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martedì, Nov 05

Negli ultimi 20 anni, 2 milioni di persone hanno lasciato il Sud Italia


La fotografia che emerge dal rapporto Svimez sull’economia nel Mezzogiorno – presentato oggi alla Camera dei deputati – ritrae un paese diviso, dove tantissimi under 35 hanno scelto di abbandonare la loro terra natale

(foto: Tim Graham/Getty Images)

Il 2019 vede il Sud entrare in recessione con un Prodotto interno lordo (Pil) stimato in calo dell’0,2% a fronte del +0,3% del Centro-Nord. Questo quanto emerge dal Rapporto sull’economia del Mezzogiorno, opera principale della SvimezAssociazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – che viene pubblicato ogni anno, tenendo conto di indicatori chiave e degli andamenti dell’economia meridionale in numerosi settori.

Dall’inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti, la metà giovani fino a 34 anni, quasi un quinto laureati”, avverte il rapporto, presentato questa mattina alla Camera dei deputati alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sempre secondo questa fotografia, “La crescita dell’occupazione nel primo semestre del 2019 riguarda solo il Centro-Nord (+137 mila), cui si contrappone il calo nel Mezzogiorno (-27 mila)”. Tuttavia, per il 2020, si stima una crescita del Sud dello 0,2% a fronte dello 0,6% dell’Italia.

A proposito di una delle misure principali del governo Conte-bis, lo Svimez giudica “utile” il reddito di cittadinanza ma precisa che “la povertà non si combatte solo con un contributo monetario: occorre ridefinire le politiche di welfare ed estendere a tutti in egual misura i diritti di cittadinanza”. Il reddito non fermerebbe così la fuga di persone: sempre secondo il rapporto entro i prossimi 50 anni il Sud perderà 5 milioni di persone, soprattutto giovani istruiti. Questo si tradurrebbe con un arretramento del 40 per cento del Pil.

La trappola demografica

Alla fuga si aggiunge un ulteriore fattore. Lo Svimez 2019 lancia infatti un allarme proprio sulla bassa natalità italiana, specie del Mezzogiorno. Al Sud sono nati circa 157 mila bambini, 6 mila in meno del 2017. La novità è “che il contributo garantito dalle donne straniere non è più sufficiente a compensare la bassa propensione delle italiane a fare figli”. Ad ogni modo, il minimo storico delle nascite, si precisa nel rapporto, riguarda tutto il paese.

Inoltre il rapporto 2019 afferma che il Nord Italia non è più tra le locomotive d’Europa: “Alcune regioni dei nuovi stati membri dell’Est superano per Pil molte regioni ricche italiane, avvantaggiate dalle asimmetrie nei regini fiscali, nel costo del lavoro, e in altri fattori che determinano ampi differenziali regionali di competitività”.

Mezzogiorno green

La soluzione proposta è quella di puntare sul Sud come “piattaforma verde del paese”. Infatti, stima il rapporto, “La bioeconomia meridionale si può valutare tra i 50 e i 60 miliardi di euro”. In questo modo, investire su una rinascita verde del Mezzogiorno – anche tramite il cosiddetto Green New Deal – sarebbe un’opportunità per tutto il paese e non solo per il Sud.

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