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mercoledì, Feb 08

Nielsen, lo sciopero che riguarda anche Sanremo



Da Wired.it :

Nielsen Media Research, azienda statunitense leader nella misurazione dell’audience di tv, radio e giornali, ha annunciato l’intenzione di licenziare quaranta dei circa 280 dipendenti della sede italiana. 

La decisione ha provocato la dura reazione delle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Milano, che hanno dunque indetto uno sciopero di ventiquattro ore dalle 22 del 7 alle 22 dell’8 febbraio, senza garantire nemmeno la minima copertura del servizio. La data scelta coincide peraltro con la prima serata del festival di Sanremo, occasione che storicamente richiama la massima attenzione, non solo da parte degli addetti ai lavori, sui dati di ascolto televisivi.

I sindacati condannano “senza se e senza ma” – si legge in una nota –  le riduzioni di personale decise unilateralmente dal fondo di investimento Evergreen, proprietario di Nielsen Media Italia”. “Il solo pensiero – prosegue la comunicazione – è quello di soddisfare gli appetiti degli azionisti e dei fondi di investimento per garantire utili e grandi profitti, attraverso il taglio della forza lavoro. L’azienda al momento non ha dato aperture per ridurre concretamente l’impatto sociale e occupazionale”. La richiesta che i sindacati fanno all’azienda è quindi quella di tornare sui propri passi e “tutelare l’occupazione”.

Cos’è Nielsen

Nielsen Media Research è nata a New York e opera oggi soprattutto da Oldsmar, in Florida. La società è conosciuta soprattutto per i Nielsen rating, elaborati per misurare quali programmi vengano visti da segmenti diversi dei telespettatori.

Nello scorso ottobre è stata acquistata per 16 miliardi di dollari da un consorzio di private equity composto da Evergreen Coast Capital Corp, un’affiliata di Elliott Investment Management, e Brookfield Business Partners.

Da oltre trent’anni, Nielsen Media è fornitore ufficiale di Auditel, la società che raccoglie e pubblica i dati sull’ascolto televisivo italiano. La proprietà dell’azienda milanese è suddivisa equamente al 33% tra Rai, emittenti private e aziende che investono in pubblicità. Il restante 1% appartiene alla Federazione italiana editori giornali (Fieg).



[Fonte Wired.it]