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martedì, Giu 25

Ninfa Dormiente di Ilaria Tuti indaga un mistero femminile e viscerale


Il secondo romanzo è conferma del talento sorprendente e inquieto della sua autrice in un’indagine che porta a confrontarsi con gli orrori della storia e il fascino di certo misticismo femminile

ninfa dormiente

Il romanzo d’esordio di Ilaria Tuti, Fiori sopra l’inferno, è stato uno degli esordi più clamorosi del 2018, non solo in termini di vendite ma anche per una qualità letteraria sorprendente. Merito anche di un’indimenticabile protagonista, Teresa Battaglia, un commissario di polizia vulcanico eppure dalle mille fragilità, il cui magnetismo coi lettori è immediato. È sempre lei il personaggio principale attorno a cui ruota Ninfa dormiente, il nuovo libro pubblicato da Longanesi in cui Tuti conferma se non supera il suo stesso talento nell’ordire storie che tengono incollato il lettore non solo per il loro andamento da giallo classico ma anche per la commistione sapiente di tanti ingredienti, dalla ricostruzione storica all’indagine antropologica, passando anche per un distillatissimo misticismo.

Il titolo del romanzo viene da un quadro ritrovato misteriosamente: realizzato da un partigiano ormai relegato in un mutismo ostinato dopo essere sopravvissuto a un terribile trauma, si scopre che il dipinto rappresentante una giovane donna bellissima e ipnotica è realizzato con sangue umano. Da qui parte una difficilissime ricostruzione a ritroso che sfida le nebbie della storia, in cui si sono persi praticamente tutti i testimoni, e si addentra in un microcosmo fatto di reticenze, strani riti, identità peculiari. Il mistero infatti porterà le indagini fino alla Val Resia, un’isola etnografica nelle Prealpi giulie dove si parla una lingua protoslava in via d’estinzione e gli abitanti si assomigliano tutti, dopo secoli di chiusura al mondo esterno.

Con grande perizia, e saltando continuamente da un’ambientazione all’altra e fra vari punti di vista, Tuti regala una storia che è affascinante quanto torbida, in cui qualsiasi cosa sembra farsi simbolo di altro. Ci troviamo infatti di fronte a boschi il cui potere d’attrazione è quasi fatale, a cimiteri di resti umani in bella vista anche se scorti da nessuno (si scopre anche l’esistenza di una pratica chiamata Human Remains Detection), a rituali ancestrali che si ricollegano ai culti del femminino sacro, di Iside e di altre tradizioni perse nella notte dei tempi il cui fascino morboso è un fattore ancora attualissimo. C’è una natura vivida in questo romanzo, quella del paesaggio così ipnotico e senza scampo ma anche quella dell’umanità, in cui ogni personaggio coltiva dentro di sé un male grande o piccolo pronto a divorarsi e divorare.

Ci sono molti comprimari, in particolare l’ispettore Marini, il cui passato travagliato gli impedisce di prendere in mano la propria vita e anzi di produrne di nuova e le cui dinamiche con Teresa Battaglie sono impagabili; ma in generale questo è un romanzo visceralmente femminile: non perché rivolto a questo pubblico, anzi, ma perché descrive una femminilità radicale ed esoterica, quasi ineffabile, e proprio nelle radici più sanguigne e sanguinose bisognerà andare a osservare attentamente per comprendere l’arcano. Ma potentemente femminile è anche Battaglia, donna dai mille acciacchi e a cui la malattia sta togliendo la cosa più importante per un investigatore, i ricordi: ma lei opporrà a tutto ciò una passione determinata, anche andando contro a superiori e alleati.

In Ninfa dormiente, poi, la lingua si fa affilata eppure viscosa, piena di suggestioni alienate ma anche di grande concretezza. Tuti si mostra capace di costruire con potenza connessioni sottili che vanno dall’arte alla storia, dalla flora alla sciamanesimo, dalla burocrazia delle indagini (si nota un studio attento e realistico dei meccanismi della polizia) ai moti più profondi dell’animo umano. Sembra che l’indagine vera e propria sia solo un pretesto per intraprenderne una interiore, che costeggia tutte le fratture di ognuno, soprattutto quando i personaggi sono costretti a chiedersi qual è il proprio posto nel mondo. È una lettura spesso non conciliante ma di fascino profondo, accompagnata da una serie di interessanti informazioni storiche e culturali difficili da reperire altrove.

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