Seleziona una pagina
giovedì, Lug 30

No More Ransom: l’Europol sul fenomeno ransomware

Da Punto-Informatico.it :

Un’ennesima conferma di come l’aggravarsi della crisi sanitaria negli ultimi mesi abbia favorito l’azione dei cybercriminali giunge oggi da Europol che a un anno esatto di distanza dall’edizione 2019 pubblica un nuovo report in merito all’attività di contrasto al fenomeno ransomware. Una tipologia di minaccia informatica che si manifesta purtroppo con sempre maggiore frequenza e in modo perlopiù imprevedibile.

No More Ransom: l’Europol sul fenomeno ransomware

Nell’occasione l’agenzia continentale celebra il quarto anniversario dal lancio di un progetto finalizzato a porvi rimedio: No More Ransom. Per chi non ne fosse a conoscenza si concretizza in un portale a cui ci si può rivolgere se si è vittima di un attacco che blocca l’accesso a infrastrutture e documenti chiedendo un riscatto per rientrarne in controllo.

È di fatto un repository che contiene strumenti sviluppati per porvi rimedio, già utili a evitare pagamenti per un valore complessivo stimato in circa 632 milioni di dollari. Vi partecipano un totale pari a 163 partner provenienti da tutto il mondo, numero in costante crescita.

Europol: il report su quattro anni di lotta ai ransomware

Negli ultimi mesi ha accolto 28 nuovi tool creati da software house e ricercatori esperti in sicurezza in grado di sbloccare i contenuti cifrati da 140 famiglia di ransomware differenti.

Europol: il report su quattro anni di lotta ai ransomware

Qui sotto un estratto dell’infografica utile per capire quali paesi si sono rivolti con maggiore frequenza a No More Ransom, a livello geografico: nell’ordine Corea del Sud, Stati Uniti, Brasile, India e Russia.

Europol: il report su quattro anni di lotta ai ransomware

Come sottolinea Europol, l’arma migliore per contrastare l’azione dei ransomware rimane ad ogni modo quella della prevenzione che si struttura in piccoli gesti responsabili: diffidare da email con allegati sospetti o ricevute da mittenti sconosciuti, evitare il download e l’esecuzione di software proveniente da fonti non certificate, mantenere i propri sistemi e programmi aggiornati con le ultime patch di sicurezza.

Tra le vittime più illustri degli attacchi di cui abbiamo scritto anche su queste pagine nell’ultimo anno ricordiamo lo stato americano del Texas, il gigante del petrolio Pemex, la canadese LifeLabs, la piattaforma Travelex, il colosso dell’acciaio EVRAZ, lo studio legale newyorkese GSM&S, il provider cloud Blackbaud, l’operatore Telecom Argentina e solo pochi giorni a Garmin.



Fonte Punto Informatico Source link