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mercoledì, Ago 21

Nel 2050 il Mediterraneo rischia di essere più alto di 20 centimetri


Questi i dati di uno studio condotto da ricercatori italiani dell’Ingv e dell’università Radboud. Lo scenario peggiore è a Venezia, dove l’aumento nel 2100 potrebbe variare dai 60 agli 80 centimetri

Mediterraneo
(foto: PIxabay)

I cambiamenti climatici sono già evidenti e lo saranno ancora di più in un futuro non lontano. Fra circa 30 anni, nel 2050, il mar Mediterraneo potrebbe essere salito di ben 20 centimetri e nel 2100 di 57 centimetri. A svelare questi dati è uno studio condotto da ricercatori italiani dell’università Radboud nei Paesi Bassi e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Gli scienziati hanno utilizzato i dati di nove stazioni nel Mediterraneo centro-settentrionale, che ne misurano il livello a partire dal 1888. Una crescita delle acque di questo genere può aumentare il rischio di inondazioni e altri fenomeni naturali pericolosi per l’ambiente e per l’essere umano. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Water.

Lo studio

Gli autori hanno combinato i dati delle nove stazioni mareografiche e delle proiezioni climatiche fornite dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), organismo delle Nazioni Unite che valuta i cambiamenti climatici. L’indagine ha tenuto conto anche degli effetti della cosiddetta subsidenza, ovvero dei movimenti verticali del suolo dovuti a cause naturali o legate alle attività umane. Sulla base di queste valutazioni gli autori hanno elaborato due possibili scenari climatici, che rivelano entrambi una forte crescita del mar Mediterraneo.

Mediterraneo, la crescita in numeri

I risultati mostrano che nello scenario climatico più critico si potrà verificare entro il 2050 un aumento massimo del livello medio del mare di circa 20 centimetri, mentre nel 2100 si potranno raggiungere i 57 centimetri circa, più di mezzo metro. “Nello scenario meno critico – sottolinea Marco Anzidei, ricercatore dell’Ingv, coautore dello studio – nel 2050 si potrà avere un aumento di 17 centimetri e nel 2100 di 34 centimetri”.

Venezia, la situazione più critica

L’aumento del livello del mare sarà piuttosto importante a Venezia. “Qui la subsidenza accelera l’effetto dell’aumento del livello marino”, sottolinea Antonio Vecchio, prima firma dello studio, ricercatore dell’università Radboud, “e si stima che nel 2100 il livello medio del mare sarà più alto rispetto a oggi tra i 60 e gli 82 centimetri, nei due diversi scenari climatici”. In generale, prosegue Vecchio, subsidenza e altre fluttuazioni locali possono contribuire per una quota del 15% alla crescita del livello del mare. Mentre a Trieste l’aumento del livello del mare nel 2100 oscillerà fra i circa 33 e i 52 centimetri e a Genova fra i 34 e i 58 centimetri, Venezia rimane in assoluto quella con i valori più alti, anche se confrontata con altre città del Mediterraneo.

Attenzione alle coste

Insomma, anche gli effetti locali spesso peggiorano la situazione. In particolare la subsidenza lungo le aree costiere potrebbe avere un impatto negativo rilevante. “In questi casi gli aumenti attesi sono in grado di causare una ingressione marina più rapida”, aggiunge Anzidei, “cioè il mare tende a sommergere tratti più o meno ampi di costa in maniera più veloce rispetto alle zone non subsidenti”. E questo rappresenta un fattore di rischio per l’ambiente, per le infrastrutture e per le attività umane. “Fra i pericoli l’erosione e l’aumento dei rischi legati ad inondazioni, mareggiate e maremoti, con le conseguenti perdite economiche”, conclude il ricercatore: “Le istituzioni, a tutti i livelli di governance, devono tenere conto di queste proiezioni perché sono fondamentali per affrontare in modo più consapevole la gestione delle nostre coste.

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