Prevenire i crimini sembra meglio che risolverli. Dopo il Regno Unito, a lavoro su un programma di “previsione dell’omicidio”, ora anche New York sta valutando l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per la “prevenzione predittiva” di crimini e comportamenti pericolosi sulle banchine della metropolitana cittadina. Proprio in questi giorni, nel corso di un incontro sulla sicurezza, il CSO della Metropolitan Transportation Authority Michael Kemper ha dichiarato che l’agenzia sta “studiando e sperimentando tecnologie come l’intelligenza artificiale per rilevare potenziali problemi o comportamenti problematici sulle banchine della metropolitana“. Più nel dettaglio, l’obiettivo è quello di adottare un software AI che sia in grado di analizzare in tempo reale i filmati delle telecamere di sicurezza della metropolitana, così da inviare avvisi automatici al Dipartimento di Polizia di New York “nel caso in cui qualcuno si comporti in modo irrazionale“.
Una vera e propria tecnologia di “prevenzione predittiva”, come l’ha definita Michael Kemper, in grado di identificare i criminali prima ancora che compiano un reato. Come è facile immaginare, la notizia ha subito suscitato non poche preoccupazioni riguardo la privacy dei cittadini della Grande Mela. In modo repentino, però, il portavoce della Metropolitan Transportation Authority Aaron Donovan ha fatto sapere che non sarà utilizzato in alcun modo il riconoscimento facciale nel potenziamento del sistema di sicurezza della metropolitana cittadina. L’obiettivo unico di questo progetto, infatti, sembrerebbe essere quello di ridurre il numero di aggressioni di cui sono stati vittime i newyorkesi negli ultimi anni – solo lo scorso anno, secondo quanto riportato da alcuni dati, sono state ben 10 le persone assassinate nella metropolitana.
Eppure, nonostante questo, le organizzazioni dei diritti civili non sembrano essere d’accordo con il piano di sicurezza annunciato da Kemper. “Utilizzare l’intelligenza artificiale – una tecnologia notoriamente inaffidabile e distorta – per monitorare le nostre metropolitane e inviare la polizia rischia di esacerbare queste disparità e creare nuovi problemi – ha dichiarato Justin Harrison della New York Civil Liberties Union – Vivere in uno stato di sorveglianza totale non dovrebbe essere il prezzo da pagare per essere al sicuro. La vera sicurezza pubblica deriva dall’investire nelle nostre comunità, non da una sorveglianza onnipresente”. Resta da vedere, quindi, se – e quando – davvero New York implementerà l’AI nei sistemi di sicurezza della sua metropolitana.