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mercoledì, Gen 26

NFT: cosa sono e perché se ne parla tanto


L’acronimo di cui si parla tanto negli ultimi mesi rappresenta l’atto di proprietà e il certificato di autenticità scritto su Blockchain di un bene unico. Vengono usati in applicazioni che richiedono oggetti digitali unici come crypto art, oggetti da collezione digitali e giochi online. Ecco le cose da sapere su questo nuovo trend

Negli ultimi mesi si parla sempre di più di NFT, un acronimo che significa non-fungible token (in italiano token non fungibile o gettone non replicabile). Si tratta di certificati “di proprietà” su opere digitali. Nel dettaglio è un tipo speciale di token crittografico che rappresenta l’atto di proprietà e il certificato di autenticità scritto su Blockchain di un bene unico (digitale o fisico). Non sono reciprocamente intercambiabili e si differenziano dunque dalle criptovalute, come i bitcoin per esempio, che sono invece fungibili. Gli NFT vengono usati in applicazioni particolari che richiedono oggetti digitali unici come cripto art, oggetti da collezione digitali e giochi online. In particolare il mondo dell’arte è uno dei primi campi di utilizzo di NFT, per la sua capacità di fornire prove di autenticità e proprietà dell’arte digitale che altrimenti avrebbe dovuto fare i conti con il potenziale della riproduzione di massa e distribuzione non autorizzata sul web. Il mercato dei NFT nel terzo trimestre del 2021 valeva 10,7 miliardi di dollari.

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Come spiega Agenda Digitale, l’acquisto di un’opera legata a un non-fungible token non è l’acquisto dell’opera, ma la possibilità di dimostrare un diritto sull’opera, garantito tramite uno smart contract. Tutto comincia con una versione digitale dell’opera d’arte. Solitamente, si usa una foto digitale o una sua documentazione filmata e salvata in formato digitale. Viene compressa in una sequenza, chiamata hash, che poi viene memorizzata su una blockchain. L’uso di questi token ha aperto la strada a un mercato automatizzato di hash, in cui il creatore può usare il token per aggiungere al suo interno il proprio hash e quindi venderlo in cambio di un pagamento in criptovaluta. Dal momento che l’NFT tiene al suo interno traccia delle vendite dell’hash, in modo che risulta possibile tracciare i passaggi di mano fino al suo creatore, è possibile dimostrarne il possesso con una prova di autenticità e di proprietà dell’opera.

Il copyright e la normativa

I NFT hanno rivoluzionato il campo del diritto d’autore. Dalla loro nascita, nel 2014, si sono rivelati una grande novità. Nell’ambito degli NFT, tramite il loro utilizzo, chi acquista un token non acquista i diritti d’autore sul contenuto oggetto del token, ma acquista un certificato che gli consente di tenere traccia e provare la proprietà della copia digitale acquistata. Quindi di una stessaopera possono essere venduti indefiniti NFT a soggetti diversi, tutti allo stesso modo proprietari di una singola copia, ma non dell’originale. Quest’ultimo rimarrà di esclusiva proprietà dell’autore che avrà la possibilità di sfruttare economicamente un numero indefinito di volte la propria opera, venendo remunerato per l’acquisto di un token ad essa collegato.

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Per l’acquisto serve una blockchain, quasi sempre quella di Ethereum. Ma ultimamente stanno arrivando soluzioni alternative come Flow Blockchain, Binance Smart Chain, Solana, Cardano, Polygon, TRON e EOS. Le piattaforme per negoziare NFT sono numerose, da Open Sea a Nifty Gateway, da Valuables (per l’acquisto di tweet) a CryptoKitties. Ci sono Rarible e SuperRare specializzate in opere d’arte o Valuables per l’acquisto di tweet. Le transazioni avvengono per la quasi totalità dei casi in criptovaluta, quindi è necessario disporre di un portafoglio digitale (wallet) come Metamask.

Alcuni casi simbolo

Nella classifica degli NFT più costosi domina la crypto-art. A inizio 2021 ha suscitato grande clamore l’artista digitale Beeple che ha lanciato il lavoro Everydays. The first 5000 days, un collage di altre 5000 opere, venduta dalla famosa casa d’aste Christie’s per una cifra di circa 39.000 ETH, cioè oltre 69 milioni di dollari, a Metakovan, pseudonimo del fondatore di Metapurse, il più grande fondo NFT al mondo. Di fatto Metakovan non ha la disponibilità del file, ma a tutti gli effetti è l’unico possessore della totalità dei diritti associati all’opera”. Tra i non-fungible token più cari anche il primo tweet della storia, scritto da Jack Dorsey, venduto per 2,9 milioni di dollari.

beeple nft
L’opera “Everydays. The first 5000 days” di Beeple – ©Ansa



fonte : skytg24