Il mondo dell’e-commerce in Italia ha un impatto economico significativo, con un valore superiore a 133,6 miliardi di euro nel 2022. Questo settore, che include vendite tra aziende (B2B) e ai consumatori finali (B2C), contribuisce in modo significativo all’economia del Paese. Secondo una ricerca condotta da Netcomm e Althesys, la filiera dell’e-commerce ha creato 1,6 milioni di posti di lavoro, con un aumento del 12,4% rispetto all’anno precedente, rappresentando il 6,4% della forza lavoro in Italia. In termini di gettito fiscale, lo Stato beneficia di 49,6 miliardi di euro grazie alle imposte e ai contributi generati da questo settore in crescita.
Il concetto chiave dell’analisi è il “valore condiviso”, ossia la capacità di un’azienda o di un settore di generare ricchezza, benessere e occupazione non solo per se stessi, ma anche per l’intero sistema socio-economico di cui fa parte. La ricerca evidenzia che le ricadute dirette del commercio elettronico ammontano a 42,3 miliardi di euro, mentre le ricadute indirette derivanti dal volume d’affari creato per le aziende coinvolte nella catena del valore sono pari a 49,7 miliardi di euro. Inoltre, si stima che ci siano ulteriori 41,6 miliardi di euro di ricadute indotte sull’economia nazionale.
Questi dati confermano l’importanza dell’e-commerce per l’economia italiana e la sua capacità di generare ricchezza e occupazione in modo sostenibile. La crescente digitalizzazione del commercio sta cambiando il modo in cui le persone acquistano beni e servizi, e il settore dell’e-commerce si conferma come un motore trainante per l’economia del Paese. Il convegno “Elezioni Europee e Commercio Digitale” ha messo in luce l’importanza di sfruttare appieno il potenziale dell’e-commerce per favorire la crescita economica e sociale in Italia.