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sabato, Mag 06

“Nella Russia moderna l’unico media vero è la Vpn” | Wired Italia



Da Wired.it :

L’idea di libertà può assumere diversi significati, soprattutto in un paese come la Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina. “L’idea di liberà è più o meno uguale dappertutto, almeno in tutte le culture europee o nei paesi europei, a cui spero la Russia appartenga – spiega Ekaterina Glikman, vicedirettrice di Novaya Gazeta Europa al Wired Next Fest 2023 – Trentino a Rovereto -. Ma quando vivi in una dittatura l’idea di libertà diventa secondaria. Per esprimere la tua idea, se sei fortunato vai in prigione, o puoi essere ucciso. Le persone diventano apolitiche, non perché non desiderano essere libere, ma solo perché è più sicuro. Solo pochi di noi sono eroi. Non è normale che tutte le persone siano eroi”.

In questo momento, infatti, nello stato è impossibile mostrare dissenso senza incorrere in sanzioni o in conseguenze gravi: “A Mosca non puoi andare in giro a protestare per contro la guerra. Se lo fai vai direttamente in prigione. Non fai in tempo a srotolare i tuoi cartelli e i tuoi striscioni che ti mettono in galera”, continua Glikman. Eppure ci sono alcuni esempi di comunità in Russia che cercano di imporsi e di riprendere il proprio spazio: “Ma qualche tempo fa in un piccolo villaggio c’è stata una ribellione. Hanno rieletto un nuovo sindaco per strada, per alzata di mano. Gli abitanti di Mosca e gli abitanti di questo villaggio vivono nello stesso paese e non appartengono a diverse specie umane. In questo villaggio, non c’è polizia. Togli la polizia dalla strada di Mosca e vedrai i risultati”.

Secondo Mara Morini, professoressa di Scienza Politica all’Università di Genova, non ci sono solo differenze tra le zone del paese e le diverse città, ma anche tra le diverse generazioni: “Non ci sono solo differenze nel territorio, ma anche tra più giovani e meno e come loro reagiscono alla mancanza o meno di libertà: secondo alcuni sondaggi la libertà di parola è una priorità per la Russia. Ma libertà significa anche vivere una vita normale, ordinaria, ed è questa la ragione principale per cui noi non vediamo una reazione così forte a quello che è successo. I russi pensano che le cose andranno sempre peggio nel futuro, in particolare nei prossimi 2 anni. I più giovani non possono sopportare questa situazione”.

C’è anche un’altra paura, oltre a quella della repressione- aggiunge Giovanni Savino, ricercatore di Storia della Russia all’Università di Napoli, ospite al Wired Next Fest -. Quella della fame: una delle peggiori paure della Russia è di avere i supermercati vuoti. Libertà è sempre una questione di scelta. Molti russi stanno facendo una scelta, e stanno pagando per questa scelta”.



[Fonte Wired.it]