata interpretata come una risposta alla multa inflitta dall’UE. Il magnate ha rilanciato quasi ogni critica contro Bruxelles, soffiando sul fuoco della polemica. La situazione è stata ulteriormente aggravata da un post in cui Musk ha definito l’UE come il “Quarto Reich”, accompagnato da un fotomontaggio con una svastica sotto la bandiera europea.
La risposta dell’UE non si è fatta attendere. Cittadini, diplomatici e funzionari hanno adottato lo slogan “This is my flag” a difesa dell’unità, della pace, della democrazia e dello stato di diritto. Tra i primi a unirsi, lo storico consigliere dell’Eliseo Jacques Attali e la presidente della Banca Europea per gli Investimenti Nadia Calvino.
Parigi plaude alla multa UE contro X
Il ministero degli Esteri francese ha espresso soddisfazione per la multa inflitta alla Commissione Europea, sottolineando che la conformità al Digital Services Act (Dsa) non è un optional ma è obbligatoria. La Francia sostiene pienamente la decisione dell’esecutivo comunitario, che considera il Dsa uno strumento normativo volto a proteggere le democrazie e i cittadini europei dagli abusi osservati sulle principali piattaforme digitali.
FP



