da Hardware Upgrade :
Ci sono state un po’ di novità negli ultimi giorni per quanto riguarda il drone NASA Ingenuity e il rover NASA Perseverance. In particolare il primo ha compiuto a breve distanza di tempo il 65° volo e il 66° volo. Solitamente, anche quando la cadenza dei voli è elevata, passano alcuni giorni tra un volo e l’altro. Al JPL hanno invece pensato di ravvicinare questi due voli per permettere un miglior posizionamento del drone.
Il drone ha eseguito il 65° volo il 2 novembre spostandosi di 7 metri con una quota massima di 10 metri con una velocità di punta di 1 m/s e per una durata complessiva di 48″ rimanendo all’interno del campo volo Phi (lo stesso del 64° volo). Il 66° volo è avvenuto il 3 novembre e ha visto uno spostamento orizzontale di 0,6 metri con una quota massima di 3 metri, una velocità di 1 m/s per una durata di 23″ e anche in questo caso il campo volo è rimasto Phi. In entrambi i casi non ci sono valori “da record” ma la motivazione è legata al cercare una posizione per NASA Ingenuity che possa metterlo al sicuro durante il periodo della congiunzione solare.
Come già avvenuto in passato, la congiunzione solare rappresenta un periodo nel quale sonde, rover, lander e droni non possono comunicare con la Terra (e viceversa) perché tra Terra e Marte si frappone il Sole che blocca i segnali radio. Gli ingegneri quindi o mettono in standby le operazioni, oppure caricano comandi che saranno eseguiti in automatico (ma senza controllo se non alla fine della congiunzione). Nel caso di NASA Ingenuity si è scelto di non eseguire voli in questo periodo ma verranno catturate immagini a colori per vedere il movimento della sabbia sul suolo mentre NASA Perseverance dovrà eseguire alcune operazioni basilari.
Alcune novità su NASA Ingenuity e su NASA Perseverance
Partendo dal drone NASA Ingenuity, il JPL ha pubblicato un nuovo articolo che riprende non gli ultimi voli, ma quanto accaduto tra il 52° e il 53° volo (ossia più di dieci voli fa). Travis Brown, ingegnere del JPL e che lavora proprio sul drone ha spiegato che il tempo intercorso tra i due voli era legata a una precisa scelta della squadra che gestisce l’elicottero. In particolare si è cercato di far volare l’elicottero al di fuori del raggio di comunicazione tra rover e drone con un elevato rischio, ma anche con diversi benefici.
Brown ricorda che quando si programma lo spostamento sia del drone che del rover si sceglie il percorso con le minori difficoltà per ridurre gli inconvenienti (si tratta del resto di dispositivi la cui missione ha un costo di oltre due miliardi di dollari). Come abbiamo scritto in passato, Perseverance ha la priorità su Ingenuity. Per questo si cerca di evitare ritardi sulla roadmap del primo, si evita di creare problemi al rover e al drone ma si vuole anche ottenere il maggior numero di informazioni scientifiche e cercare di raccogliere dati su come i droni potranno svilupparsi in futuro.
La priorità è data in particolare a non far perdere tempo al rover e alla salute di entrambi i dispositivi. Per questo gli ingegneri devono pensare a come far volare il drone mantenendolo abbastanza vicino al rover per le comunicazioni ma abbastanza lontano da non danneggiarlo inavvertitamente. Lasciare il drone solo poco più avanti del rover potrebbe fare in modo che il secondo lo raggiunga e si avvicini troppo. Lasciarlo indietro invece potrebbe rallentare i movimenti del rover e il drone potrebbe colpire inavvertitamente il Perseverance. Scegliere invece un percorso laterale potrebbe comportare problemi di comunicazione e non avere una corretta gestione delle traiettorie sicure. La pianificazione è quindi essenziale (e si preferisce lasciare il drone avanti rispetto a Perseverance ma a distanza di sicurezza).
Brown spiega che il volo 52 avrebbe dovuto essere un volo di lunga durata coprendo un’ampia distanza, questo perché il rover si stava avvicinando dopo l’esplorazione di Echo Creek. Gli ingegneri avevano pianificato di perdere le comunicazioni a circa 8 metri dalla zona di atterraggio, ma con la telemetria che sarebbe potuta essere recuperata poco dopo grazie alla vicinanza di Perseverance.
Dopo una settimana il rover si è mosso ma non nella direzione prevista in precedenza (vicino al drone) ma verso un’altra zona, Powell Peak, per eseguire alcune analisi. In questo frangente non si sapeva il destino di NASA Ingenuity mancando la telemetria e immagini dirette. Da una settimana si è passati quindi a due o tre senza comunicazione (bisogna considerare che il volo 52 è avvenuto a fine aprile, il volo 53 a fine giugno).
Perseverance ha trovato poi alcune difficoltà nel campionare delle rocce nella nuova zona d’interesse, rallentando le sue operazioni e quindi anche i suoi spostamenti. Solo dopo diverse settimane il rover ha potuto comunicare con NASA Ingenuity. Sono passati così ben 61 sol senza comunicazioni. Questa però è solo la premessa di quanto accaduto per il volo 52, ma non di quanto è poi accaduto per il volo 53, dove c’è stato un “atterraggio d’emergenza”.
Durante questo volo la fotocamera RTE (Return To Earth) avrebbe dovuto catturare diverse immagini a colori del letto del fiume ormai prosciugato avendo così ampia rilevanza scientifica. Poco dopo il decollo di NASA Ingenuity c’è stato però un problema di sincronizzazione con la Navcam in bianco e nero che ha attivato il comando “LAND-NOW” che ha comportato l’interruzione immediata del volo per sicurezza. Interessante notare che la motivazione precisa che ha portato a questo problema non è ancora nota in quanto non si è mai verificata in precedenza e neanche nei test. Durante il volo 54 non c’è stato spostamento orizzontale ma solo verticale per permettere al sistema di guida di risincronizzarsi e correggere la sua posizione rispetto al terreno. Da lì in poi, come sappiamo, la cadenza di volo è aumentata arrivando a quattro voli in un mese (sia a settembre che ottobre).
NASA Perseverance e la raccolta dei campioni
Da oggi 11 novembre al 25 novembre la NASA (e le altre agenzie) non potrà comunicare con i propri dispositivi su Marte a causa della congiunzione solare. Per questo sono stati inviati comandi per garantire la massima sicurezza di orbiter, droni e rover. Questo ovviamente colpirà anche NASA Perseverance che però non smetterà di funzionare ma continuerà il monitoraggio di superficie, meteo e radiazioni.
Il rover però non è stato inattivo neanche nelle scorse settimane e, dopo aver raccolto il 22° campione della missione Mars Sample Return alla fine di settembre, ha campionato anche il 23° campione il 21 ottobre. Si tratta di una roccia sedimentaria chiamata Turquoise Bay con la “carota” che ha preso il nome di Lefroy Bay. Come scritto sopra, ci sono stati alcuni problemi nel campionamento di alcune rocce in passato in quanto il materiale che le compone era troppo friabile per resistere alla perforazione e alla creazione di un campione abbastanza compatto da poter essere inserito nella provetta.
Mentre prosegue la missione Mars 2020, sulla Terra si discute della possibilità di continuare la missione Mars Sample Return e ci potrebbero essere buone e cattive notizie. Da un lato sappiamo che il budget richiesto è elevato e una revisione indipendente ha proposto diverse modifiche. Un rapporto del Senato vorrebbe fornire alla NASA tutti i soldi necessari ma a condizione di sospendere lo sviluppo della piattaforma per l’atterraggio del rover europeo Rosalind Franklin risparmiando così soldi che potrebbero essere invece investiti su Mars Sample Return. Questa scelta penalizzerebbe l’ESA che potrebbe decidere di sospendere ExoMars a tempo indefinito o addirittura cancellarla se non ci sarà la collaborazione con la NASA e non si troverà il modo di sviluppare un sistema di atterraggio (che sia un lander o un sistema modello Skycrane). Nessuna decisione è ancora stata presa, in entrambi i casi però non sarà una scelta semplice e sicuramente condizionerà l’esplorazione di Marte.