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giovedì, Apr 22

Nike, ecco le scarpe green e la nuova strategia per la sostenibilità



Da Wired.it :

Noel Kinder, Chief Sustainabilty Officer del colosso Nike, parla delle sfide che la multinazionale deve affrontare

Le Nike Crater Impact

«Abbiamo scelto la sostenibilità perché era la cosa giusta da fare». Noel Kinder, Chief Sustainabilty Officer del colosso Nike, riassume così il senso e lo scopo della strategia Move to zero, ovvero il viaggio che la multinazionale americana ha iniziato ormai da anni verso una produzione a zero emissioni e zero rifiuti, per contribuire a proteggere il futuro dello sport. E del pianeta.

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, Kinder ci ha parlato delle sfide che deve affrontare in qualità di responsabile del team Global Sustainability di Nike, di come l’azienda abbia scelto di «utilizzare il potere dello sport per far progredire il mondo, soprattutto nella lotta al cambiamento climatico», per esempio creando prodotti «i quali di per sé devono dimostrare ai consumatori che essere sostenibili è possibile».

Tra questi figurano sicuramente le scarpe Nike Crater Impact, con circa il 25% di materiale riciclato in peso, che combinano sovrapposizioni efficienti, curve cucite e uno Swoosh ricamato per aiutare a evitare gli scarti. E che vantano anche l’intersuola Crater Foam, dove il 10% di Nike Grind (realizzata con materiali riciclati) incontra una mescola di schiume che supportano la stabilità e l’identità visiva. Oppure come le Nike Cosmic Unity, le prime scarpe da performance di Nike realizzata con almeno il 25% di materiale riciclato in peso, tra cui un 10% di intersuola Nike Grind Crater Foam. E poi, ancora, le Nike Air Zoom SuperRep 2 Next Nature e le Nike Victory G Lite, a loro volta prodotte con almeno il 20% di materiale riciclato in peso.

«Quando lavorano a prodotti come questi, i nostri team sanno che non possono scendere a compromessi», spiega Noel Kinder, sottolineando come le scarpe del “nuovo corso” sfidino i progettisti perché devono essere tanto sostenibili quanto performanti. «Se prendiamo ad esempio le Cosmic Unity – continua – che devono molto all’esperienza precedente fatta con le Space Hippie, vediamo che esse vengono indossate dai più grandi atleti al mondo, tra cui la star NBA dei Lakers Anthony Davis».

 

Noel Kinder, Chief Sustainabilty Officer per Nike

Affinché ciò sia possibile, il gruppo di lavoro di Noel Kinder deve essere necessariamente trasversale ai molti altri presenti in azienda, perché la sostenibilità deve impattare ogni aspetto della creazione di un prodotto, dall’approvvigionamento delle materie prime alla progettazione fino al processo produttivo.

E i risultati si vedono: proprio il mese scorso, Nike ha pubblicato l’Impact Report FY20, undicesimo rapporto annuale con cui l’azienda rende pubblici i dati relativi al proprio impatto ambientale. Dal report emerge ad esempio che, nel 2020, Nike ha raggiunto e superato l’obiettivo prefissato di ridurre del 30% l’utilizzo d’acqua dolce da parte dei fornitori di tintura e finissaggio dei tessuti, per risparmio totale di 40 miliardi di litri di acqua. Oppure che il consumo di energia rinnovabile dell’azienda si attesta al 100% negli Stati Uniti e in Canada per i siti di proprietà o gestiti, e al 48% a livello globale. Altro dato interessante è poi che ben il 99,9% degli scarti di produzione dei fornitori footwear premium di prodotti finiti è stato sottratto alle discariche. Se poi si estende la rilevazione a partire dal 2015, sono più di 47 milioni i chilogrammi di scarti di produzione riciclati per realizzare nuovi prodotti di calzature.

Dati questi risultati, Nike sceglie di alzare ulteriormente l’asticella: l’Impact Report FY20, infatti, contiene anche gli obiettivi della multinazionale per la riduzione dell’impatto sull’ambiente nei prossimi 5 anni, e che tra le altre cose includono: la riduzione del 70% per le emissioni di gas serra provenienti da impianti di proprietà o gestiti di Nike, la già menzionata decarbonizzazione della supply chain e poi, ancora, raggiungere il 100% di rifiuti sottratti alla discarica nella nostra catena di fornitura estesa con almeno l’80% riciclato di nuovo nei prodotti NIKE e in altri beni.

Nike Cosmic Unity

«Le sfide più grandi che un’azienda come la nostra deve sostenere rispetto alla sostenibilità sono due – chiarisce Noel Kinder – ovvero agire il più velocemente possibile ed estendere il cambiamento a tutta la supply chain», un compito non facile per una multinazionale che lavora con migliaia di fornitori. «Dobbiamo agire insieme come industria – conclude il Chief Sustainabilty Officer del colosso Nike collaborando con associazioni non governative, aziende anche di altri settori contigui e persino con i nostri competitor, se vogliamo migliorare la carbon footprint dell’intera catena produttiva».

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[Fonte Wired.it]